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Giovedì 12 DICEMBRE 2024
Fassid/SiNaFO, SiFaCT e ReNaSFO ETS: “Un salto indietro di 40 anni a danno della professionalità e dell’immagine di una intera categoria”

“Manifestiamo la nostra indignazione/sconcerto per l’iniziativa assunta da un gruppo di senatori che hanno sorprendentemente prodotto un emendamento (a dir poco preoccupante)   che ci riporta indietro di 40 anni a danno della professionalità e dell’immagine di una intera categoria (i Farmacisti dirigenti del SSN), ma ancora di più a danno del SSN e della sostenibilità dello stesso.

È quanto dichiarano Roberta Di Turi (Fassid-SiNaFO), Carla Masini (SiFaCT) e Andrea Falzon (ReNaSFO ETS)

 

“Vale la pena ricordare che l’obbligo della Specializzazione previsto dalla Legge 502/1992 e s.m.i., è sancito con i DM 483 e 484 del 1997 per TUTTE le categorie e i profili sanitari operanti nel SSN proprio a garanzia della massima professionalità necessaria nella difficile azione di Governo clinico. Governo che richiede interventi strategici di massima professionalità e competenza che si acquisiscono esclusivamente attraverso un percorso iper-professionalizzante che solo la specializzazione può assicurare.

Non sappiamo perché sia nata un’iniziativa di questo tipo e quali siano gli obiettivi che, è bene sottolinearlo, oltre che creare un vulnus ad una sola categoria, quella dei farmacisti, minano alla base la stabilità dell’intero SSN. Manifestiamo tutta la nostra preoccupazione  per questo ennesimo attacco insensato alla categoria dei Farmacisti Dirigenti SSN che, laddove condiviso, andrebbe ad aggravare ulteriormente quelle criticità che stanno investendo il nostro SSN   in tema di assistenza sanitaria con riflessi nefasti sulla gestione dei beni sanitari (medicinali, dispositivi medici ecc.) in termini di appropriatezza e di spesa.

Le tre associazioni, pertanto, chiedono con forza lo stop immediato a un emendamento che, fra l’altro, farebbe precipitare una intera categoria in un “limbo” che lo discriminerebbe rispetto alle altre figure professionali del SSN con il rischio concreto di esclusione di questi professionisti dai tavoli della dirigenza sanitaria”.

 

 

 

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