Parkinson. Con la stimolazione cerebrale profonda a rischio la capacità di nuotare
di Linda Carroll

Un piccolo studio condotto in Svizzera ha individuato alcuni casi di esperti nuotatori che, dopo essersi sottoposti alla stimolazione cerebrale profonda per curare alcuni sintomi del Parkinson, hanno perso la capacità di nuotare. Il meccanismo di questo fenomeno non è noto
28 NOV -
(Reuters Health) – Alcuni pazienti affetti da malattia di Parkinson avrebbero perso la capacità di nuotare a seguito del trattamento con stimolazione cerebrale profonda. A evidenziarlo è un piccolo studio pubblicato da Neurology e coordinato da
Christian Baumann, dell’University Hospital di Zurigo, in Svizzera.
I ricercatori hanno identificato nove pazienti su 217, tra cui bagnini e abili nuotatori, che avevano dimenticato come si nuota dopo l’impianto di un dispositivo di stimolazione cerebrale profonda applicato per controllare sintomi della malattia quali tremore, rigidità e movimenti rallentati. Secondo i ricercatori, comunque, non è chiaro se la perdita è permanente.
“I neurologi dovrebbero essere consapevoli di questo possibile effetto della stimolazione, anche se raro”, sottolinea Baumann. “Disattivare la stimolazione migliora il nuoto, come sperimentato in alcuni pazienti, ma altre funzioni motorie peggiorano”.
Il clinico, comunque, non sa spiegare perché la stimolazione influenzi la capacità di nuotare. “Molto probabilmente l’alterazione dell’azione sincronizzata in diverse strutture cerebrali ha un impatto su alcuni complessi comportamenti motori imparati nel passato”.
Fonte: Neurology
Linda Carroll
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
28 novembre 2019
© Riproduzione riservata
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