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La Tavr può migliorare la funzione neurocognitiva

di Marilynn Larkin

Dopo la sostituzione della valvola aortica transcatetere (TAVR), alcuni pazienti possono sperimentare un miglioramento della funzione neurocognitiva. Questo miglioramento è più evidente rispetto a quello che si registra tra i pazienti che si sottopongono sostituzione chirurgica della valvola aortica (SAVR). È quanto emerge dall’analisi post hoc dello studio multicentrico PARTNER 3, che ha coinvolto 1.000 pazienti.

23 NOV - (Reuters Health) – In una piccola analisi post-hoc, i pazienti con punteggi al basale nel range basso-normale o inferiori al Mini-Mental Status Examination (MMSE) hanno fatto registrare un miglioramento neurocognitivo, dopo sostituzione della valvola aortica transcatetere (TAVR), maggiore rispetto a coloro che erano stati sottoposti a sostituzione chirurgica della valvola aortica (SAVR).
 
L’analisi post-hoc dello studio multicentrico PARTNER 3 ha coinvolto 1.000 pazienti a basso rischio con grave stenosi aortica assegnati a caso a TAVR o SAVR. L’analisi è stata condotta da Srinivasa Potluri e colleghi del Baylor Scott and White The Heart Hospital-Plano in Texas.

Il punteggio medio al basale misurato dal MMSE era di 28,6 su una scala da 1 a 30, con punteggi da 20 a 24 che indicavano lieve demenza, da 13 a 20 demenza moderata e punteggi inferiori che indicavano demenza grave. 165 pazienti su 926 (17,8%) presentavano punteggi al MMSE pari o inferiori a 27.
Complessivamente, è stato osservato un miglioramento minimo nel MMSE dal basale ai 30 giorni successivi e non è stato rilevato alcun miglioramento a un anno con qualsiasi procedura.

Tuttavia, un focus sui pazienti con punteggi al basale pari o inferiori a 27 ha mostrato un miglioramento significativo nel MMSE a 30 giorni (2,4 punti; 150 partecipanti) e a un anno (2,2; 144 partecipanti). Anche se i punteggi sono migliorati con entrambi i trattamenti, il miglioramento è stato più evidente fra i pazienti trattati con la TAVR rispetto quelli sottoposti a SAVR (2,7 versus 1,5).

“Continueremo a raccogliere informazioni neurocognitive per i pazienti che si sottopongono a TAVR. Questo studio è un follow-up di un anno e i pazienti continueranno a essere seguiti”, affermano i ricercatori.

Fonte: JACC: Cardiovascular Interventions

Marilynn Larkin

(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

23 novembre 2020
© Riproduzione riservata

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