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Dona un rene a uno sconosciuto e consente una catena di tre trapianti: è la prima “donazione samaritana” in Italia dal 2019


Un uomo ha scelto di donare un rene da vivente affidandolo alla Rete nazionale trapianti: il suo gesto ha permesso di salvare tre pazienti a Padova, L’Aquila e Bologna. È il nono donatore samaritano di sempre, il primo dopo la pandemia. In totale, grazie alle nove donazioni samaritane dal 2015 sono stati realizzati 29 trapianti di rene, con il coinvolgimento nelle diverse catene di prelievi di 21 coppie donatore-ricevente

17 DIC -

La generosità di un uomo che ha scelto di donare un rene da vivente affidandolo alla Rete nazionale trapianti. Tre trapianti di rene realizzati in simultanea nei centri trapianti di Padova, l'Aquila e Bologna. Più di 1000 km percorsi in poche ore dalle Lamborghini della polizia stradale per garantire il trasporto dell'organo e 110 tra medici, infermieri, psicologi, biologi e personale del Cnt e dei coordinamenti regionali di Veneto, Abruzzo ed Emilia-Romagna che hanno consentito gli interventi.

E questa la catena di donazioni e trapianti incrociati tra coppie incompatibili che ha riportato a una vita normale tre pazienti, raccontata oggi, nel corso di una conferenza stampa presso il Centro nazionale trapianti, dal Direttore del Cnt Giuseppe Feltrin, dai tre chirurghi Lucrezia Furian, Fabio Vistoli e Matteo Ravaioli, ma soprattutto dal donatore “samaritano” intervenuto in diretta al telefono per garantirne l’anonimato. Donatore “samaritano” che ha deciso di donare da vivente un rene a uno sconosciuto in lista d’attesa, senza avere (come avviene solitamente) un familiare o un amico al quale donarlo.

Dal 2015 realizzati 29 trapianti grazie alle donazioni samaritane Erano oltre cinque anni e mezzo che in Italia non avveniva una donazione samaritana, e complessivamente si è trattato del nono donatore dal 2015, anno in cui il Centro nazionale trapianti ha attivato questo percorso. In totale, grazie alle nove donazioni samaritane sono stati realizzati 29 trapianti di rene, con il coinvolgimento nelle diverse catene di prelievi di 21 coppie donatore-ricevente.

La catena di donazioni e trapianti Donazioni e trapianti sono stati realizzati nell’arco di una sola giornata, nel novembre scorso, in perfetta simultaneità. I prelievi sono avvenuti di prima mattina nei tre diversi ospedali, poi, a donazioni effettuate, i tre reni sono stati affidati alla Polizia stradale che ha provveduto al trasferimento immediato presso i centri di destinazione utilizzando le Lamborghini Urus e Huracan appositamente modificate per il trasporto organi, oltre a una terza vettura. Una volta consegnati alle equipe chirurgiche, i reni sono stati immediatamente trapiantati con successo nei tre pazienti, ancora una volta in contemporanea. Le sei persone coinvolte (tra donatori e riceventi) sono state dimesse in ottime condizioni pochi giorni dopo gli interventi.

Gli step della donazione samaritana Il donatore samaritano si è affidato al Centro trapianti rene-pancreas dell’Ospedale di Padova diretto dalla professoressa Lucrezia Furian, e prima di essere ammesso al programma di donazione ha dovuto affrontare un rigoroso iter di valutazione clinica, immunologica e psicologica. Come definito dal protocollo nazionale vigente, ben due commissioni di parte terza, una a livello regionale e una a livello nazionale, hanno vagliato la candidatura del volontario, fino al via libera definitivo del Tribunale competente territorialmente, che ha autorizzato il prelievo da vivente, accertando la libertà e la consapevolezza della decisione. È importante sottolineare che la procedura di prelievo non comporta particolari rischi per chi decide di sottoporvisi, e una volta effettuata il donatore può tornare a una vita perfettamente normale.

Ottenuto l’ok del magistrato, il Centro nazionale trapianti diretto da Giuseppe Feltrin ha accettato la donazione dell’organo utilizzandola per attivare una serie di trapianti concatenati tra coppie donatore-ricevente tra loro incompatibili. Il rene del samaritano è stato assegnato a un paziente in cura presso il Centro trapianti dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila, diretto dal professor Fabio Vistoli. Un familiare del ricevente aquilano (incompatibile con quest’ultimo) ha donato a sua volta un rene che è stato assegnato a un paziente del Centro trapianti di rene del Policlinico Sant’Orsola di Bologna e affidato al responsabile chirurgico professor Matteo Ravaioli. Anche in questo caso un familiare del trapiantato ha donato un rene che è stato destinato a un paziente iscritto nella lista d’attesa ordinaria presso il Centro trapianti di Padova. In questo modo la catena di donazioni si è chiusa con la realizzazione di tre trapianti, tutti perfettamente riusciti.



17 dicembre 2024
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