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Farmaci. Tutti i progressi in oncologia: 25 molecole su 92 in attesa del parere da parte di Ema sono antineoplastiche


I vaccini a mRNA e l’oncologia di precisione sono gli altri grandi ambiti di sviluppo, nel secondo caso legato al diffondersi delle tecniche di sequenziamento esteso e all’introduzione di un numero crescente di molecole, ciascuna destinata ad uno specifico bersaglio e talora con approccio agnostico

12 DIC - Negli ultimi 3 report pubblicati dall’ASCO sono elencate 148 nuove approvazioni o estensioni di utilizzo da parte dell’FDA statunitense per farmaci oncologici e oncoematologici. Numeri che fanno capire cosa stia accadendo, diretta conseguenza dell’orientamento degli investimenti nella ricerca. Nel report 2020 di Global Data Pharma Intelligence Center oltre il 30% degli studi clinici era dedicato ai tumori e, in una rilevazione recente 25 molecole su 92 in attesa del parere EMA erano farmaci antineoplastici: investimenti così massicci da parte delle grandi industrie fanno prevedere sviluppi ulteriori per i prossimi anni. A evidenziarlo è il volume “I numeri del cancro in Italia 2023”, il censimento ufficiale, giunto alla tredicesima edizione, dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), Airtum (Associazione Italiana Registri Tumori), Fondazione Aiom, Osservatorio Nazionale Screening (Ons), PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), PASSI d’Argento e della Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPeC-IAP), presentato oggi a Roma.

La maggior parte delle innovazioni (o presunte tali) proposte al clinico riguarda nuovi trattamenti immunoterapici con una lunga serie di farmaci che condividono il meccanismo di azione e generano talora difficoltà nel definire le strategie terapeutiche - segnala il report - in assenza di confronti head to head che difficilmente potrebbero essere fatti con fondi accademici o istituzionali. Appaiono interessanti, ma non ancora ben definiti, i dati che suggeriscono una interazione tra immunoterapia e microbioma. L’oncologia di precisione è l’altro grande ambito di sviluppo, legato al diffondersi delle tecniche di sequenziamento esteso e all’introduzione di un numero crescente di molecole, ciascuna destinata ad uno specifico bersaglio e talora con approccio agnostico. Non elencheremo qui le approvazioni degli ultimi anni, note a tutti, o gli studi in corso. Ci limitiamo a citare una recente review pubblicata su JCO PO nella quale si valuta l’impatto clinico dell’utilizzo del sequenziamento genico nella gestione di pazienti con cancro negli Stati Uniti. La questione è stata affrontata in diversi lavori, con risultati non sempre convergenti. Su 6.475 pubblicazioni censite, 31 includevano PFS ed OS. La conclusione è stata che una terapia guidata dal sequenziamento genico ha avuto impatto sulla sopravvivenza indipendentemente dall’istotipo: i pazienti vivevano più a lungo ed avevano un tempo maggiore a progressione.

Una terza area di sviluppo è rappresentata dai coniugati anticorpo-farmaco (ADC), che combinano anticorpi monoclonali target specifici con la chemioterapia citotossica. L’uso degli ADC è già pratica comune in diversi tumori, grazie alla efficacia e al profilo di tossicità potenzialmente più gestibile, derivante dal rilascio del carico utile citostatico direttamente nei tumori. L’antigene di superficie cellulare del trofoblasto 2 (TROP-2) è una glicoproteina transmembrana coinvolta nella trasduzione del segnale del calcio ed è espressa in più tipi di tumore. L’espressione di TROP-2, più alta nei tumori mammari HER2-negativi (HR+/HR-), è associata a una sopravvivenza peggiore; al momento quello senologico è il terreno più avanzato per l’utilizzo in pratica clinica di questi farmaci. Diversi ADC specifici per target hanno mostrato risultati promettenti anche nel NSCLC refrattario al trattamento, inclusi agenti mirati a HER2, HER3, TROP2, CEACAM5 e MET, tra gli altri, con più studi di fase 3 di conferma in corso. Si tratta di una
classe di farmaci antitumorali con potenziale significativo, pur se restano da definire meglio il sequenziamento ottimale, la combinazione di trattamenti e la gestione della tossicità. Una riflessione necessaria riguarda, anche in questo caso, l’espandersi del volume delle conoscenze in relazione (ad esempio) alle tossicità e alle interazioni farmacologiche.

Infine, lo sviluppo di vaccini ad mRNA ha ricevuto un grande impulso dalla pandemia. I vaccini ad mRNA rappresentano una opzione promettente per l’immunoterapia del cancro, anche se non sono ancora approvati per l’utilizzo in pratica clinica. L’obiettivo è indurre o potenziare una efficace risposta del sistema immunitario contro le cellule neoplastiche. Sono in corso numerosi trial clinici di fase I e II in neoplasie solide o ematologiche; l’ottimizzazione della struttura dei vaccini, della stabilità e delle modalità di somministrazione, associata alla riduzione dei costi ed alla possibilità di produzione su larga scala, potrebbe consentire ai vaccini ad mRNA di divenire una delle strategie nella terapia dei tumori. I dati appena presentati al Congresso dell’ASCO del 2023 con l’utilizzo del vaccino mRNA-4157, in associazione all’immunoterapia nel melanoma resecato ad alto rischio di recidiva, sembrano confermare queste ipotesi.

12 dicembre 2023
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