Obesità. Liraglutide 3 mg riduce il peso corporeo dell'8% in un anno
I risultati del programma di studi clinici di fase 3 SCALE presentati al 37° Congresso Nazionale della Società Italiana di Farmacologia, in svolgimento a Napoli. Oltre l’80% del campione di persone che ha assunto il farmaco, rispetto al 48,9% di chi era trattato con un placebo, ha conservato la riduzione del 5% del peso originale dopo 56 settimane. Non solo: 1 persona su 2 ha perso, nello stesso lasso di tempo, un ulteriore 5% del proprio peso.
29 OTT - “Liraglutide 3 mg ha dimostrato, in associazione a dieta ed esercizio fisico, una perdita media del peso corporeo pari all’8% in circa 1 anno, esattamente 56 settimane”, ha spiegato
Paolo Sbraccia, Presidente della Società Italiana dell’Obesità (Sio), nel presentare i risultati del programma di sviluppo clinico di fase 3 SCALE sul farmaco, al 37° Congresso Nazionale della Società Italiana di Farmacologia, in svolgimento a Napoli. “Questo dato è significativamente superiore rispetto al 2,6% di riduzione ottenuta nel gruppo di controllo con sola dieta ed esercizio fisico”, ha aggiunto.
La riduzione del peso corporeo non è l’unico dato importante e significativo mostrato dagli studi. Infatti oltre l’80% del campione di persone che ha assunto il farmaco, rispetto al 48,9% di chi era trattato con un placebo, ha conservato la riduzione del 5% del peso originale dopo 56 settimane; non solo: 1 persona su 2 ha perso, nello stesso lasso di tempo, un ulteriore 5% del proprio peso.
Sono questi i principali dati emersi dal programma di studi di fase 3 SCALE (Satiety and Clinical Adiposity-Liraglutide Evidence in non-diabetic and diabetic people), che ha valutato l’efficacia di liraglutide 3 mg (Saxenda®, Novo Nordisk), da somministrare con iniezione sottocutanea una volta al giorno per il trattamento dell’obesità, recentemente approvato nei 28 Paesi dell’Unione Europea e già disponibile negli Usa e in Canada.
“Liraglutide 3 mg è il primo analogo del GLP-1 approvato in Europa per il trattamento dell’obesità ed era da più di 10 anni che si attendeva una soluzione che rendesse l’obesità una malattia meno orfana di cure. Liraglutide 3mg è un farmaco ‘intelligente’, che interagisce con uno specifico interruttore nel cervello che regola l’appetito. È efficace e sicuro, dotato di un meccanismo d’azione specifico per la riduzione del peso, che promette tanto e da cui ci aspettiamo tanto”, ha commentato Sbraccia.
Liraglutide 3 mg è un analogo del GLP-1 (glucagon-like peptide-1) simile per il 97% al GLP-1 endogeno, un ormone che viene rilasciato in risposta all'assunzione di cibo. Le modifiche inserite rispetto all’ormone naturalmente prodotto dall’organismo umano conferiscono una durata d’azione prolungata che permette la monosomministrazione giornaliera. Come per gli altri agonisti dei recettori del GLP-1, stimola la secrezione di insulina e riduce la secrezione di glucagone in maniera glucosio-dipendente. Questi effetti possono portare a una riduzione della glicemia. Come il GLP-1 umano, liraglutide 3 mg regola l'appetito e riduce il peso corporeo attraverso la riduzione dell'assunzione di cibo: induce perdita di peso mediante un’azione a livello ipotalamico, aumentando i segnali della sazietà e riducendo allo stesso tempo i segnali che stimolano l’appetito. Ciò si esplica mediante la stimolazione dei neuroni Pomc (pro-opiomelacortina) nei nuclei arcuati dell’ipotalamo che esprimono il recettore del GLP-1 e che inibiscono fortemente l’appetito, e attraverso una riduzione, mediata verosimilmente dai neuroni GABAergici, dell’attività dei neuroni NPY (neuropeptide Y) che è, al contrario, sono in grado di aumentare la produzione delle oressine, potenti promotori dell’appetito.
L’utilizzo di liraglutide 3 mg in monosomministrazione giornaliera sottocutanea è raccomandato in Europa in aggiunta a dieta ipocalorica e a incremento dell’attività fisica per la gestione del peso corporeo in pazienti adulti con indice di massa corporea (IMC) iniziale ≥30 kg/m2 (obesità), o compreso tra 27 e 30 kg/m² (sovrappeso), e in presenza di almeno una comorbidità.
29 ottobre 2015
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