Coronavirus. Nessun caso in Abruzzo, ma ci si prepara ad affrontare l’emergenza
Definiti dei protocolli operativi nel rispetto di quanto previsto dal Decreto d’emergenza approvato dal Consiglio dei Ministri. Verì: “E’ importante coniugare l’esigenza di non sottovalutare casi potenziali con la necessità di operare un filtro su criteri ben precisi, perché un accesso indiscriminato e incontrollato ai protocolli rischia di mettere in crisi l’intero sistema, che invece deve essere pienamente operativo per eventuali reali necessità”.
24 FEB - Al momento in Abruzzo non c’è alcuna evidenza di circolazione locale del Covid 19, ma per far fronte a eventuali emergenze che potessero verificarsi nei prossimi giorni, la Regione ha definito dei protocolli operativi nel rispetto di quanto previsto dal nuovo Decreto d’emergenza approvato dal Consiglio dei Ministri.
Alla riunione operativa, convocata ieri dal presidente
Marco Marsilio e dall’assessore alla Salute
Nicoletta Verì, hanno partecipato – oltre ai dirigenti e funzionari del Dipartimento - i rappresentanti della Protezione civile regionale, delle Asl, dei medici di medicina generale, dell’Anci e delle Prefetture.
Queste le misure decise:
- “per coloro che provengono dalle aree del Nord Italia non rientranti nelle zone rosse, si distinguono due tipologie di casi: gli asintomatici che non hanno avuto contatti significativi con persone a rischio (per essere considerato contatto significativo non basta essere stati su un vagone ferroviario o in un centro commerciale) non vengono presi in carico; per coloro che accusano invece stati febbrili o altre sintomatologie, viene attivata la sorveglianza sanitaria passiva, vale a dire che il soggetto dovrà prendere contatti con la propria Asl di competenza, comunicare i propri dati e successivamente informare la stessa Asl di eventuali improvvisi peggioramenti”.
- “Per coloro – sempre asintomatici - che hanno avuto invece contatti significativi con persone provenienti dalle zone rosse (o che siano partiti dalle zone rosse prima del divieto di lasciare le stesse aree), c’è l’obbligo dell’isolamento fiduciario domiciliare con sorveglianza sanitaria attiva. Vale a dire che sarà la Asl a contattare, a intervalli regolari, il soggetto e verificare eventuali mutamenti del quadro clinico”.
Su queste categorie di soggetti, spiega la Regione in una nota, “non viene eseguito il test per il Covid 19, a meno di un mutamento significativo del quadro clinico”.
- Per tutti gli altri casi, restano ferme le indicazioni già introdotte nei giorni scorsi, vale a dire il non recarsi autonomamente nei pronti soccorso (per evitare la potenziale diffusione di un eventuale contagio), ma rivolgersi sempre prima telefonicamente al proprio medico di famiglia o alle guardie mediche, che attueranno un triage telefonico e solo eventualmente attiveranno il protocollo di presa in carico ospedaliera, che verrà gestito dal 118 in sicurezza.
“E’ importante – commenta nella nota l’assessore Verì – coniugare l’esigenza di non sottovalutare casi potenziali con la necessità di operare un filtro su criteri ben precisi, perché un accesso indiscriminato e incontrollato ai protocolli rischia di mettere in crisi l’intero sistema, che invece deve essere pienamente operativo per eventuali reali necessità”.
Nel corso della riunione si è parlato anche dell’approvvigionamento dei dispositivi di sicurezza, i cui quantitativi saranno aumentati, sia delle assunzioni straordinarie aggiuntive di personale sanitario dedicato esclusivamente alle strutture coinvolte nella gestione dell’emergenza.
La Regione, spiega infine che saranno messe in campo tutte le misure previste dal Decreto, a partire dal divieto all’effettuazione delle gite scolastiche. Verrà infine attivata una task force per il reperimento e la distribuzione di materiale sanitario, grazie anche alla collaborazione con l’Anci.
24 febbraio 2020
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