Supplementi vitaminici e minerali: troppo spesso si prendono anche quando non servono
di Maria Rita Montebelli
Di fronte alla ‘moda’ dei supplementi vitaminici e minerali che sta prendendo piede anche in Italia, JAMA fa il punto della situazione rispetto all’appropriatezza della prescrizione con due esperti di Harvard. E la ‘rosa’ delle condizioni in cui è giusto e auspicabile prescrivere questi supplementi si restringe davvero tanto. Perché, sottolineano gli autori, nessuna manciata di pillole potrà mai sostituirsi ad una sana alimentazione
06 FEB - Quello degli integratori è un mercato che non conosce crisi, e non solo nella patria per eccellenza delle ‘colazioni’ a base di vitamine e sali minerali; se negli Usa un americano su due consuma queste pillole della salute, da noi, secondo quanto riportato da una recente indagine un italiano su tre assume un integratore di qualche tipo e per le indicazioni più svariate (migliorare l’aspetto di unghie e capelli, rafforzare il sistema immunitario, rafforzare le ossa, migliorare la vista, ecc).
Spesso tutto si gioca sull’autoprescrizione e sul fai da te; ma il fenomeno è di dimensioni troppo imponenti (negli Usa è un mercato da 30 miliardi di dollari, con oltre 90.000 prodotti sul mercato) per poter essere ignorato dai medici. E così, due esperti di Harvard,
JoAnn Manson (Divisione di Medicina Preventiva, Brigham and Women’s Hospital, Harvard Medical School, Boston,) e
Shari Bassuk (Dipartimento di Epidemiologia, Harvard T.H. Chan School of Public Health, Boston) su
JAMA di questa settimana hanno deciso di fare chiarezza su supplementi vitaminici e minerali, ovvero su ‘quello che i medici devono sapere’ sull’argomento.
Gli autori cominciano col dire che la maggior parte dei trial randomizzati su supplementi vitaminici e minerali non hanno dimostrato benefici evidenti in prevenzione primaria o secondaria rispetto ad una serie di patologie croniche, non correlate a deficit nutritivi. Al contrario, i problemi (e gli autori parlano anche di un possibile aumento di mortalità, cancro e
stroke emorragico) spesso vengono da un eccesso di supplementazione, in particolare per quanto riguarda beta carotene, acido folico, vitamina E, selenio.
Questo articolo di
‘viewpoint’ ha proprio lo scopo di fornire ai medici le giuste informazioni per la supplementazione di micronutrienti e , dove necessario, per mitigarne l’inappropriatezza degli eccessi. Viene inoltre sottolineato come una manciata di pillole non può in alcun modo sostituire una dieta salutare e ben bilanciata e nella maggior parte dei casi fornisce pochi o nessun beneficio aggiuntivo rispetto a questa.
Questo per quanto riguarda la popolazione generale in buona salute. Ciò non toglie tuttavia che, in gruppi di persone ad alto rischio (per stadio della vita – bambini, anziani, gravidanza - o per la presenza di fattori di rischio specifici), una supplementazione mirata può apportare dei benefici e merita dunque di essere consigliata.
A seguire una lista delle condizioni per le quali, secondo gli autori, può essere consigliata una supplementazione vitamine o minerali:
Supplementi consigliati in popolazioni sane, in base alla fase della vita
Gravidanza: acido folico e vitamine prenatali
Neonati e bambini: nei bambini allattati al sen, vitamina D fino allo svezzamento e ferro dall’età di 4-6 mesi
Adulti anziani e persone di mezz’età: alcuni posso trarre beneficio dalla supplementazione di vitamina B12, vitamina D e/o calcio.
Supplementi consigliati in sottogruppi ad alto rischio
Condizioni mediche che interferiscono con l’assorbimento dei nutrienti e col metabolismo:
Chirurgia bariatrica: vitamine liposolubili, vitamine B, ferro, calcio, zinco, rame, multivitaminici/multiminerali
Anemia perniciosa: vitamina B12 (1-2 mg/die per os o 0,1-1 mg/mese per iniezione intramuscolare)
Morbo di Crohn, altre malattie infiammatorie intestinali, celiachia: ferro, vitamine del gruppo B, vitamina D, zinco, magnesio
Osteoporosi e altre patologie dell’osso: vitamina D, calcio, magnesio
Degenerazione maculare legata all’età: formulazioni specifiche di vitamine anti-ossidanti, zinco e rame
Farmaci (assunti a lungo termine):
Inibitori di pompa protonica: vitamina B12, calcio, magnesio
Metformina: vitamina B12
Pattern alimentari subottimali o ristretti: supplementi multivitaminici/multiminerali, vitamina B12, calcio, vitamina D, magnesio
Gli autori dell’articolo su JAMA raccomandano inoltre di informarsi sempre, nell’ambito dell’anamnesi farmacologica del paziente, dell’assunzione di supplementi, per esplorare la presenza di eventuali interazioni (i supplementi di vitamina K ad esempio possono inficiare l’efficacia del warfarin; la biotina o vitamina B7 può interferire con l’accuratezza del dosaggio della troponina e di altri test di laboratorio).
Infine, medici e pazienti dovrebbero – consigliano gli autori – assumere prodotti ‘certificati’ e commercializzati da aziende che aderiscono alle regole delle
Good Manufacturing Practice. Non tutto quello che si vende ‘in rete’ è di qualità certificata e di sicuro libero da microbi, metalli pesanti o altre tossine. Il risparmio non sempre (anzi quasi mai) va di pari passo con la qualità.
Maria Rita Montebelli
06 febbraio 2018
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