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Sabato 04 NOVEMBRE 2017
Riduzione delle emissioni, sistemi di sorveglianza e antibiotico resistenza, ma non solo. Le priorità suggerite dagli esperti

Le decisioni che verranno adottate dal G7 Salute, che apre domani a Milano il ministro Beatrice Lorenzin, sono state precedute e supportate da un fattivo confronto attivato con la comunità scientifica internazionale sulle strategie più efficaci per affrontare a livello globale e in tempi brevi gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute.

Dal gennaio 2017, infatti, nel corso dei lavori preparatori, il ministero della Salute si è avvalso di un team di ricercatori dell’Università Ca’ Foscari Venezia, coordinati dal professor Stefano Campostrini, in collaborazione con il progetto interdipartimentale Foresight del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), che hanno messo a punto un questionario, divulgato presso esperti da tutto il mondo, al fine di stilare una lista, con relative priorità, delle azioni da mettere in campo in tutti i Paesi, all’interno dei Paesi del G7 e nei Paesi più esposti agli impatti dei cambiamenti. Tra le misure più urgenti su scala globale, avvisano gli scienziati, spiccano la riduzione delle emissioni e il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza per monitorare gli effetti sulla salute dei cambiamenti e delle emergenze climatiche.
 
Il cambiamento di frequenza degli eventi estremi come ondate di calore, precipitazioni eccezionali e siccità ha effetti diretti sulla salute di esseri umani e sugli animali. Picchi di mortalità sono stati registrati nelle fasce della popolazione più fragili e vulnerabili. Gli impatti sull’ambiente hanno effetti indiretti sulla salute umana e degli animali, anche alterando le condizioni di vita e lavoro.
 
In tale contesto, la presidenza italiana del G7 ha scelto di puntare l’attenzione dei governi sulle strategie globali per affrontare i rischi connessi ai cambiamenti climatici e individuare azioni di adattamento e mitigazione. L’indagine ha interpellato oltre 700 esperti di tutto il mondo, raccogliendo le opinioni di circa 200 di questi. Gli esperti sono stati indicati dalle delegazioni dei Paesi del G7, ivi compresa l’Italia, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dalla FAO, dalla Commissione Europea, dall’EFSA e dall’OCSE.
 
I lavori preparatori della riunione ministeriale G7 Salute si sono svolti durante tutto l’anno e, successivamente, sulla base del mandato dei Capi di Stato e di Governo riunito a Taormina che, per gli aspetti relativi alla Salute, hanno chiesto ai competenti Ministri di sviluppare le seguenti tematiche:
affrontare l’impatto e gli effetti dei fattori climatici e ambientali sulla salute;
promuovere la salute e le cure delle donne e degli adolescenti;
rafforzare la resilienza  dei sistemi sanitari per essere pronti a rispondere in modo rapido, efficace e coordinato a emergenze di sanità pubblica e a sfide a lungo termine.
 
La presidenza italiana ha coordinato i lavori preparatori, cui hanno partecipato i rappresentanti dei Paesi G7 e dell’Unione Europea, con l'obiettivo di proporre una strategia globale sulla salute e, quindi, di individuare le politiche più efficaci e le azioni attuabili in tempi brevi a livello mondiale.
 
La ministeriale G7 Salute è stata preceduta da lavori preparatori e da una discussione che hanno coinvolto non solo le Organizzazioni/Agenzie specialistiche ma anche scienziati, ricercatori, professionisti di diversi estrazioni a livello internazionale, che hanno fornito il loro contributo con una consultazione (Delphi) per fornire un supporto e un ampio consenso alle decisioni politiche, basate sulla scienza e sulla crescente evidenza dei diversi impatti dei fattori climatici e del peggioramento ambientale sui profili sanitari delle comunità, in modo da definire le migliori strategie e individuare un insieme di possibili azioni come concetti e argomenti da sviluppare nella Dichiarazione finale dei ministri.
 
Impatto dei fattori climatici e ambientali sulla salute
Il cambiamento di frequenza degli eventi estremi come ondate di calore, precipitazioni eccezionali e siccità ha effetti diretti sulla salute di esseri umani e sugli animali determinando:
per la fine del 21° secolo il cambiamento della temperatura di superficie probabilmente sarà causa di un aumento di 1.5 °C in più rispetto al 1850;
tra il 2000 e il 2016 il numero di persone vulnerabili esposte alle ondate di calore è aumentato di circa 125 milioni;
picchi di mortalità nelle fasce della popolazione più fragili e vulnerabili;
alterazione delle condizioni di vita e lavoro (diminuzione del 5,3 % in produttività per il lavoro rurale a livello globale  a partire dal 2000 come risultato dell’aumento delle temperature ); 
aumento della diffusione degli insetti vettori e, di conseguenza, del rischio di trasmissione di malattie infettive, una volta considerate esotiche e ora ri-emergenti (Chikungunya, febbri West Nile e Dengue, malaria, Zika); (drastico aumento del 3% e 5,9% della capacità vettoriale per la trasmissione di Dengue di due tipi di zanzare sin dal 1990; In Italia dall’agosto 2017 al 20 ottobre sono stati confermati 358 casi di Chikungunya);
diminuzione delle risorse idriche e della qualità dell’acqua;
entro il 2050 si prevedono riduzione della disponibilità di cibo a livello globale e del consumo di frutta e verdura, nonché un netto incremento in tutto il mondo delle morti correlate alla nutrizione (declino del 6% della produzione di grano e del 10% del riso per ogni grado aggiuntivo (1°C) di aumento della temperatura globale); 
incremento di fenomeni migratori; in futuro si potrebbero avere 10 milioni di persone per volta in movimento per eventi climatici avversi e/o per gli effetti dei processi climatici a lungo termine.
 
