Progetto Iss-Nato per lo sviluppo di test rapidi per la diagnosi Covid
L'obiettivo è produrre proteine strutturali ricombinanti codificate da SARS-CoV-2 e anticorpi monoclonali (mAb) specificamente in grado di riconoscere queste proteine. Questi reagenti saranno utilizzati per sviluppare affidabili test diagnostici COVID-19. Il progetto nell'ambito del programma Science for peace and security della NATO, vede, oltre all'Iss, anche la collaborazione dei policlinici di Basilea e di Roma Tor Vergata.
07 MAG - Sviluppare kit diagnostici rapidi per il dosaggio di anticorpi e antigeni specifici del coronavirus nei fluidi biologici. E’ questo l’obiettivo del progetto ISS presentato alla piattaforma Science for peace and security della NATO, approvato e finanziato e che è stato presentato nei giorni scorsi nell’ambito di un meeting online. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l’Ospedale universitario di Basilea e il Policlinico Tor Vergata di Roma.
“I fluidi biologici analizzati - sottolinea
Roberto Nisini, del reparto Immunologia dell’ISS, coordinatore del progetto - saranno il sangue ma anche la saliva e le secrezioni naso-faringee da tampone e il risultato si potrà conoscere in un lasso di tempo variabile da pochi minuti a un’ora. Il test sarà strumentale per lo screening iniziale in un triage o in una comunità”.
L'obiettivo è produrre proteine strutturali ricombinanti codificate da SARS-CoV-2 e anticorpi monoclonali (mAb) specificamente in grado di riconoscere queste proteine. Questi reagenti saranno utilizzati per sviluppare affidabili test diagnostici COVID-19, attraverso un approccio coordinato e multidisciplinare che combina esperienza in immunologia, virologia e biologia molecolare.
La procedura di immunizzazione che verrà utilizzata per generare anticorpi monoclonali fornirà anche un modello preclinico di immunogenicità di un vaccino anti-COVID-19. L'identificazione di anticorpi anti-virus potrebbe rappresentare un primo passo nello sviluppo di immuno-terapie basate sulla somministrazione di anticorpi per il trattamento di pazienti infetti.
“I kit diagnostici sviluppati – conclude Nisini - consentiranno un rilevamento più rapido dei SARS-CoV-2 rilasciati nei fluidi corporei umani nell’ambiente e l'identificazione sensibile della risposta immunitaria agli antigeni strutturali SARS-CoV-2. Gli aspetti innovativi di questo progetto includono la possibilità di rilevare e misurare sia le immunoglobuline umane G (IgG), A (IgA) e M (IgM) specifiche per componenti strutturali del SARS-CoV-2 nel siero, che gli antigeni virali nei biofluidi”.
Lo studio coinvolge ricercatori di diversi dipartimenti e centri ISS in un modello collaborativo che si auspica possa continuare anche quando l’emergenza COVID-19 sarà superata.
Cos'è il il programma Science for peace and security
Il programma NATO Science for Peace and Security (SPS) ha contribuito agli obiettivi fondamentali dell'Alleanza da oltre sei decenni. È uno dei più grandi e importanti programmi di partenariato della NATO che affronta le sfide della sicurezza del 21° secolo, in particolare cyber defence, tecnologie avanzate, antiterrorismo, sicurezza energetica e difesa contro agenti chimici, biologici, radiologici e nucleari. Come parte della divisione Emerging Security Challenges (ESC) della NATO, il programma SPS promuove la cooperazione scientifica pratica tra ricercatori, esperti e funzionari della NATO e dei paesi partner. Supportando attività rilevanti per la sicurezza sotto forma di sovvenzioni per progetti pluriennali, seminari di ricerca avanzata, corsi di formazione avanzata e istituti di studio avanzati, SPS promuove la creazione e l'espansione di reti di esperti internazionali, la condivisione delle migliori pratiche e il scambio di competenze e know-how tra le comunità scientifiche della NATO e dei paesi partner.
Fonte: Iss
07 maggio 2020
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