Scaccabarozzi: "Sì al tavolo col Governo. Il farmaco è volano di sviluppo, ma basta tagli"
Intervista esclusiva al presidente di Farmindustria che plaude alla proposta del sottosegretario De Vincenti di aprire un tavolo per il rilancio del settore. “Chiediamo un quadro normativo stabile e politiche di respiro per gli investimenti e l’innovazione”.
19 APR - Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, giudica con favore l’annuncio di un’imminente apertura di un tavolo di confronto con il Governo sulle prospettive del settore farmaceutico, lanciata dal sottosegretario allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti durante il recente seminario sull’industria del farmaco organizzato dalla
Fondazione Sicurezza in Sanità, ma sottolinea come già le misure previste dalla manovra di luglio 2011 non siano sostenibili per il comparto e chiede al Governo un quadro normativo stabile che abbandoni la logica dei tagli che ha colpito il comparto negli ultimi dieci anni.
Presidente come giudica l'annuncio dell’imminente apertura di un tavolo di confronto sulle prospettive del comparto farmaceutico?
L’idea è ottima e noi la accogliamo con favore. Anche perché spesso negli anni il farmaco è stato solo visto come una spesa fine a se stessa mentre il farmaco può rappresentare un’importante fonte di risparmio. Ma al di là di questo è importante evidenziare che il Governo considera il settore anche come fonte di crescita e di sviluppo e non solo un comparto cui attingere.
Quali sono le criticità del settore, anche alla luce delle misure previste dalla manovra di luglio, se non si dovesse raggiungere un accordo diverso con il Patto della Salute?
Le misure imposte dalla manovra di luglio con tagli previsti per 800 milioni di euro sono inaccettabili e ciò ci penalizza enormemente, soprattutto perché colpisce duramente l’innovazione che rappresenta invece un volano per la crescita. Ci rendiamo conto delle difficoltà economiche ma oggi non possiamo più sopportare nessuna manovra, anche quella del luglio 2011.
E i problemi più urgenti?
Le criticità più urgenti che abbiamo riguardano proprio il Patto della Salute e lo spettro dell’aumento dell’Iva, che se verrà inserita nel tetto di spesa vorrà dire che sarà tutta ripianata dalle aziende. Queste le più urgenti, ma poi vi sono difficoltà nell’accesso ai nuovi farmaci, mediamente ci vogliono 250 giorni in più rispetto agli altri Paesi europei, e poi vi è il problema dei tempi di pagamento che sono lunghissimi, anche qui con una media a 250 giorni, e che per le piccole aziende rappresenta un problema di vita.
Quali sono le proposte che voi pensate di portare al tavolo con il Governo?
Stiamo lavorando ad un progetto per arrivare al tavolo con una proposta che sostanzialmente aiuti il Governo a rendere la spesa sanitaria sostenibile senza continuamente gravare sulla spesa farmaceutica. Il nostro auspicio è di arrivare ad un Patto che possa mantenere costante nel tempo il livello degli investimenti. Ed è questa l’unica richiesta che facciamo al Governo, ovvero quella di avere almeno per i prossimi tre anni un quadro normativo stabile e sostenibile in modo da poter realizzare piani e progetti a lungo termine per difendere la nostra qualità.
Luciano Fassari
19 aprile 2012
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