Vaccinazioni negli adulti. Come aumentare la copertura e facilitare l'accesso. Il report di Federsanità
Lo studio, condotto da un Tavolo di Lavoro Federsanità Anci, con un focus particolare sulla vaccinazione antipneumococcica, individua le linee strategiche per sensibilizzare la popolazione over 65. Necessarie una comunicazione efficace che veda il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti: Comuni/Conferenza dei Sindaci, ASL/Dipartimenti di Prevenzione e MMG. Fondamentale la capacità di comunicare i rischi a cui si va incontro non vaccinandosi. IL REPORT
29 SET - Quali strategie adottare per intercettare la domanda inespressa nelle vaccinazioni per adulti e come coinvolgere gli attori del Ssn (e non) per aumentare la copertura vaccinale per questa specifica popolazione affrontando con successo le attuali problematiche. Questo il focus di uno studio condotto da un Tavolo di Lavoro di Federsanità Anci “Le vaccinazioni per gli adulti: attività e potenzialità delle amministrazioni locali nella vaccinazione antipneumococcica”, presentato oggi a Roma nel corso del Convegno “Comuni e Aziende Sanitarie per un welfare vicino ai cittadini” .
“La perdurante crisi economica ha indotto tutti i paesi europei a ripensare, almeno in parte, le politiche di welfare socio-sanitario. Nel nostro Paese – ha detto in apertura il Presidente di Federsanità Anci,
Angelo Lino Del Favero - ciò sta avvenendo con l’approvazione dei nuovi Lea e con l’attuazione del Patto per la salute 2014-2016. Un possibile modello ideale trova il suo motore propulsivo non solo nella gestione dell’offerta sanitaria, ma anche nel governo della domanda. Un modello, quindi, il cui focus è incentrato sui bisogni di salute. La declinazione delle politiche per la salute avviene allora a partire dal basso, riposizionando strategicamente il ruolo dei Comuni nei processi decisionali”.
La prima sessione tematica dal titolo “I rischi individuali e sociali della non vaccinazione” si è aperta con l’intervento di
Giovanni Rezza, Direttore Dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore Sanità: “Ieri si é deciso di non proiettare in Senato il film anti-vaccini di Andrew Wakefield che é stato radiato per frode scientifica. Un luogo istituzionale – ha detto - non può essere usato per sostenere tesi confutate da tutta la comunità scientifica”. Il lavoro di Federsanità Anci col Tavolo vaccini va proprio in questa direzione.
“Si deve migliorare l'attuale situazione – ha spiegato nel suo intervento
Emanuela Fracassi, Assessore Politiche Socio-sanitarie del Comune di Genova – coinvolgendo attivamente tutti gli attori chiamati in causa. Progettare una campagna informativa efficace sul tema delle vaccinazioni significa far parlare tra loro innanzitutto Comuni/Conferenza dei Sindaci, ASL/Dipartimenti di Prevenzione e MMG attraverso una programmazione integrata e partecipata in attuazione degli indirizzi nazionali. Il cambiamento nell’approccio alla vaccinazione – ha detto - degli adulti può realizzarsi solo attraverso una programmazione e una progettazione condivisa”.
La sessione si è conclusa poi con gli interventi di
Michele Conversano, Presidente Happy Ageing e
Fabrizio D’Alba, Direttore generale Asl RM6 (ex RM H). Conversano ha sottolineato che bisogna contrastare in tutti i modi il calo della copertura vaccinale negli ultimi anni e che ha anche provocato un incidenza di mortalità superiore rispetto all’ultimo decennio. “Questo obiettivo – ha detto il Presidente di Happy Agenig - si può raggiungere soltanto se ci si impegna sul fronte della comunicazione e delle informazioni al pubblico. Anche i medici devono imparare a comunicare correttamente con i propri pazienti”. Passare dall’integrazione sociosanitaria all’alleanza tra tutti gli attori del sistema per attivare e realizzare le politiche di tutela della salute sul territorio: così Fabrizio D’Alba che ha sottolineato come il decentramento dei servizi sul territorio deve coniugarsi con un reale coordinamento tra tutti coloro che interagiscono con i cittadini”.
I lavori sono proseguiti con la seconda parte dedicata al tema “Il nuovo welfare e le politiche di integrazione socio-sanitaria” con il dibattito su cosa significhi oggi parlare di integrazione sociosanitaria o, meglio, su quali siano gli approcci migliori per dare seguito a quanto previsto da numerose normative - ad esempio l'art.6 del Patto per la salute - e, soprattutto, su come standardizzare le numerose azioni che negli anni sono state messe in campo. In apertura l’intervento di
Enrico Desideri, vice presidente vicario di Federsanità Anci, che ha portato l’attenzione sull’importanza dell’attivazione delle reti cliniche sul territorio per la gestione integrata delle patologie croniche: “Federsanità Anci – ha detto - nasce dalla convinzione che sia determinante l'alleanza tra i servizi delle Aziende sanitarie ed i Servizi sociali dei Comuni per la costruzione di reti assistenziali integrate tra ospedale e territorio”.
“Si tratta della sfida dell’intersettorialità - ha spiegato
Lucio Alessio D’Ubaldo, Segretario Generale di Federsanità Anci - ovvero la capacità di fornire risposte a problematiche di welfare complesse come il contrasto all’obesità, la prevenzione delle infezioni o degli incidenti. Tutte azioni, queste, che permetteranno di affrontare in maniera efficace i temi dell’invecchiamento e delle cronicità, vere priorità delle politiche della salute”.
