Riabilitazione cardiaca dopo stent. Pochi pazienti la fanno
di Carolyn Crist
Le linee guida USA raccomandano fortemente la riabilitazione cardiaca dopo un intervento di posizionamento di uno stent. Eppure, sono pochi i pazienti che seguono questa raccomandazione, che è più sentita tra coloro che hanno subito un evento coronarico acuto. Nello studio condotto nello Stato del Michigan su oltre 30 mila pazienti con stent, solo 8 mila hanno partecipato ad almeno una sessione di riabilitazione entro 90 giorni dalle dimissioni
21 GIU -
(Reuters Health) – Dopo aver subito un intervento di posizionamento di uno stent all’interno di un’arteria cardiaca, soltanto un paziente su tre segue un programma di riabilitazione cardiaca, secondo quanto emerge da uno studio dell’Università del Michigan, pubblicato da Journal of American College of Cardiology. La riabilitazione garantisce ai pazienti una migliore qualità della vita e tassi più bassi di nuova ospedalizzazione.
“Nelle linee guida di pratica clinica la riabilitazione cardiaca dopo l’inserimento di uno stent coronarico ha la raccomandazione più forte”, sottolinea l’autore principale dello studio, Devraj Sukul dell’Università del Michigan ad
Ann Arbor. “Sfortunatamente, però, la partecipazione alle sessioni di riabilitazione cardiaca tra i pazienti eleggibili rimane bassa”.
Lo studio
. Sukul e colleghi hanno analizzato i dati di oltre 42.000 pazienti del Michigan sottoposti a intervento coronarico percutaneo (PCI), una procedura comune per liberare un’arteria cardiaca bloccata che in genere include il posizionamento di un piccolo stent tubolare per mantenere pervio il vaso sanguigno. Utilizzando due database, uno di cartelle cliniche e l’altro di assicurazioni sanitarie, i ricercatori hanno rintracciato i pazienti che hanno ricevuto assistenza in uno dei 47 ospedali del Michigan tra il 2012 e il 2016, per individuare chi aveva partecipato alla riabilitazione cardiaca e tentare di capire quali fattori potessero averne influenzato la partecipazione.
Hanno scoperto che 30.075 pazienti sono stati dimessi con una raccomandazione per la riabilitazione cardiaca e 8.000 hanno partecipato ad almeno una sessione entro 90 giorni dalle dimissioni. Le persone erano più propense a partecipare se erano state sottoposte al posizionamento dello stent a causa di un problema “acuto”, come alcuni tipi d’infarto.
Mentre i pazienti, affetti da altri problemi di salute, come il diabete e le malattie delle arterie periferiche, erano meno propensi di altri a frequentare la riabilitazione.
Fonte: Journal of the American College of Cardiology
Carolyn Crist
(Versione italiana per Quotidiano Sanità/Popular Science)
21 giugno 2019
© Riproduzione riservata
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