La presidenza italiana, insieme agli altri paesi G7, ha individuato diverse azioni di adattamento e mitigazione da promuovere al loro interno e con azioni di advocacy per stimolare e supportare direttamente i Paesi a maggior rischio, mediante un approccio ‘One Health’, con il coinvolgimento armonico fra salute umana e animale:
- politiche di riduzione delle emissioni, di cui i co-benefici sulla salute sono ampiamente discussi in letteratura;
- irrobustire e promuovere/sostenere le sorveglianze, sia delle malattie infettive, sia più in generale le sorveglianze collegate/collegabili ai fattori climatici e ambientali;
- tutelare le risorse d’acqua, potenziando gli aspetti infrastrutturali e garantendone la sicurezza;
- intensificare il controllo dei vettori di agenti patogeni; 
- individuare nuovi strumenti di prevenzione, come farmaci e vaccini;
- rafforzare i sistemi sanitari (con particolare riferimento ai paesi con flussi migratori – in uscita o transito), con particolare attenzione agli aspetti relativi all’immunizzazione;
- garantire appropriati e sicuri sistemi alimentari,
- promuovere la costruzione di città sostenibili.
 
Salute e cure delle donne, dei bambini e degli adolescenti
La presidenza italiana ha voluto richiamare l’attenzione al dovere etico e sociale per promuovere e tutelare la salute globale, con particolare attenzione ai gruppi vulnerabili. In particolare, verrà affrontato il tema della salute e cure delle donne, dei bambini e degli adolescenti, anche sulla base della Strategia Globale per le donne, bambini e adolescenti delle Nazioni Unite e in linea con il documento sulla ‘G7 Roadmap for a gender-responsive economic environment’, adottato al summit di Taormina.
 
In questo contesto, sono state individuate le seguenti attività:
 
1. promuovere il fondamentale ruolo della donna nella famiglia e nella società, svolgendo la preziosa funzione di guida della salute e portatrice di cure;
2. supportare la salute delle donne durante tutte le fasi della vita, con particolare attenzione alle malattie trasmissibili e non, alla salute riproduttiva e sessuale e alla violenza di genere;
3. investire nella istruzione degli adolescenti per migliorare le loro abilità e capacità.
 
Resistenza antimicrobica 
L'AMR è una delle priorità sia per il ministero della Salute italiano che per la presidenza italiana del G7, proprio perché consapevoli di quanto siano enormi i rischi connessi e quanto sia complessa tale problematica. Il fenomeno dell’AMR non può essere gestito unilateralmente o parzialmente: gli impatti economici e sulla salute sono notevolmente elevati e richiedono l'adozione e l'attuazione di un approccio One Health.
 
Per queste ragioni, è fondamentale procedere in tal senso:
supportare l’adozione del Piano di azione globale sulla resistenza agli antimicrobici in cooperazione con OMS, FAO, OIE (Organizzazione mondiale per la salute degli animali) e incoraggiare il varo di piani nazionali
favorire un uso appropriato degli antibiotici e migliorare la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria;
promuovere e coordinare la ricerca e lo sviluppo di nuove farmaci, ma anche in relazione ai fattori climatici e ambientali (aspetto sin ora poco studiato);
approfondire i collegamenti tra la resistenza antimicrobica antropogenica e i rischi per la salute umana, animale e dell’ecosistema mediante la ricerca sull’incidenza, sulla prevalenza e sui pattern geografici dell’ AMR e sull’utilizzo degli antimicrobici (AMU), includendo la diffusione attraverso patogeni diversi, la circolazione nella popolazione, dagli umani agli ani-mali e viceversa, e attraverso i serbatoi alimentari e ambientali. 
 
Un altro aspetto molto importante riguarda la collaborazione inter e multi settoriale per poter raggiungere e attuare gli obiettivi prefissati. È fondamentale condividere esperienze, informazioni, buone pratiche tra i paesi G7, al fine di creare una piattaforma comune, e all’interno dei singoli paesi tra le diverse istituzioni/autorità competenti, nonché promuovere la formazione, il coinvolgimento delle comunità e dei diversi ‘stakeholders’ favorendo la collaborazione.

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