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Giovedì 21 MARZO 2019
Ma il Comandante del Noe di Treviso, Massimo Soggiu, precisa: “I limiti degli inquinanti sono stati stabiliti dopo l’avvio dell’indagine, non prima”

Parla di una indagine “abbastanza complicata” il Comandante del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Treviso, Massimo Soggiu, che abbiamo contattato per avere informazioni in merito ai contenuti dell’annotazione di polizia giudiziaria redatta dal Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Treviso nell’ambito del procedimento ovvero relativo a “inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle province di Vicenza, Padova e Verona”, e resa in parte pubblica da Greenpeace.

“L'indagine – spiega Soggiu - è partita con un fascicolo processuale a marzo del 2017, con un primo filone che si è concluso con un procedimento a carico di alcune persone per l’ipotesi di reato di avvelenamento delle acque ed inquinamento ambientale a carico di alcune persone. Dalle indagini è balzato all'occhio che le falde acquifere sottostanti alla Miteni erano tutte inquinate. Quello che noi del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri siamo sicuri e abbiamo appurato è che la Ditta aveva  avuto contezza dell'inquinamento in atto e che non ha informato gli enti locali preposti come la Provincia, Prefetto ecc.. Questo non ha permesso di mettere in atto attività di tamponamento”.

Soggiu evidenzia anche un’altra cosa: “I limiti dei Pfas sono stati stabiliti dalla Regione quando è partita l'indagine. Ergo, i limiti minimi-massimi degli inquinanti sono stati messi dopo e non prima. Il resto, lo dirà il processo”.

In merito all’attuale situazione, il Direttore e Professore di endocrinologia e coordinatore della rete endocrinologica veneta, Carlo Foresta, evidenzia come “gli interventi fatti finora sulle acque potabili hanno già permesso di abbattere molti inquinanti. Sono in atto ulteriori azioni per ridurre ulteriormente gli effetti dei Pfas, e i primi risultati fanno ben sperare. Un processo positivo sulle persone residenti nella zona rossa. Ma bisogna chiedersi se ci sono altre regioni inquinate come Vicenza”.

Endrius Salvalaggio

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