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Fertilità. Gli uomini nati da tecnica ICSI possono avere difficoltà riproduttive

di Lisa Rapaport

Gli uomini concepiti tramite iniezione intracitoplasmatica di sperma (ICSI) possono produrre meno seme ed avere più difficoltà riproduttive rispetto ai loro pari concepiti naturalmente. È quanto emerge da uno studio belga pubblicato su Huma Reproduction. Il team si è concentrato su 54 uomini concepiti con ICSI, una tecnica sviluppata negli anni ’90 per trattare casi di infertilità del fattore maschile.

13 OTT - (Reuters Health) – Gli uomini concepiti tramite iniezione intracitoplasmatica di sperma (ICSI) possono produrre meno seme ed avere più difficoltà riproduttive rispetto ai loro pari concepiti naturalmente. È quanto emerge da uno studio belga pubblicato su Huma Reproduction. Il team si è concentrato su 54 uomini concepiti con ICSI, una tecnica sviluppata negli anni ’90 per trattare casi di infertilità del fattore maschile.
 
Rispetto a un gruppo di controllo composto da uomini concepiti naturalmente, quello dell’ICSI presentava un livello molto più basso di concentrazione spermatica media, conta totale degli spermatozoi e numero totale di spermatozoi mobili o attivi.”Questo studio indica che la ICSI, effettuata per grave infertilità del fattore maschile, può portare alla stessa condizione di quella del padre”, ha detto l’autore principale, Andre Van Steirteghem, del Centro di medicina riproduttiva dell’Ospedale Universitario di Vriije a Bruxelles.

Lo studio
Gli uomini concepiti tramite ICSI avevano dai 18 ai 22 anni, tra i primi ad essere nati grazie all’utilizzo di questa tecnica. Presentavano quasi la metà della concentrazione spermatica e una conta spermatica totale e un numero complessivo di spermatozoi mobili di due volte inferiori rispetto ai partecipanti concepiti naturalmente. Inoltre, rispetto ai soggetti nati dopo concepimento spontaneo, quelli dati alla luce tramite ICSI avevano il triplo delle possibilità di avere concentrazioni spermatiche inferiori a 15 milioni per millilitro di seme, che è la quantità definita “normale” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e il quadruplo delle probabilità di avere meno di 39 milioni di spermatozoi.

I ricercatori hanno aggiustato i risultati per fattori che potevano influire sulla qualità del seme, come età, peso, malformazioni genitali e tempo trascorso dall’eiaculazione al periodo di analisi e astinenza. Anche se le concentrazioni e le conte spermatiche erano inferiori nel gruppo della ICSI, i ricercatori hanno riscontrato che una bassa concentrazione di spermatozoi e un numero esiguo di spermatozoi mobili nei padre non necessariamente corrispondevano ai valori registrati nei figli.
 
“Nonostante i dati del presente lavoro mostrano che la qualità dello sperma negli adulti maschi nati con ICSI sia notevolmente inferiore rispetto a quella dei soggetti concepiti naturalmente, emerge anche una scarsa relazione tra la qualità dello sperma di questi adulti e quella dei loro padri”, ha detto Allan Pacey, ricercatore presso l’Università di Sheffield nel Regno Unito, non coinvolto nello studio.”Ciò significa che non è automatico che i maschi concepiti con ICSI abbiano sempre la scarsa fertilità dei loro padri”, ha aggiunto.

Fonte: Human Reproduction 2016

Lisa Rapaport

(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

13 ottobre 2016
© Riproduzione riservata

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