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Pazienti cardiopatici. Bere alcol in quantità da lieve a moderata comporta un minor rischio di infarto e di morte

di Dania Nadeem

L’assunzione di una moderata quantità di alcol riduce il rischio di infarto o morte nei pazienti cardiopatici. A questa conclusione è giunto uno studio britannico che ha valutato i dati della UK Biobank, dell’Health Survey for England, dello Scottish Health Survey e di 12 studi precedenti.

27 LUG - (Reuters Health) – Il consumo di alcol in quantità da lieve a moderata è collegato a un ridotto rischio di infarto, ictus e morte nei pazienti cardiopatici. E’ quanto emerge da uno studio britannico pubblicato dalla rivista BMC Medicine. Il maggior beneficio – una riduzione del rischio del 50% rispetto ai non bevitori – è stato osservato nelle persone con malattie cardiache che hanno bevuto mediamente 6 grammi di alcol al giorno. (Una “unità” standard di alcol è di 8 grammi nel Regno Unito mentre il contenuto medio di alcol nelle bevande consumate negli Stati Uniti contiene 14 grammi).
 
Lo studio ha analizzato i dati della UK Biobank, dell’Health Survey for England, dello Scottish Health Survey e di 12 studi precedenti. Le persone che consumano in media 8 grammi di alcol al giorno presentano un rischio di morte per infarto, ictus o angina inferiore del 27% rispetto a coloro che non bevono. I soggetti che consumano 7 grammi di alcol al giorno hanno invece un rischio di morte per qualsiasi causa più basso del 21%. Bere quantità maggiori di bevande alcoliche, fino a una media di 15 grammi di alcol al giorno, è stato invece collegato a riduzioni minori del rischio.

“I nostri risultati suggeriscono che le persone con CVD (malattie cardiovascolari) potrebbero non aver bisogno di smettere di bere per prevenire ulteriori infarti, ictus o angina, ma dovrebbero invece considerare una riduzione dell’assunzione settimanale di alcol”, afferma il coautore dello studio Chengyi Ding, ricercatore presso l’University College di Londra. “Il consumo di alcol è associato ad un aumentato rischio di sviluppare altre malattie”.

Ding segnala comunque che le persone che non bevono non dovrebbero essere incoraggiate a bere, anche se poco, a causa dei noti effetti negativi dell’alcol il quale favorirebbe, tra l’altro, anche la cancerogenesi. I ricercatori, che hanno valutato più di 48.000 pazienti con malattie cardiache, hanno scoperto che chi fa un consumo maggiore di alcol, fino a 62 grammi al giorno, non corre comunque maggiori rischi di infarto o di morte rispetto a chi non beve alcol.

Nel complesso, comunque, le quantità di alcol associate a benefici sono inferiori a quelle raccomandate attualmente nella maggior parte delle linee guida. Ad esempio, quelle dell’American Heart Association raccomandano fino a 2 drink (misure statunitensi) al giorno per gli uomini malati di cuore e 1 al giorno per le donne cardiopatiche.

Fonte: Reuters Health News

Dania Nadeem

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

27 luglio 2021
© Riproduzione riservata

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