quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 18 OTTOBRE 2022
“Il problema carenza personale è la prima sfida del Ssn”. La tavola rotonda al Congresso Sumai

“Viviamo una tempesta perfetta spero nel confronto tra nuovo governo e operatori sanitari” Così il segretario generale del Sumai Assoprof, Antonio Magi, durante i lavori della Tavola Rotonda 'Decreto 77: il ruolo della specialistica ambulatoriale convenzionata interna', svoltasi stamattina a Roma in occasione del 54° Congresso nazionale del SUMAI Assoprof.

“In campagna elettorale – ha aggiunto Magi – di sanità si è parlato ma si è parlato meno di quanto ci aspettavamo. Un motivo c'è: siamo in una tempesta perfetta, questa è la realtà storica che stiamo vivendo, un momento dopo la pandemia di situazione drammatica del Paese, sia a livello economico che strutturale. C'è una guerra in atto, è un momento in cui c'è ancora una pandemia in atto. Stiamo vedendo luce in fondo al tunnel ma ci siamo ancora dentro. È chiaro che in un momento del genere, chi si appresta a governare ha sicuramente gravi difficoltà".

"L'altra tempesta perfetta- ha proseguito Magi - è legata all'anzianità del personale sanitario, al fatto che negli anni passati non si è potuto fare un turnover adeguato, sia per quanto riguarda l'attività ospedaliera, cercando di coprire le uscite per pensionamenti con le entrate, sia per quanto riguarda la parte convenzionata. Per noi specialisti ambulatoriali le ore che si liberavano non sono sempre state ricoperte. Abbiamo carenze di medici di medicina generale- ha poi aggiunto- un fatto legato alla politica del personale che non è stata fatta, a un non adeguamento di quella che è la situazione rispetto a quella degli altri Paesi europei. Purtroppo, infatti, stiamo vedendo che ci sono colleghi, e parlo di specialisti, che preferiscono non lavorare nel Servizio sanitario nazionale ma scelgono di andare o nel privato o all'estero, perchè il Ssn è poco attrattivo".

"Noi- ha sottolineato ancora Magi- siamo infatti il terzultimo Paese in Ue come remunerazioni dei medici, mentre il quartultimo che è la Spagna ha 35mila euro lordi in più rispetto a quello dell'Italia. Una condizione del genere fa scegliere ai giovani medici di scegliere altro. Abbiamo problemi strutturali legati alle liste d'attesa. I cittadini, non trovando quelle risposte nelle Asl, sono costretti ad andare nel Pronto Soccorso, creando una difficile condizione. È davvero una tempesta perfetta. Spero- conclude Magi, ringraziando il Ssn per il ruolo svolto in pandemia- che il nuovo governo si confronti con gli operatori per risolvere insieme il problema. Dobbiamo fare un patto, un'alleanza, tra esecutivo e operatori sanitari per trovare soluzioni che, in questo momento, sono molto complesse ma che dobbiamo per forza trovare".

Matteo Rosso, parlamentare neo eletto di Fratelli d'Italia nel suo intervento ha detto chiaramente di ritenere “una follia la presenza di medici cubani in Italia. Invece di aumentare le ore ai nostri specialisti . In regione Liguria ho sempre difeso il ruolo del medico specialista ambulatoriale, che è un ruolo fondamentale. Certamente quando leggo che arrivano i medici da Cuba e non si aumentano le ore ai nostri medici specialisti, mi viene soltanto da chiedermi dove siamo finiti. Mi sembra una follia, lo dico prima di tutto da medico, poi anche da deputato. Difenderò sempre la vostra specialità".

Il parlamentare ha infine aggiunto "Potremo anche non essere d'accordo, non si potrà dire sempre di sì ma vi garantisco che ci confronteremo e proveremo ad ottenere risultati. Tutto il resto lo vedremo andando avanti. Il governo lo abbiamo. Io spero che la presidente Meloni venga incaricata e che faccia il governo però, fino a quando non lo abbiamo definitivamente, aspettiamo ancora un attimo".

