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Giovedì 17 FEBBRAIO 2022
Anche Fismu boccia lo sciopero: “No a proteste minoritarie, serve unità dei medici”

“Assistiamo a situazione difficile che attanaglia la sanità pubblica e i cittadini, e che colpisce tutti i medici e in particolare, in questi ultimi mesi per quanto riguarda il fronte della pressione burocratica e il rapporto con i pazienti, quelli di medicina generale (di famiglia, del 118, e continuità assistenziale): una realtà drammatica che ha bisogno di una battaglia politica unitaria e non di minoritarie, divisive, e demagogiche fughe in avanti”. Questo il commento di Francesco Esposito, segretario nazionale di Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu sullo sciopero indetto da Smi e Simet.
 
“L’arma dello sciopero è una conquista della democrazia, ma si deve usare bene. Invece, rischiamo di perdere ancora una volta l’occasione di creare un fronte unitario con proposte precise e con interlocutori pollici chiari, per una fuga in avanti di due sole sigle che rappresentano meno del 10% dei medici di medicina generale. Quando si protesta contro tutto, per cavalcare il malessere dei colleghi, addirittura contestando un contratto che è stato firmato da tutti i sindacati, si commette un errore: questo tipo di iniziative, infatti, appaiono come populiste per i cittadini, per il Governo, il Parlamento e le Regioni. Gli scioperi contro ‘il male nel mondo’ non funzionano, non risolvono nulla e possono essere utili solo a fare proselitismo e andare su qualche telegiornale”.
 
“Ma facciamo anche un poco di chiarezza - continua il segretario nazionale di Fismu — l'Accordo Collettivo Nazionale-Acn (o Convenzione), che è stato sottoscritto da tutte le sigle sindacali dei medici di medicina generale, riguardava il triennio 2016/2018 ed andava ‘siglato’ perché i medici hanno percepito già i relativi aumenti ed anche perché è già superato (siamo nel 2022) anche alla luce degli eventi drammatici determinati dalla pandemia. È, di fatto (per tutti), una firma tecnica e necessaria, vista l’impossibilità di tornare indietro nel tempo e riaprire una trattativa che si è prolungata per troppi anni. Le discussioni sul PNRR, sulle Case e gli ospedali di comunità, sulle eventuali nuove tipologia contrattuali - continua - riguardano invece il nuovo ACN di cui conosciamo al momento solo la bozza dell'atto d'indirizzo del Governo, oltretutto non condiviso dalle regioni, che sul documento sono divise”. 
 
“Altra questione - aggiunge Esposito - è il nodo irrisolto, e grave, dell'appesantimento delle pratiche burocratiche che colpisce i medici di medicina generale, che è una diretta conseguenza della pandemia, dello smantellamento della medicina dei servizi, della mancanza anche di amministrativi nelle aziende sanitarie e nei distretti, ma anche dell'incapacità del Governo e delle Regioni di organizzare una piattaforma di protocolli, e di condivisione dati, unica a livello nazionale e una massiccia iniezione di risorse e personale (anche medico) per rafforzare il territorio”. “Altra cosa sono le note Aifa - spiega sempre il segretario Fismu - dove di fatto i medici di medicina generale si riappropriano della capacità autonoma di diagnosi e cura semplificando la vita al paziente. Un aspetto positivo in un momento però di grande pressione per altri compiti impropri e che genera in molti colleghi stress e confusione. Ma la battaglia da fare è contro la burocrazia, non in generale, sparando nel mucchio, contro tutte le note Aifa”.
 
“Alla luce di tutto ciò - conclude Esposito - e considerando il perdurare dello stato di emergenza: a quanti cittadini è comprensibile uno sciopero? È facile intuire che prestiamo il fianco ad ulteriori attacchi mediatici contro la categoria, solo per avere in cambio un possibile spot televisivo. Ancora una volta facciamo un appello: le organizzazioni sindacali dovrebbero coordinarsi per avere una piattaforma unitaria sulle tematiche poste dall'applicazione del PNRR . Aprire un dialogo preventivo al tavolo sulla forma giuridica da definire per i medici di medicina generale, si pensi anche alla nostra proposta di ‘contratto unico’, usando il modello della specialistica; sul percorso formativo e contrattuale del 118 che porti il settore su base volontaria alla dipendenza; sulla riattivazione della medicina dei servizi per potenziare la medicina del territorio. Insisto: difficilmente, in questo periodo, i nostri pazienti comprenderebbero uno sciopero e ricordiamo che i medici non scioperano mai contro i propri pazienti ma per migliorare le prestazioni a loro favore”.

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