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Allarme estate della Fsi-Usae: “Attesi 2 milioni di turisti e gli ospedali rischiano il collasso”

La Federazione Sindacati Indipendenti ha inviato una nota ai nove Prefetti della Regione per denunciare i problemi derivanti dalla carenza di personale negli ospedali. “La Regione continua a non avere consapevolezza del fallimento del suo operato. Discute solo in termini ragioneristici. Intanto la gente muore perché non trova strutture adeguate e la tensione sale, facendo crescere il rischio di aggressioni contro i professionisti”.

20 GIU - “Gli ospedali siciliani si apprestano a vivere l'ennesima emergenza estiva”. A denunciarlo è la Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti aderente alla confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei (Fsi-Usae) che, in una nota inviata ai nove Prefetti della Regione lancia l’allarme sul “rischio e le difficoltà a garantire i servizi minimi essenziali, per far fronte ad una popolazione che nei mesi estivi supererà i 7 milioni di abitanti per l'arrivo di più di 2 milioni di vacanzieri (dati Agenzia Nazionale del Turismo – ENIT)”.
 
I problemi, secondo il sindacato, sono soprattuto legati alla carenza infermieristica, medico e sanitario negli ospedali. “Il Pronto Soccorso si trasforma in una giungla, in cui pazienti, a volte anche rimangono in attesa anche 10-12 ore. Ma la Regione non ha ancora provveduto alle assunzioni promesse entro il famoso novembre 2015 nelle 18 aziende sanitarie e al 118”, denuncia la segreteria regionale della Fsi-Usae.
 
“Il personale – prosegue il sindacato - è sottoposto a turni massacranti, con evidenti ripercussioni sulla qualità delle prestazioni erogate, oltre che ovviamente sulle condizioni di lavoro di ogni singolo operatore. Non si capisce come la Regione intende far fronte alla gravissima carenza di personale sanitario e quando, e con quali fondi, indire i concorsi. Tanti dunque i problemi che devono ancora essere affrontati, e in merito ai quali cittadini e singoli lavoratori attendono ancora risposte dalle aziende sanitarie”. Mentre sulla rete ospedaliera “è calato il silenzio”. Ma “per ricorrere allo scorrimento delle graduatorie regionali valide e per bandire i nuovi concorsi non si può più aspettare, il personale che è andato in pensione non è stato ancora sostituito”, insiste la Fsi-Usae.
 
Una delegazione della Fsi-Usae Sicilia ha visitato, nei giorni scorsi, alcuni ospedali siciliani: grandi e piccoli, delle Asp di Palermo, Catania, Messina e Agrigento, raccogliendo varie lamentele. E spiega: “La Sicilia ‘vanta’ il triste primato di casi di malasanità, presunti errori medici o di cattiva organizzazione sanitaria. 117 in Sicilia, 36 in Emilia Romagna, 34 in Toscana e Lombardia, 29 in Veneto, 24 in Piemonte, 7 in Umbria, 3 in Friuli, 1 in Trentino. Sono i dati stilati dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario analizzati dal 2009. Non si deve generalizzare e colpevolizzare tutti gli operatori sanitari, la maggioranza di loro opera con professionalità tra mille difficoltà strutturali ed organizzative per salvare vite, come il pochissimo personale del 118, che corre giorno e notte a soccorrere le vittime della strada. Inoltre molteplici le segnalazioni di cittadini che denunciano le lunghe e interminabili liste d’attesa. La sfiducia dei cittadini nei confronti della sanità siciliana li induce a continuare la via dei viaggi della speranza verso il nord. La sanità siciliana regala fiumi di denaro pubblico ai privati e mantiene liste di attesa da terzo mondo”.
 
Altro problema sollevato dalla Fsi-Usae è la mancanza di posti letto. “Ogni provincia dovrebbe avere una media di 3 posti letto per mille abitanti. Ne servirebbero il doppio, per colmare il gap – scrive la Fsi-Usae - La Regione parla da tempo di assunzioni di personale sanitario medico e non medico, continuamente rinviate. E, invece, molti reparti specialistici nuovi potrebbero essere aperti. Ad esempio, un caso ancora irrisolto riguarda la mancata apertura dell’ospedale San Marco di Librino e del pronto soccorso del Policlinico di Catania: due monumenti allo spreco. Senza dimenticare l’ospedale di Sant’Agata di Militello: lo scheletro in cemento si può ammirare già dallo svincolo dell’autostrada Palermo-Messina”.
 
“Gli infermieri, come i medici, si trovano a lavorare negli ospedali siciliani in un clima di tensione – precisa il sindacato – La causa è la carenza del personale presente negli ospedali: in pochi, si sbaglia e scattano facilmente le denunce. I cittadini non si fidano più e gli infermieri in primis, professioni sanitarie ostetriche, riabilitative, tecniche, della prevenzione, e medici, sono sempre più a rischio di aggressioni”.

La Fsi-Usae Sicilia fa sapere che “continuerà a lottare per i diritti del personale sanitario e a intraprendere tutte le iniziative che mirano a tutelare i lavoratori”. “Riteniamo che questo percorso normativo lungo e complesso sulle famose assunzioni non faccia altro che illudere i lavoratori. La Regione però continua a non avere consapevolezza della reale situazione in cui versano i reparti e del fallimento del suo operato, discute solo in termini ragioneristici e intanto la gente muore perché non trova strutture adeguate. Senza assistenza sanitaria si muore, non possono essere più tollerati risparmi dove è in gioco la vita umana. Il sindacato ha così scritto e allertato come l’anno scorso le nove prefetture siciliane”.

20 giugno 2017
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