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È la fatica della mamma a darci un grande cervello


Una lunga gravidanza e un lunghissimo periodo di allattamento: sono questi gli elementi che consentono al cervello umano di svilupparsi più che in ogni altro mammifero. E che ci rendono più longevi.

29 MAR - È grazie alla fatica delle donne che la specie umana ha un cervello più grande di qualunque altro mammifero. In particolare, grazie alla lunga gravidanza e all’altrettanto lungo periodo di allattamento.È questa la conclusione di uno studio condotto da ricercatori della Durham University e pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences che dà nuova linfa a una teoria viva da tempo.
I ricercatori hanno confrontato 128 diverse specie di mammiferi mettendo in relazione la durata della gravidanza, quella dell’allattamento e le dimensioni del cervello e notando quanto sia stretto questo rapporto. Per esempio se negli uomini nove mesi di gravidanza e un periodo di allattamento che può arrivare fino ai tre anni sono in grado di supportare la crescita del cervello fino a 1300 centimetri cubi, nel daino - una specie che ha una massa analoga a quella umana - i sette mesi di gravidanza e i sei mesi di allattamento bastano ad alimentare un cervello di 220 centimetri cubi, un sesto di quello umano.Insomma, esistono evidenze scientifiche che l’investimento materno è direttamente proporzionale alla crescita del cervello.
Lo studio, tuttavia non dice se viene prima l’uovo o la gallina: l’investimento materno negli uomini è così lungo perché serve ad alimentare un cervello così grande o sono le dimensioni di quest’ultimo a richiederlo?Poco conta, in realtà, giacché dallo studio emerge un’indicazione di estrema utilità pratica: “la conferma che l’allattamento al seno è il meglio per lo sviluppo del cervello”, hanno sottolineato i ricercatori.
Inoltre, la ricerca smonta qualche vecchia credenza.
“Sapevamo già che le specie con un cervello più grande si sviluppano più lentamente, maturano più tardi e hanno una aspettativa di vita più lunga - ha affermato Robert Barton, uno degli antropologi della Durham University che ha condotto lo studio - ma non era chiaro perché le dimensioni del cervello e la storia di vita fossero correlati”. Insomma, sembra che grazie alle dimensioni del nostro cervello siamo più longevi di quasi tutte le altre specie di mammiferi. Perché ciò avvenga resta nel campo delle ipotesi.
“Una teoria - ha aggiunto Barton - è che la dimensione del cervello aumenti l’aspettativa di vita rendendo l’animale più flessibile nei suoi comportamenti in risposta ai cambiamenti ambientali”.
Tuttavia, è proprio questa l’ipotesi smentita dallo studio.
“Quando si tiene conto dell’investimento materno, la dimensione del cervello non ha alcuna relazione con altri tratti della storia personale, come l’aspettativa di vita”, hanno scritto i ricercatori. “Perciò, il modello che spiega il rallentamento del ciclo di vita nelle specie con un grande cervello è quello dei costi dello sviluppo”. Tradotto: quanto più è grande il cervello tanto più è il tempo richiesto perché raggiunga il suo completo sviluppo, con conseguenze sull’aspettativa di vita generale.
Certo, in maniera indiretta un cervello più grande comporta anche dei benefici, come “miglioramento della percezione e delle abilità cognitive”, ha concluso Barton, ma non sono questi a determinare l’allungamento dell’aspettativa di vita. 

29 marzo 2011
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