Microbiota. Università Cattolica: “La flora batterica invecchia insieme a noi”
Questa la tesi emersa dalla relazione sulla senescenza fisiologica del microbiota appena presentata da Alberto Pilotto al convegno di gastroenterologia in corso al Policlinico Gemelli. E se il microbiota invecchia con noi, il trapianto da donatore sano diventa una strategia ancora più efficace.
10 SET - Il tempo è tiranno con tutti, compresi i microrganismi del nostro intestino che si modificano nel tempo e invecchiano insieme a noi. Questi cambiamenti della flora batterica sono proporzionali alla fragilità della persona e agli acciacchi dovuti all’età, sia cognitivi, sia motori.
Lo ha spiegato Alberto Pilotto, il direttore dell’Unità operativa di geriatria dell’ospedale sant’Antonio di Padova, durante il corso “Postgraduate Course GUT Microbiome, Nutrition and Health” organizzato dalla Associazione europea di gastroenterologia, endoscopia e nutrizione, in corso al centro congressi Europa dell’università Cattolica in Largo Vito, insieme al workshop congiunto XXVIIth International Workshop on Helicobacter and Microbiota in Inflammation and Cancer, dedicato a Helicobacter pylori e al suo ruolo nell’infiammazione gastrointestinale e nel cancro, a cura del Gruppo di Studio Europeo su Helicobacter.
La flora batterica intestinale è composta da tante specie diverse di batteri. Si tratta di microrganismi che si nutrono con il cibo che ingeriamo e che svolgono una serie di funzioni fondamentali, non solo per il nostro intestino. Infatti ci proteggono da patogeni e altri agenti tossici, ci aiutano a digerire, a eliminare molecole indigeste, modulano i geni delle cellule immunitarie presenti localmente, con impatto notevole per le difese dell’organismo.
E se dieta e assunzione di farmaci possono chiaramente interferire con il microbiota, va ormai emergendo, come ha spiegato Pilotto, che esso si modifica anche in relazione all’età dell’individuo, risente cioè dell’invecchiamento.
Questo tipo di cambiamenti nella composizione della flora, sono, però, specifici per ogni individuo e non esistono pattern comuni.
Tuttavia la composizione della dieta, l’uso di farmaci, le caratteristiche funzionali, cognitive o la presenza di malattie croniche e di malnutrizione influenzano queste modificazioni.
Studi recenti dimostrano, infatti, che le variazioni della flora intestinale che si osservano con l’avanzare dell’età si associano a importanti alterazioni del metabolismo degli zuccheri, dei grassi e delle proteine, ma anche dello stato immunitario e infiammatorio del soggetto anziano e per questo possono essere un parametro di misura addirittura della fragilità di un individuo anziano e del suo stato di salute.
Da un punto di vista clinico, queste conoscenze suggeriscono che la salute globale dell’anziano, la resistenza alle infezioni e le sue capacità motorie e cognitive possono passare anche attraverso la correzione del microbiota intestinale con una dieta specifica e probiotici intestinali.
Non a caso proprio presso l’Università Cattolica – Policlinico A. Gemelli di Roma sono in corso delle sperimentazioni cliniche su alcuni pazienti con diabete insulino-resistente in fase precoce e con colite ulcerosa. C’è, inoltre, la volontà di partire con un trial sulla sclerosi multipla.
10 settembre 2014
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