Lazio. Il 13 marzo sciopero della dirigenza medica, sanitaria e amministrativa. “Stop allo smantellamento del servizio pubblico”
Lo stato di agitazione è stato proclamato da diversi sindacati dell'area. "Si continuano ad approvare provvedimenti demagogici che non hanno nessuna utilità per i cittadini, ma servono solo a produrre vantaggi per le società e le cooperative che gestiscono le esternalizzazioni".
16 FEB - Il prossimo 13 marzo i medici del Lazio incroceranno le braccia e sciopereranno per 24 ore. Lo stato di agitazione è stato proclamato dai sindacati della dirigenza medica, sanitaria e amministrativa dell’area della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria,tecnica, professionale ed amministrativa Anpo Ascoti Fials Medici - Cimo (Cimo - Cimo Settore Specifico Co.Si.P.S.) - Fassid (Aipac - Aupi – Simet – Sinafo – Snr) – Fedir Sanita’ - Fesmed - Ugl Medici.
“La situazione di nessuna considerazione che Zingaretti ha nei confronti dei medici è inaccettabile – attacca una nota - Si continuano ad approvare provvedimenti demagogici che non hanno nessuna utilità per i cittadini ma servono solo a produrre vantaggi per le società e le cooperative che gestiscono le esternalizzazioni dei servizi e per la sanità privata che gode della carenza di risposte del sistema pubblico per fare profitto”.
I sindacati imputano all’attuale amministrazione regionale lo smantellamento degli ospedali pubblici “con continui tagli dei posti letto e con il blocco del turn-over che costringe tutti gli operatori a turni massacranti. I Pronto Soccorso sono gironi danteschi in cui è pericoloso lavorare per le grosse carenze organizzative, di personale e per il sovraffollamento causato dalla mancanza di posti letto nei reparti”.
Problemi che inducono i cittadini esasperati a pendersela con il personale, “vittima incolpevole di questo sfascio e le denunce aumentano costringendo i medici a un rapporto quotidiano con avvocati e assicurazioni per potersi difendere. Si prendono in giro i nostri giovani precari senza alcun piano di stabilizzazione, costringendoli a trasferimenti in altre regioni o in altre nazioni perdendo un’importantissima forza lavoro qualificata ma ormai demoralizzata”. Addirittura peggiore, osservano i sindacati, la situazione legata ai servizi territoriali “che sono ancora più penalizzati a causa della mai attuata distrettualizzazione e alla farsa delle Case per la Salute che vengono inaugurate in pompa magna e poi lasciate al loro destino di inutili cattedrali nel deserto”.
Infine viene denunciato il quadro in cui versano i Dipartimenti di Prevenzione. “Sono in liquidazione e non sarà più garantita dai medici la sicurezza alimentare e nutrizionale a causa della soppressione di fatto dei Sian. Abbiamo chiesto – conclude la nota - la conciliazione al Prefetto, se non ci sarà dato ascolto sarà confermata la prima giornata di sciopero”.
16 febbraio 2015
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