Tra gli interventi quello di
Enzo Bianco, sindaco di Catania e Presidente del Consiglio Nazionale dell’Anci che ha detto con forza quanto sia determinante che i Sindaci si occupino di salute. “Il sindaco, insieme al Consiglio comunale, è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio. Con l’entrata in vigore del Servizio sanitario nazionale non sono più i sindaci a gestirlo, anche se a essi sono affidati, dal decreto legislativo 299/99, poteri di programmazione, di controllo e di giudizio sull’operato del direttore generale delle Asl. Ma il sindaco – ha detto - deve conoscere lo stato di salute della popolazione, deve prendere provvedimenti se le condizioni ambientali sono invivibili, se esistono pericoli incombenti e deve informare la popolazione dei rischi rilevanti cui è sottoposta. L’incontro di oggi – ha sottolineato - è un punto di partenza per l’avvio di una rinnovata collaborazione operativa tra il mondo dei Comuni e quello degli operatori e della dirigenza della sanità, l’avvio di un autentico percorso di cambiamento che restituisca efficienza e dignità al tema della gestione della salute e delle politiche sanitarie”.
A seguire l’intervento di
Baldo Gucciardi, assessore alla sanità della Regione Sicilia il quale ha raccontato proprio l’esperienza catanese di realizzazione del piano socio sanitario del Comune e come i risultati incoraggianti debbano essere d’esempio per gli altri Comuni affinché in tutta la regione di realizzi quanto già costruito. Passare quindi da una buona pratica ad un modello diffuso.
A ribadire, in conclusione, la necessità di riportare il tema salute al centro della programmazione delle politiche promosse dagli enti locali è stato
Giuseppe Fioroni, Presidente Onorario di Federsanità Anci il quale ha sottolineato che: “ bisogna passare dalla programmazione alla realizzazione di politiche che rispondano ai bisogni di salute della popolazione. Il Sindaco è responsabile di un bene primario che è quello della salute dei suoi cittadini. Federsanità Anci deve quindi proporsi con forza come rappresentanza di una strategia di politica sanitaria verso le Istituzioni centrali e di governo”.
Il report del Tavolo di Lavoro di Federsanità Anci
Attraverso il confronto e la condivisione di esperienze, il Tavolo ha fatto emergere possibili indicazioni operative e questioni rilevanti che implicano una risposta del sistema nel suo complesso. Diversi temi toccati hanno riguardato la vaccinazioni (per gli adulti) in generale e non specificatamente la vaccinazione antipneumococcica. Le attività del Tavolo sono state rese possibili attraverso un grant non condizionato di Pfizer.
All'interno del report realizzato è stata riservata un’attenzione particolare alla possibilità di verificare come un ruolo proattivo dei servizi sociali riesca ad aumentare il numero di vaccinati (popolazione over 65).
Sono sostanzialmente
due le linee strategiche emerse dall’attività del gruppo di lavoro sul tema della vaccinazione della popolazione sopra i 65 anni:
- Superare le differenze regionali (che si manifestano in termini di accesso e di organizzazione);
- Migliorare il livello medio della copertura garantita (ossia incrementare il numero di over 65 che si sottopongono alla vaccinazione).
Questi due indirizzi - si spiega nello studio - implicano il realizzarsi di una serie di condizioni (azioni), alcune delle quali portano a profonde modifiche dei paradigmi che caratterizzano l’agire pubblico:
1. Sviluppare forme di comunicazione volte ad intercettare (e sensibilizzare) la popolazione anziana (rendere consapevole la popolazione).
2. Aumentare il coinvolgimento dei MMG sia in fase di programmazione che di realizzazione delle campagne vaccinali.
3. Semplificare e omogenizzare i comportamenti dei dipartimenti della prevenzione (configurare un sistema simile e semplice su cui fare affidamento).
4. Utilizzare e migliorare i sistemi informativi (trasformare i sistemi informativi in strumenti proattivi).
Si passa quindi a spiegare come in Italia, come del resto anche in Europa, non esiste, di fatto, una cultura dell’immunizzazione per gli adulti per tutta una serie di aspetti che vanno dalla diffidenza nell'approccio alla vaccinazione alla insufficiente percezione del rischio cui si può andare incontro non vaccinandosi, fino al timore di eventi avversi e ad una questione finanziaria legata ai costi diretti o indiretti per il cittadino.
Per migliorare l'attuale situazione, secondo gli esperti, occorre dunque il coinvolgimento di tutti gli attori chiamati in causa: "Progettare una campagna informativa efficace che necessita del coinvolgimento di tutti gli attori: Comuni/Conferenza dei Sindaci, ASL/Dipartimenti di Prevenzione e MMG, attraverso una programmazione integrata e partecipata in attuazione degli indirizzi nazionali. Il cambiamento nell’approccio alla vaccinazione degli adulti può realizzarsi solo attraverso una programmazione e una progettazione condivisa".
Diventa poi "fondamentale" informare correttamente la popolazione con particolare attenzione agli over 65enni sul rischio di alcune malattie tramite modalità appropriate ed efficaci. "Una serie di campagne di sensibilizzazione per la vaccinazione - si suggerisce - possono essere efficacemente promosse dai Comuni. Questi, rappresentando l’istituzione più vicina ai cittadini, spesso sono percepiti come fonte autorevole e credibile di informazione".
Per riuscire ad essere effiaci a livello comunicativo, si dovrà procedere all'individuazione di popolazioni target (suddivise per subpopolazioni) e costruire una serie di messaggi chiave da trasmettere. "Tali messaggi devono rispondere al modello culturale di riferimento della popolazione target".
Infine, si sottolnea come la Medicina di iniziativa può rappresentare la giusta strada per le vaccinazioni. Le AFT - Aggregazioni Funzionali Territoriali (art. 1, L. 189/2012 Balduzzi) sono un elemento determinante per lavorare insieme.
29 settembre 2016
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