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Rossi, l’intramoenia e i Dg che sparano nel mucchio

05 APR - Gentile direttore,
le chiedo ospitalità per poter formalizzare alcune considerazioni in merito alla lettera di Michele Vullo, Direttore Generale AO Papardo Messina “Libera Professione di Rossi il “Re è nudo”. Credo di averne diritto, nella doppia veste di dirigente sindacale della Regione cui appartiene l’Azienda  Ospedaliera  Papardo, la  Sicilia e di dirigente medico endocrinologo nella stessa Azienda Ospedaliera Papardo.

Non intendo commentare ovviamente le dichiarazioni del Presidente della Regione Toscana sul tema ALPI. Su esso sono intervenuti in maniera completa ed esaustiva i vertici della Associazione Sindacale di cui faccio parte.

No. Ciò su cui intendo soffermarmi è la coscienza che dell’ALPI ha il Direttore Generale; che dopo 24 mesi di ponderato discernimento del Governatore Crocetta, dopo valutazioni ripetute sui lavori della commissione da lui istituita, hanno regalato alla Azienda Papardo.

Un Direttore Generale che confonde il drammatico problema delle liste di attesa abnormi con l’attività intramoenia “ungendo” manzonianamente quest’ultima della responsabilità delle prime.

Il nostro fa riferimento alla situazione della nostra Azienda: alle 15 cala il “silenzio” sulla attività ordinaria, soprattutto per quanto attiene l’utilizzo della diagnostiche specialistiche (diagnostica x immagini, doppler cardiaci, doppler vascolari, Neurofiopatologia, etc.). Vero! Come così come è vero che cala il silenzio nell’AOU Policlinico di Messina (che Vullo conosce bene perché per due anni è stato Direttore Amministrativo), come cala il silenzio nella stragrande maggioranza delle strutture ospedaliere di questa splendida isola.
 
Sul vero perché, però cala il “silenzio” del Direttore Vullo, il quale ad esempio non riferisce nulla sulla drammatica situazione delle Piante Organiche dell’Isola.
Riferisco io con alcuni esempi oggetto di denunzia presso le competenti Procure e le competenti Direzioni Provinciali del Lavoro:
‐ Sette cardiologi (di cui 4 con prescrizioni mediche per parziale inabilità) che devono  far  fronte  a  ricoveri  ordinari  ed  in  UTIC,  ambulatori  istituzionali, guardie, etc.
‐ Sette chirurghi generali che devono coprire i turni in 2 Ospedali distanti 30 km.
‐ Sei neurochirurghi che devono coprire guardia H24, sala operatoria, reparto, etc.
‐ Turni  14‐20 coperti con reperibilità diurna (!!??) in Anestesia e Ortopedia.
‐ Presidi Ospedalieri con turni notturni di Pronta Disponibilità sostitutivi della Guardia Attiva (!?).
 
Non voglio tediarvi ma devo ricordare al mio Direttore Generale che, da circa 12 mesi stiamo combattendo contro una situazione che vede le unità operative della nostra Azienda dover supplire all’attività in emergenza urgenza H24 nei due ospedali che compongono l’azienda (con piante organiche bastevoli per un solo ospedale si fanno turni di emergenza in due presidi), in attesa che una classe politica globalmente inefficiente come quella Siciliana, formalizzi il Decreto attuativo di una Legge Regionale (siamo fuori di 2 mesi dal termine perentorio entro cui emanarlo), nel silenzio di tutte le Istituzioni. E la Pianta Organica che verrà, dovrà scontare un sottofinanziamento di 14 milioni di euro rispetto al 2011.

Come si fa a garantire un medico che faccia attività diagnostica per esterni 14‐20, oltre quelli che devono garantire istituzionalmente l’attività di presenza attiva H24, con l’entrata della 161?!

Questa è la causa delle liste di attesa spaventose: il sottofinanziamento del Servizio Sanitario (reti per l’emergenza, per le patologie crono‐dipendenti, Punti nascita etc.), in una Regione che paga di più il privato convenzionato (soprattutto fondazioni del Nord Italia) e che di fatto spinge il cittadino verso l’”out of pocket” selvaggio e quindi verso un accesso alle prestazioni non costituzionalmente uguale per i cittadini di tutti i ceti sociali.

Mi mette in difficoltà commentare poi le dichiarazioni del Direttore circa il “silenzio” che avvolge anche i locali dedicati all’ALPI all’interno della Azienda. La causa, a suo dire, il ricorso ad una attività “in nero” presso studi privati  da parte dei dirigenti con rapporto esclusivo.

E continua affermando che: sì farebbe le denunzia però lamenta la “indisponibilità dei cittadini  e pazienti a ripetere, con dovizia di particolari, quanto vengono a riferire al direttore..“ (cfr. lettera 25 marzo 2016). È grave che un Direttore Generale si esprima così! Questo, mi sia consentito, è sparare nel mucchio e non me lo sarei aspettato da una persona come il dott. Vullo.

Lei è il Direttore Generale. Lei può delegare ispezioni mirate da parte dei suoi Direttori nelle sedi, ove si svolge o si dovrebbe svolgere l’Alpi. Lei può andare dalle Istituzioni della nostra città (Messina): Procura, Guardia di Finanza etc. e sicuramente troverebbe orecchie attente. Se vi sono dei colpevoli paghino! Ma questo che Lei fa, dott. Vullo, è buttare fango sui dirigenti dell’Azienda di cui Lei è il legale rappresentante. E’ un gioco al massacro cui noi non ci prestiamo.

Da queste colonne, quindi la sfido ad andare dalle Istituzioni. Se non lo farà, giustificherà ancor di più chi come il sottoscritto, in rappresentanza dell’ANAAO ASSOMED, insieme ai Dirigenti di un’altra sigla confederale, ha chiesto, come Lei ben sa, all’Assessore alla Salute di voler commissariare l’Azienda Ospedaliera Papardo.
 
Pietro Pata
Segretario Regionale Anaao-Assomed Sicilia

05 aprile 2016
© Riproduzione riservata

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