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Lunedì 04 NOVEMBRE 2024
Sereni (Pd): “Cambiare rotta o declino Ssn irreversibile”

"L'audizione in Parlamento della Fondazione Gimbe sulla Legge di Bilancio offre purtroppo moltissime ragioni di allarme. Innanzitutto le risorse previste per il 2025 e per gli anni successivi sono gravemente insufficienti per affrontare i tanti problemi che affliggono il Servizio Sanitario Nazionale. Come noi denunciamo da sempre il trend della spesa sanitaria in rapporto al prodotto interno lordo (unico metodo per renderla paragonabile a quello degli altri Paesi) ha imboccato una china drammatica fino a scendere sotto la soglia davvero minima del 6%. L'altro elemento estremamente preoccupante riguarda gli impegni di spesa che la legge di Bilancio mette in carico al Fsn e alle Regioni che, sommati, assorbono molto di più delle risorse stanziate. Questo costringerà le Regioni a dover scegliere tra tagliare i servizi o aumentare le tasse ai loro cittadini, e sarà tanto più dura per le amministrazioni virtuose che in questi anni hanno garantito livelli elevati dei servizi. Infine, emerge chiaramente come sia del tutto scomparsa l'idea di un Piano straordinario di assunzioni volto a coprire le carenze e a restituire serenità e dignità a chi lavora nel Ssn, così come appaiono evanescenti le misure per valorizzare il personale in servizio e per rendere più attrattive le professioni sanitarie".

Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria del Pd.

"Nella sua audizione il Presidente della Fondazione Gimbe invita la politica a non fare della sanità un terreno di scontro frontale. Se si tratta di discutere di riforme e investimenti per migliorare la vita dei cittadini e ridare slancio e solidità al Servizio Sanitario Nazionale, il Pd c'è e ci sarà sempre. Se però maggioranza e Governo continueranno a fare gli struzzi, mettendo la testa sotto la sabbia, negando l'emergenza e di fatto favorendo la privatizzazione della sanità, noi saremo dalla parte di chi protesta, a fianco dei sindacati che scioperano e delle famiglie costrette a impoverirsi per pagare il privato o addirittura a rinunciare alle cure", conclude Sereni.

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