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Lunedì 04 NOVEMBRE 2019
Asma grave e poliposi nasale, possibili risparmi con l’utilizzo di un solo farmaco
Per fare una diagnosi corretta di chi ha l’asma grave non si può ignorare la componente delle alte vie respiratorie, perché spesso ci sono patologie collegate che influiscono in egual modo sul malessere del paziente. Nel caso dell’asma grave con infiammazione di tipo 2, si è visto che il meccanismo è lo stesso anche per la dermatite atopica e la poliposi nasale. E grazie allo sviluppo di un farmaco come il dupilumab, che agisce sui bersagli molecolari comuni a queste patologie, si apre la strada ad una terapia con un farmaco unico per più malattie, con possibili risparmi futuri per il Servizio Sanitario Nazionale.
Come ha spiegato Claudio Jommi, dello Sda Bocconi di Milano, al congresso “L’infiammazione di tipo 2 nell’asma grave e nelle patologie ad essa correlate”, organizzato nel capoluogo lombardo da Sanofi Genzyme, “il dupilumab ha storia di graduale estensione delle indicazioni. Si è partiti per la dermatite atopica, poi l’asma, l’asma grave e ora la poliposi nasale. Le comorbidità di solito rappresentano un problema di gestione, ma qui può essere un’opportunità per il Ssn, perché quando il paziente viene trattato per la dermatite atopica, ha un’alta probabilità di asma e quindi di cross copertura”.
Ciò può generare risparmi per il Sistema sanitario, precisa Jommi, che insieme a Giorgio Walter Canonica, responsabile del Centro di medicina personalizzata per l’asma dell’Humanitas di Rozzano (Mi), ha condotto uno studio di farmaco-economia sul valore di questo farmaco. “Il paziente infatti – rileva – non deve usare due farmaci diversi per quelle due patologie che spesso sono ad alto costo unitario, ma uno solo. Lo stesso dicasi per l’asma con l’estensione alla poliposi nasale, visto che alcuni pazienti necessitano di un trattamento chirurgico, magari ripetuto, e usano farmaci steroidi orali sistemici che hanno un costo per il Ssn e indiretto per i loro effetti collaterali”.
È un aspetto importante, perché l’estensione delle indicazioni, laddove vi siano dei meccanismi scatenanti comuni, “può portare a più patologie gestite con un unico farmaco. Una prospettiva che in futuro potrà diffondersi, avendo molte patologie meccanismi scatenanti comuni – prosegue Jommi – è un aspetto spesso non considerato, che invece andrebbe valutato a livello centrale in fase di negoziazione, e anche regionale per chi deve gestire il budget”.
Nel caso dell’asma grave, i dati del “nostro registro mostrano che il 42% pazienti ha la poliposi nasale, mentre è del 9% la prevalenza degli asmatici gravi con dermatite atopica. Ciò significa che oggi per fare una diagnosi corretta di chi ha l’asma grave non si può ignorare la componente delle alte vie respiratorie”, aggiunge Canonica. E se si considerano più malattie, è inevitabile il passaggio alla multidisciplinarietà, “che sta diventando uno dei pilastri di una corretta gestione diagnostica e terapeutica dei nostri pazienti.
Gli studi di fase III dimostrano che gli anticorpi monoclonali, specialmente il dupilumab, agiscono sull’asma grave ma anche sulla poliposi nasale,con un effetto similare per rapidità d’azione e degli altri parametri. L’alto costo delle comorbidità per l’asma grave viene così rivalutato dal fatto che con un singolo trattamento possiamo curare più patologie”. Basti pensare ad esempio al costo degli effetti collaterali degli steroidi, pari a 242,7 milioni di euro l’anno, “che oggi per l’asma grave vengono impiegati dal 64% dei pazienti – rileva Canonica – e dato ancora non pubblicato, che i soggetti con asma grave e poliposi usano il doppio di cortisone per bocca per numero di giorni l’anno”. Insomma, l’impatto farmaco-economico delle nuove terapie biologiche va valutato accuratamente, conclude Canonica, “ma la prospettiva è positiva”.
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