quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Giovedì 27 DICEMBRE 2018
Il commento dei ricercatori: “Sancito il riconoscimento del ruolo internazionale dello Iov e delle sue indiscutibili capacità”
Vittorina Zagonel (Direttore Oncologia Medica 1, IOV-IRCCS), Giuseppe Lombardi (Oncologia Medica 1, IOV-IRCCS) ed altri specialisti dell’Istituto Oncologico Veneto, tra cui Stefano Indraccolo e Gianluca De Salvo, assieme ad altri oncologi e neurologi dei principali centri Italiani, dopo molti anni di ricerca, con risultati negativi, sul tumore al cervello, hanno fatto un’importante scoperta in termini di sopravvivenza sui pazienti con recidiva di glioblastoma trattati con Regorafenib. “Si tratta di uno studio multicentrico randomizzato italiano di Fase 2 – fa sapere il dott. Giuseppe Lombardi - nel quale abbiamo trattato con Regorafenib 119 pazienti recidivati dopo radioterapia e temozolomide, 33 dei quali sono stati arruolati allo IOV. Lo studio ha dimostrato che i pazienti che ricevono questo nuovo trattamento vivono di più rispetto ai pazienti che ricevono il trattamento tradizionale con Lomustina”.
Il glioblastoma è un tumore raro con incidenza di 6 casi ogni 100mila pazienti e, in base ad alcuni studi americani, è in sensibile aumento ed è collegata alle radiazioni ionizzanti ed alle mutazioni ambientali; inoltre, ma è in fase di studio, vi è una probabile correlazione tra la neoplasia in esame e la prolungata esposizione ai cambi elettromagnetici.
Conclude Giuseppe Lombardi: “A breve pubblicheremo anche i risultati che abbiamo ottenuto con l'analisi di alcuni biomarcatori valutati nel tessuto tumorale, la cui espressione si è dimostrata correlare con l'efficacia del Regorafenib. Inoltre, alla luce di risultati così positivi ottenuti, l'agenzia europea del farmaco, l'EMA, valuterà come procedere per rendere disponibile il farmaco a tutti i pazienti affetti da glioblastoma recidivato”.
Per la Direttrice di Oncologia Medica 1, Vittorina Zagonel, “lo studio Regoma pubblicato su Lancet Oncology, i cui risultati avevano già trovato spazio in prestigiosi congressi sia in Europa (ESMO), che negli USA (ASCO), sancisce il riconoscimento del ruolo internazionale dello IOV-IRCCS e delle sue indiscutibili capacità scientifiche, cliniche ed organizzative di coordinamento di studi clinici multicentrici. In particolare in questo caso si è creata e avviata una nuova rete italiana dei centri di neuro-oncologia, risorsa di indubbio valore e significato per futuri studi e di speranza per i pazienti con glioblastoma. Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno contribuito in vari modi allo studio, in particolare l'associazione Luca Ometto e la Fondazione Giovanni Celeghin che ci supportano quotidianamente nella ricerca di nuove conoscenze e terapie per i pazienti con glioblastoma”.
Endrius Salvalaggio
© RIPRODUZIONE RISERVATA