Garantiremo fin da ora, al prossimo governo, la massima, totale e leale collaborazione da parte della Commissione nazionale salute, che io coordino e che, fino a qualche tempo fa, aveva tutte le decisioni adottate all'unanimità". Lo ha detto l'assessore alla Sanità dell'Emilia-Romagna e coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Raffaele Donini, durante i lavori della Tavola Rotonda. "Poi è chiaro che man mano - ha aggiunto - si restringono le opportunità e aumentano le difficoltà e nella Commissione nazionale salute si comincia a cogliere qualche elemento di criticità".

"La prima cosa che vorremmo dal nuovo governo - ha proseguito Donini- è che ponesse la sanità come elemento centrale della politica che intende fare. Ricordiamo tutti benissimo, nelle prime settimane drammatiche della pandemia, le morti di Bergamo. La regione Emilia Romagna ha avuto oltre 19mila vittime, tutto il nostro Paese piange le proprie vittime ma quella immagine scioccò l'Italia e ci unì moltissimo, tanto che le più alte cariche dello Stato, del governo e delle istituzioni andarono in quei luoghi, giurando che non si sarebbero mai più fatti tagli alla sanità".

"Quel ragionamento- ha concluso- se non si mette mano con forza e giusta adeguatezza al Fondo nazionale sanitario, se non si tolgono i tetti di spesa per il personale, se non si riempie di contenuti il DM 77 in termini di professioni sanitarie, se non si dà modo alle regioni di non andare a tagliare i servizi sanitari a causa del mancato rimborso delle spese Covid o delle spese energetiche, quel giuramento è un semplice spergiuro".

"E' un momento davvero complicato e lo è anche in prospettiva. Con il presidente Magi parlavamo della grande progressione dell'invecchiamento: sulla base dei dati Istat, nel 2049 avremo il 34,9% di residenti ultra 65enni e oltre 10 milioni di persone sole. Ma anche un Paese che si sta impoverendo. Fino ad ora la sanità ha fatto da 'sliding doors', soprattutto dal punto di vista degli ospedali, anche per farsi carico delle fragilità sociali". Lo ha detto la presidente nazionale di Federsanità e direttore generale dell'Ao San Giovanni Addolorata, Tiziana Frittelli. "L'Italia- ha proseguito- è un Paese, come ci ha ricordato la Caritas, che si va sempre più impoverendo con il grave problema della denatalità. Però oggi qui voglio parlare anche di cose positive e sulle quali, sicuramente, il governo potrà lavorare. Una volta definito un giusto fabbisogno per il Fondo sanitario nazionale, che ci consenta anche di fare giuste politiche del personale, senza le quali non andremmo da nessuna parte".

"Abbiamo un'occasione storica incredibile: da una parte - ha spiegato Frittelli- la messa a terra del DM 77 della sanità territoriale e dall'altro lato abbiamo forse per la prima volta una serie di strumenti sul versante dell'assistenza sociale della fragilità, che sicuramente incide anche sullo stato di salute della popolazione, già anticipata con la Legge di bilancio del 2022, che è il Piano nazionale della non autosufficienza, già passata con la Conferenza delle regioni, che a luglio ha approvato le Linee guida per il budget di salute". "Pochi giorni fa- ha inoltre ricordato- il governo ha approvato lo schema di delega per gli anziani, soprattutto quelli non autosufficienti".

"Per noi, in questo momento- ha concluso la presidente nazionale di Federsanità- la parola d'ordine è integrazione. Integrazione tra i vari livelli dello Stato, delle regioni, degli enti locali. Noi ci siamo per fare da collante, per pensare una nuova sanità, gli strumenti ci sono, sono da attuare e da mettere a terra".

