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Giovedì 13 OTTOBRE 2011
Cassi (Cimo-Asmd): “Più ruolo e carriere senza politica”
“Il riconoscimento per la categoria del ruolo fondamentale di tutela della salute invertendo 15 anni di emarginazione dai centri decisionali sulle scelte tecniche. Un percorso di carriera fondato sui meriti professionali e non sulla lottizzazione politica. Una retribuzione adeguata al ruolo che premi i più bravi. E ancora, una riforma della colpa professionale e una rapida approvazione della legge sul rischio clinico e una legge sul Governo clinico che valorizzi la nostra competenza e ci consenta di intervenire nelle scelte tecnico-professionali”. Sono queste le richieste che Riccardo Cassi, presidente della Cimo Asmd rivendica per la categoria medica.
“La crisi economico-finanziaria che investe tutto il mondo occidentale purtroppo, che pare vada peggiorando e colpisce soprattutto impiego pubblico ed welfare – ha detto Cassi nel corso del suo intervento alla manifestazione nazionale dei medici al Capranica – è una dura realtà con cui dobbiamo confrontarci. Ma non possiamo permettere ai politici di far tornare i conti usando le forbici in maniera indifferenziata senza eliminare gli sprechi. Vogliamo salvaguardare la nostra professione e continuare a fare il nostro mestiere: curare le persone. E non possiamo certo curare i cittadini in strutture sottodimensionate e sprovviste di farmaci, macchinari e personale qualificato, costretti ad orari che non consentono un giusto riposo”.
I medici ha aggiunto Cassi sono riuniti oggi per tutelare la loro professione e la salute dei cittadini: è per questo che chiedono di voler partecipare attivamente alle scelte regionali in materia sanitaria: “Siamo già tartassati da tasse e balzelli vari, hanno bloccato il rinnovo del contratto”.
È quindi necessario iniziare un percorso di rifondazione della professione medica e delle altre professioni che modifichi radicalmente la situazione attuale, partendo dal confronto con le istituzioni in particolare le Regione, che, ha sottolineato il presidente Cimo: “Dopo la riforma del titolo V sono il nostro interlocutore principale, ma nei confronti delle quali scontiamo l’assenza di un unico riferimento istituzionale”.
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