Lotta all’antibiotico resistenza. Troppe le differenze tra Regione e Regione. Una criticità nell’agenda delle politiche sanitarie siciliane
L’Italia è così profondamente divisa da indurre l’Ecdc a bocciare le difformità del sistema. È quanto emerso dall’evento “Stato dell’arte dell’antimicrobial stewardship: esperienze regionali a confronto” organizzati a Milano e Roma con il supporto non condizionato di Msd. Cascio: “In Sicilia grande attenzione al problema, manca però personale dedicato”. IL VIDEO
07 APR - Il fenomeno dell’antibiotico resistenza, che vede il nostro Paese tra i primi tre Stati in Europa con percentuali di resistenza più elevati, dopo Grecia e Turchia, è avvertito in maniera differente tra Regione e Regione. Le differenze tra le varie realtà locali e le problematicità relative al fenomeno dell’antibiotico resistenza sono state al centro dell’evento “Stato dell’arte dell’antimicrobial stewardship: esperienze regionali a confronto” organizzato a Milano e Roma con il supporto non condizionato di Msd. Un evento che ha visto il confronto tra i istituzioni, clinici, microbiologi e manager della salute a livello regionale per individuare percorsi condivisi per lo sviluppo di modelli virtuosi.
Antonino Cascio del Policlinico Giaccone di Palermo ha ricordato comei l problema dell’antibiotico-resistenza e delle infezioni correlate all’assistenza sia all’ordine del giorno delle politiche sanitarie della Sicilia, ma ha anche ricordato come ci sia una carenza di personale nei reparti di malattie infettive e vada migliorato il coordinamento tra servizi di microbiologia e reparti per accelerare le tempistiche. “L’antimicrobial-stewardship – ha detto – significa anche andare al letto del malato, quindi l’infettivologo deve visitare il paziente, guardare la cartella clinica, avere a disposizione i dati microbiologici prima possibile. Ci vogliono quindi delle risorse umane ma, purtroppo, i concorsi sono bloccati da tanto tempo e quindi in molti reparti di malattie infettive il personale è carente. I servizi di microbiologia in linea di massima funzionano, ma dev’essere migliorata la tempistica con cui il referto microbiologico raggiunge il reparto. Fondamentale anche la comunicazione. Sono tanti tasselli che devono incastrarsi per fare funzionare la macchina, e ci vuole molta coordinazione e condivisione di percorsi”.