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Mercoledì 03 APRILE 2019
Anelli (Fnomceo): "Inserirla nei Lea o legge ad hoc uniche soluzioni possibili"
“Inserire la circoncisione rituale nei Lea o, in subordine, approvare una legge ad hoc affinché sia accessibile a chi la richiede in strutture pubbliche e private, nei primi mesi di vita del bambino, e a costi calmierati”. La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri torna a chiederlo dopo che, la notte scorsa a Genova, un neonato di un mese è morto per un intervento praticato in casa. Si tratta del secondo caso dall'inizio dell'anno, dopo il bambino deceduto a Scandiano, e del terzo in pochi mesi. Ma sono molti i bambini che rimangono gravemente menomati da pratiche eseguite in condizioni igieniche precarie, e non da medici. Delle circa 5000 circoncisioni rituali effettuate in Italia, infatti, almeno il 35% sono praticate infatti nei circuiti clandestini. Senza contare le altre 6000 eseguite nei paesi d'origine da cittadini che vivono stabilmente in Italia.
"La situazione sta diventando drammatica - interviene il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli -. L'unica soluzione possibile è dare a tutte le famiglie presenti in Italia la possibilità di effettuare questo vero e proprio intervento chirurgico in ambiente sterile e per mano di personale qualificato, chirurghi e anestesisti pediatrici, a carico del Servizio sanitario nazionale, pagando un ticket".
"Come Amsi, chiediamo un incontro urgente al Ministro della Salute Giulia Grillo per fermare quello che sta diventando quasi un massacro dei bambini innocenti da circoncisioni clandestine - aggiunge Foad Aodi, fondatore dell'Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi), consigliere dell'Ordine dei Medici di Roma e coordinatore Area rapporti con i Comuni e Affari Esteri e Area riabilitazione dell'Omceo -. Alla nostra campagna congiunta Amsi -Fnomceo e Ordine dei medici di Roma hanno aderito altri Ordini, Associazioni mediche, comunità arabe e musulmane, centri culturali, moschee. Abbiamo avuto risposte concrete dalla Regione Lazio, dalla Regione Toscana e dal presidente della Commissione Sanità del Senato Pierpaolo Sileri. Adesso tocca alle istituzioni competenti incontrarci urgentemente e dare risposte. Sono più di cento le richieste di interventi 'riparatori' per complicanze da circoncisione che ci sono arrivate dopo la notizia della morte del bambino di Scandiano".
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