Governance farmaceutica. Dal National Summit un appello per un coordinamento centrale a garanzia dell’equità di accesso
di Lucia Conti
Il settore farmaceutico italiano continua a essere caratterizzato da disparità regionali che compromettono l’accesso omogeneo alle innovazioni. Al National Summit di Sics, Mattia Altini (E-R), Fausto Bartolini (Umbria), Maurizio Pastorello (Sicilia), Barbara Rebesco (Liguria) e Ugo Trama (Campania) concordano: serve un coordinamento centrale più forte per garantire un accesso più equo e veloce all’innovazione. Questo, insieme ai dati e alla digitalizzazione, migliorerà anche l’appropriatezza e la corretta gestione delle risorse
28 NOV - È solo attraverso il coordinamento centrale, la raccolta di dati di qualità per il monitoraggio e il rafforzamento degli strumenti previsionali, come l’Horizon Scanning, che sarà possibile pianificare al meglio l’introduzione di innovazioni terapeutiche e superare le attuali disomogeneità tra Regioni, garantendo ai cittadini un accesso equo e tempestivo alle migliori cure. È questo, in sintesi, il messaggio che arriva dal National Summit promosso da Sics il 27 novembre scorso e dedicato al tema della governance farmaceutica e alle differenze tra le Regioni che ancora oggi, nonostante gli sforzi, contraddistinguono il settore.
Nel corso della puntata, condotta da Corrado De Rossi Re, direttore di Sanità Informazione, Mattia Altini, responsabile Settore Assistenza Ospedaliera della Regione Emilia-Romagna e Presidente della Società Italiana di Leadership e Management in Medicina (SIMM); Fausto Bartolini, direttore Assistenza Farmaceutica USL Umbria2 e coordinatore Governance farmaceutica Regione Umbria; Maurizio Pastorello, direttore del Dipartimento Interaziendale Farmaceutico ASP Palermo della Regione Sicilia; Barbara Rebesco, responsabile delle Politiche del farmaco, dispositivi medici, protesica e integrativa della Regione Liguria; Ugo Trama, responsabile Politica del Farmaco e Dispositivi della Regione Campania, hanno raccontato le esperienze nelle proprie Regioni, tra criticità e proposte. Ed evidenziato come oggi anche gli strumenti come le gare Consip e le piattaforme nazionali introdotti per facilitare l’efficienza si siano rivelati inadeguati o insufficienti a realizzare la migliore governance del sistema.
Certo, l’Italia deve fare i conti con la devolution. “Ogni regione ha chiaramente una propria organizzazione e un proprio modello strutturale, una governance specifica pur nell’ambito di un quadro normativo nazionale”, ha osservato Fausto Bartolini aprendo il dibattito. Questo comporta differenze che possono riguardare procedure di acquisto dei farmaci o provvedimenti regionali di gestione, monitoraggio, valutazione e accesso. Queste differenze, tuttavia, si sono ampliate oltre quello che gli esperti del Nation Summit ritengono opportuno anche a causa di una certa “assenza dei livelli centrali, nonché per il fatto che strutture come la Consip, nate per facilitare le procedure, hanno perso nel tempo perso la loro capacità di influire, così come l’Agenas dovrebbe incidere maggiormente sul fronte della formazione, del monitoraggio e della valutazione delle performance. Abbiamo difficoltà anche a conoscere il mercato e, di conseguenza, a programmare”, ha detto Bartolini.
Per Mattia Altini i recenti dati Osmed sono la diagnosi di una condizione che richiede soluzioni nuove contro le attuali disomogeneità regionali: “L’Italia non si posiziona male in termini di disponibilità di farmaci innovativi in termini di media nazionale, ma quando ci si sposta sui territori delle Regioni le differenze sono consistenti. Così come, per fare un esempio, è eclatante la variabilità di valore economico tra Regioni per quanto riguarda la Dispensazione per conto, per la quale contiamo almeno quattro modelli organizzativi diversi”. Anche per il responsabile del Settore Assistenza Ospedaliera della Regione Emilia-Romagna pè indispensabile “un’iniziativa centrale più forte” nella convinzione che “una regia più strutturata e una relazione continuativa con gli organi centrali rafforzerebbero la capacità delle Regioni di compiere le migliori scelte politiche per il proprio territorio. Tanto più le regole centrali sono chiare, tanto più aumenta la capacità del Paese e la sua competitività”, ha osservato Altini.
Maurizio Pastorello ha posto l’accento sulla “grande dicotomia che c’è tra le decisioni prese a livello centrale e le azioni che poi vengono demandate alle Regioni. La normativa nazionale non è chiara e questo determina importanti criticità quando le indicazioni devono poi trovare realizzazione sul territorio. Inoltre, il livello centrale poco ha fatto per risolvere il problema dell’approvvigionamento dei farmaci, che riguarda tutti i territori, anche le regioni più virtuose. Dobbiamo fare in modo che il farmaco sia reso disponibile nel giro di qualche giorno dall’immissione in commercio”. È paradossale, del resto, per Pastorello, che “ogni regione attivi un proprio processo di acquisto di farmaci che alla fine conduce ad avere lo stesso prezzo ma in tempi molto diversi; serve il governo centrale che individui percorsi uguali per tutte le Regioni per uniformare anche i risultati ai migliori esiti”.
