Aggressioni ai medici. Lo Smi Catania dichiara lo stato di agitazione. Assemblea con 25 sindaci della provincia
“Servono interventi urgenti, no alla chiusura di postazioni di guardia medica”, è quanto spiega ai sindaci il Sindacato dei medici italiani, che dichiara lo stato di agitazione provinciale. Trovato: “Un segnale forte dai sindaci di centri importanti. Siamo certi che la mobilitazione della guardia medica e dei cittadini crescerà e romperà l’immobilismo del governo”.
20 NOV - Lo Smi Continuità Assistenziale di Catania dichiara lo stato di agitazione contro le condizioni di insicurezza delle sedi di guardia medica. E sabato scorso si è riunito in assemblea per affrontare il problema della sicurezza nelle sedi dislocate sul territorio. La riunione è stata presieduta dal Coordinatore Provinciale Smi,
Cosimo Trovato e dal Responsabile Regionale del 118,
Emanuele Cosentino, ed ha visto la partecipazione di un folto gruppo di medici, ma anche di sindaci, o loro delegati: dal rappresentante della Città Metropolitana di Catania ai primi cittadini delle zone del Pedemontano e del Calatino.
A seguito dell’incontro, il coordinatore provinciale del Sindacato dei Medici Italiani di Catania, Cosimo Trovato, ha inviato oggi una lettera alle istituzioni (ministero della Salute, regione Sicilia, prefetto di Catania, direttore generale Asp locale, presidente OdM di Catania) che raccoglie le preoccupazioni e le proposte della categoria, anche a seguito della riunione di venerdì scorso con gli enti locali.
Nella missiva si denuncia, “come sia centrale il problema della sicurezza, dell’organizzazione e della logistica delle sedi, e, quindi della tutela delle guardie mediche che vi operano”. “Tutto ciò - si spiega - anche alla luce dell’ultimo drammatico episodio di violenza a Trecastagni che ha evidenziato quanto siano insufficienti gli attuali e vigenti meccanismi di controllo delle postazioni. Serve una svolta, interventi concreti che garantiscano chi lavora in prima linea, e contemporaneamente, la qualità del servizio alla cittadinanza”.
Si rilevano, quindi, “tutte falle nell’attuale sistema e la pochezza delle proposte dell’ASP locale”.
Nel contempo, si avanza un “pacchetto di iniziative per migliorare l’assistenza agli utenti del provincia e dare risposte adeguate agli operatori della Continuità Assistenziale”.
Alla fine l’assemblea ha elaborato un documento e votato all’unanimità di:
1.
Proclamare lo stato d’agitazione del settore della Continuità Assistenziale della Provincia di Catania.
2.
Rigettare l’ipotesi di accorpamento delle sedi di Continuità Assistenziale, avanzata dall’ASP. Posizione condivisa con forza dai medici e dai Sindaci presenti in sala.
3.
Richiedere la presenza, in tutte le sedi, di guardie giurate che dovranno presidiare le sedi e, contemporaneamente, accompagnare i Medici nelle visite domiciliari.
4. Coinvolgere i Sindaci della provincia di Catania in tutte le decisioni che la Direzione Generale dell’ASP intenderà adottare sul settore della Continuità Assistenziale.
5. Istituire una Conferenza di Servizio, presieduta dal Comune capofila Metropolitano, che coinvolga il Direttore Generale dell’ASP3-Catania, i Sindaci della Provincia Metropolitana e i Sindacati rappresentativi del settore della Continuità Assistenziale.
20 novembre 2017
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