"Questo è un momento particolare. Siamo alla vigilia di un nuovo governo che ha avuto un'investitura popolare molto forte. Un governo che, parlo della sanità, penso si troverà ad affrontare dieci anni di non scelte, aggravate dal Covid". Lo ha detto il direttore generale dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), Domenico Mantoan. “Credo che il più grande problema che il nuovo ministro e il nuovo governo dovranno affrontare- ha precisato- sia quello dei professionisti della sanità. Qualche decennio fa abbiamo scelto deliberatamente, in questo Paese, che per fare il dipendente medico del Servizio sanitario nazionale si deve essere specialista. Abbiamo imposto il numero chiuso, dappertutto".

"Io- ha ricordato Mantoan- mi sono iscritto all'Università di Padova nel 1976, eravamo duemila, non c'era il numero chiuso, ma siamo arrivati in 300. Siamo dunque stati selezionati anno dopo anno. Il mercato dei professionisti sanitari era libero. Ci pensava il mercato a selezionarci. Quando ci siamo laureati, è stato il mercato a dirci 'Tu farai l'endocrinologo' e 'Tu farai l'internista'. Se io avessi fatto il chirurgo, avrei probabilmente ucciso delle persone, nel senso che la manualità non è nelle mie corde".

"Oggi- ha inoltre sottolineato- per come è organizzato il sistema del reclutamento dei professionisti, abbiamo messo il numero chiuso dappertutto: medici, borse di studio, infermieri, tutte le professioni della sanità. Gli specialisti vengono selezionati con un concorso nazionale e vengono scelti in base a come arrivano. Se fai questo tipo di scelta, devi avere una programmazione nazionale fortissima".

"Sapendo che abbiamo 10mila medici in entrata e che per diventare medico del Servizio sanitario nazionale bisogna essere specialista, come è stato possibile che per anni le borse di studio siano state 4.500? Il problema fondamentale- ha concluso il direttore generale dell'Agenas- è risolvere il problema dei professionisti, la loro programmazione con dieci anni di visione, non una visione a domani mattina".

"Mi voglio soffermare sulla carenza di medici e la poca attrattività della professione, ovvero i soldi. Non è vero che in assoluto manchino i medici. I medici, soprattutto quelli giovani, scelgono altro, perché il Servizio sanitario nazionale non ci permette di essere attrattivi rispetto all'offerta, che oltretutto si è decuplicata durante la pandemia, e ha canalizzato tanti medici verso altri settori". Lo ha detto il coordinatore della Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati (Sisac), Marco Luca Caroli, durante i lavori della Tavola Rotonda. "Una maggiore remunerazione non dipende da noi- ha precisato rivolgendosi alla platea- non siamo noi Sisac a decidere quale sarà la vostra retribuzione oraria, che dipende invece dalla politica, dal ministero dell'Economia e delle Finanze. Mi auguro innanzitutto che venga approvato al più presto l'atto di indirizzo, quantomeno per dare un piccolo sollievo, perché dei soldi abbiamo già su questa nuova contrattazione. E spero che si dia avvio a quello che potrebbe essere un sistema di avvicinamento della Legge 502, così come riformata dalla Balduzzi, a quello che sarà l'applicazione del DM 77".

"Abbiamo alcuni problemi nell'applicazione del DM 77- ha tenuto a sottolineare Caroli- se non viene messa mano alla riforma legislativa che ci riguarda. Mi auguro che ci sia una riforma sulla programmazione: se dobbiamo programmare il territorio, dobbiamo sapere di cosa ha bisogno. Ma non a livello nazionale, quanto piuttosto andando a vedere le particolarità, anche considerando che la diffusione delle patologie è uniforme sul territorio".

"Quindi- ha proseguito- soprattutto per quanto riguarda la vostra categoria, sapere quanti e quali specialisti servono nelle varie case di comunità è, secondo me, un compito che dovrebbe svolgere principalmente la regione, chiamata ad avere dati e capire il proprio territorio e le sue necessità".

"L'augurio- ha concluso il coordinatore Sisac- è di ripartire subito con una contrattazione- e porre rimedio a tante di quelle criticità che oggi sono state evidenziate".

© RIPRODUZIONE RISERVATA