Non si può tuttavia parlare solo di accesso tempestivo ai farmaci, per Barbara Rebesco, senza sottolineare l’importanza dell’appropriatezza, della sostenibilità e dell’abbattimento sprechi. L’esperienza ligure, a questo scopo, conta anche sul ruolo dei Diar, i Dipartimenti interaziendali, nati per realizzare quel coordinamento per area terapeutica necessario anche a elaborare, attraverso il confronto con i clinici, una migliore programmazione. Oltre ai Diar per patologia, recentemente la Regione ha istituito anche un Dipartimento Interaziendale regionale Farmaceutico, con l’obiettivo di monitorare la spesa e i consumi di farmaci per raggiungere un livello più alto di efficienza e di appropriatezza.
Alcune Regioni hanno percorso anche la strada della collaborazione per migliorare la possibilità di accesso ai farmaci ai propri cittadini. “Come Regioni del Sud – ha raccontato Maurizio Pastorello – abbiamo iniziato un percorso che tutt’ora stiamo portando avanti, ma credo – ha ribadito - che un modello centralizzato sia l’unico in grado di garantire processi veloci di accesso ai farmaci in tutte le Regioni”. Perché se è vero che anche le risorse a disposizioni possono essere diverse, per Pastorello “l’ostacolo più grandi restano le procedure e i percorsi per rendere le terapie disponibili”.
Aspetti, quelli citati da Pastorello, ripresi anche da Ugo Trama, secondo il quale allo stato attuale occorre considerare anche l’opportunità di mettere in piedi “percorsi di accesso ai farmaci innovativi che vanno oltre i propri confini, se una determinata Regione non ha la capacità di erogare una prestazione, tipo CarT, a volte anche per mancanza in strutture di expertise”. Certamente, ha poi evidenziato Trama, “dobbiamo lavorare sempre di più anche sul tema dell’appropriatezza, anche in Campania. A volte ci soffermiamo sulla necessità di rendere disponibile una terapia in tempi utili, ma dobbiamo preoccuparci anche dell’inappropriatezza che si riscontrano all’interno delle Asl e dell’Unità Operative perché quelle sacche di inappropriatezza possono tradursi in ulteriori ostacoli per l’accesso alle cure”.
Concorda Mattia Altini: “All’interno del processo assistenziale si annidano numerose opportunità di efficientamento e possibilità di scelta tra ciò che è efficiente e ciò che lo è meno”. La prima cosa da fare per scorgere queste aree di efficientamento è, per il responsabile del Settore Assistenza Ospedaliera della Regione Emilia-Romagna, “avere modo di vedere il processo nella sua interezza, dal primo contatto con il medico di medicina generale all’ospedale, al trattamento e poi di nuovo al territorio e al folllow up. E per ciascuno step compiere un’analisi che forse potrà generare valore e dare risultati migliori con le stesse risorse”.
A sottolineare l’importanza del monitoraggio e quindi dei dati, anche Barbara Rebesco: “In Liguria stiamo impegnando molte energie nella raccolta e nella qualità dei dati, imprescindibile per fare programmazione”. La responsabile delle Politiche del farmaco, dispositivi medici, protesica e integrativa della Regione Liguria ha poi evidenziato l’importante ruolo rivestito nelle farmacie in Liguria: “La nostra Regione ha caratteristiche orografiche e demografiche particolari. Con oltre metà della nostra popolazione anziana, siamo una sorta di laboratorio per la gestione dell’anzianità e della cronicità. In questo contesto – ha spiegato – le farmacie rappresentano un importante punto di salute, in grado di garantire capillarità, equità e uniformità di accesso. Il Diar Farmaceutico nasce anche come riconoscimento della centralità del ruolo del farmacista”.
Ugo Trama ha sottolineato come anche la Campania sia impegnata sul fronte della digitalizzazione e della raccolta dati attraverso il potenziamento di Sinfonia, il Sistema INFOrmativo saNità CampanIA: “Presto anche tutte le prescrizioni farmaceutiche passeranno attraverso questa piattaforma. Useremo questo strumento anche per tracciare le prestazioni di telemedicina”.
La chiusura della puntata è stata affidata a Fausto Bartolini, che riprendendo i temi emersi ha ribadito, l’importanza, in ambito di governance farmaceutica, di un’azione coordinata tra Regioni e Governo centrale, ma anche la necessità di “provare a proporre ai decisori nazionali di strutturare un confronto sistematico e continuo con le Regioni, più di quanto non avvenga con la Conferenza Stato-Regioni, per condividere le decisioni, poiché queste decisioni poi ricadono sul territorio. Abbiamo bisogno di efficientare il sistema e di farlo insieme”.
C’è bisogno, inoltre, per Bartolini, di dati, “tanti, tempestivi e affidabili”. E di fare programmazione, “attraverso la messa a disposizione dell’Horizon Scanning” ma anche “sviluppando un nuovo processo per gli acquisti, che deve scaturire da un confronto non solo con il ministero della Salute e l’Aifa, ma anche con il Mef che, ricordiamoci, è azionista unico della Consip”.