quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Giovedì 01 DICEMBRE 2011
Le case di cura private e la crisi
Tre strutture accreditate su quattro hanno risentito della crisi. I principali problemi? Per il 74,2% delle strutture accreditate ci sono i rapporti con le regioni, sempre più critici a causa dei crescenti ritardi nei rimborsi. Mentre l’82,3% delle cliniche private non accreditate soffre a causa della diminuzione di visite, analisi e ricoveri da parte dei pazienti. Sul fronte dei conti il rapporto Aiop ha registrato nel corso dell’ultimo triennio un aumento del numero delle strutture di cura private con un fatturato in diminuzione ma, allo stesso tempo, la reattività degli imprenditori che si stanno muovendo verso un significativo riposizionamento e la riorganizzazione della propria realtà aziendale.
Il 72,3% degli imprenditori delle strutture sanitarie accreditate ha dichiarato di aver risentito molto o abbastanza della crisi (appena un gradino sotto, il 70,6%, gli imprenditori di quelle non accreditate). Scendendo più nei dettagli si vede che la crisi ha accentuato le difficoltà di rapporto (già preesistenti) con le regioni per il 74,2% delle strutture accreditate (percentuale che, per ovvi motivi scende al 52,9% per quelle non accreditate). L’82,3% delle cliniche private non accreditate ha risentito, invece, dei comportamenti dei cittadini che a causa della crisi hanno diminuito visite, analisi e ricoveri ospedalieri. Il comportamento dei cittadini incide sulle private accreditate, invece, per un 29,4%.
Il fatturato: diminuiscono le entrate.Per quanto riguarda l’andamento dei fatturati, sono stati oggetto del monitoraggio i conti del 2009, 2010 e 2011. Nel corso del triennio in esame, è progressivamente diminuita la quota delle imprese con fatturato in crescita e, in parallelo, è aumentato il tasso di quelle con fatturati in diminuzione. Ad esempio, il 2009, secondo il 58,3% degli intervistati, si è chiuso con un saldo positivo rispetto al 2008; percentuale che è scesa al 52,2% nel 2010 e si prevede crolli al 45,5% nel 2011. Sembra dunque che il cambiamento più significativo si debba verificare nel corso di quest’anno, quando la quota di imprese ospedaliere private che si troveranno con un bilancio inferiore rispetto all’anno precedente sarà per la prima volta superiore (51,7%) di quelle con i conti in aumento.
Tetti di spesa e ritardi nei pagamenti. La congiuntura economica determina i problemi maggiori nei rapporti con il servizio sanitario nazionale/regionale. In particolare, dal rapporto è emerso che: l’abbassamento dei tetti di spesa per le prestazioni e il ritardo nei pagamenti sono una piaga di tutti i rapporti tra privato e pubblica amministrazione (per l’82,5% dei casi); per il 12,5% i problemi risiedono nella diminuzione dell’attività diagnostica e di laboratorio; per il 6,3% nella diminuzione o nella mancata autorizzazione delle attività intramoenia.
Ma è mutato anche il comportamento dei cittadini/pazienti. Circa il 17% delle aziende analizzate dal Rapporto ha infatti denunciato la diminuzione dei ricoveri; mentre il 13,8% ha segnalato una maggiore difficoltà nel recupero dei crediti per pazienti solventi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA