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FVG. Prosegue il confronto sulla riforma sanitaria. Condivisi con i sindacati i principi generali


L'ossatura del progetto consiste nel dar vita ad un sistema sanitario unico, per garantire efficienza, funzionalità, omogeneità nei percorsi e nelle procedure assistenziali, integrazione tra ospedale e territorio, continuità delle cure, partendo dal rafforzamento delle attività di prevenzione.

03 MAG - Condivisione sui principi generali della riforma, che punta ad una modernizzazione del sistema sanitario in Friuli Venezia Giulia, è stata espressa oggi dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali della dirigenza medica e veterinaria e della dirigenza sanitaria, professionale, tecnica e amministrativa, che, in due momenti distinti, hanno incontrato l'assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca. Il confronto, che fa seguito a quello in III Commissione del Consiglio regionale e con le organizzazioni sindacali, si è sviluppato partendo dal documento d'introduzione alla riforma, che, è stato ricordato, indica obiettivi, strategie e metodo ma è aperto al contributo di tutti i portatori di interesse al fine di dar vita a partire dal primo gennaio del prossimo anno alla riorganizzazione della sanità in Friuli Venezia Giulia: un nuovo assetto istituzionale, basato principalmente su cinque enti per l'assistenza sanitaria, sulla revisione della rete ospedaliere (che sarà imperniata sugli ospedali hub di Trieste, Udine e Pordenone) e su un'agenzia dove saranno centralizzate tutte le funzioni che non hanno un rapporto diretto con il paziente (gestione amministrativa, acquisto di beni e servizi, stazione appaltante, supporto alla programmazione regionale).
 
L'ossatura del progetto, ha ribadito l'assessore, consiste infatti nel dar vita ad un sistema sanitario unico, per garantire efficienza, funzionalità, omogeneità nei percorsi e nelle procedure assistenziali, integrazione tra ospedale e territorio, continuità delle cure, partendo dal rafforzamento delle attività di prevenzione. Sostanzialmente positivo, dunque, il giudizio sulla volontà di percorrere la strada del cambiamento di un sistema definito troppo immobile, accompagnata anche dalla preoccupazione di rimanere, come già in passato, in mezzo al guado e di non completare un percorso non più rinviabile.
 
E se quindi l'approccio è considerato corretto, per il raggiungimento del comune obiettivo di miglioramento dei servizi e di contenimento della spesa, la discussione si è sviluppata, in termini molto concreti, su alcuni temi cardine: continuità assistenziale, rapporto con e tra le Università, ruolo della medicina generale, sistemi informativi, nuovo assetto organizzativo, mobilità dei professionisti, reti assistenziali. E' stato così annunciato l'avvio di un tavolo per definire un accordo con i due atenei, finalizzato ad una più ampia collaborazione tra le Facoltà di medicina e ad una maggiore responsabilizzazione nella programmazione sanitaria, principalmente connessa alle attività degli ospedali di Udine e Trieste. Parallelamente si sta costruendo un'intesa con la medicina generale e con la specialistica convenzionata, anche sulla base di norme nazionali, per accrescerne il ruolo.
 
Condivisione è stata espressa anche sulla necessità, che per la Regione rappresenta una priorità, di adeguare i sistemi informativi, per far circolare con facilità e tempestività i dati sanitari. In risposta a talune perplessità sulla nuova geografia degli enti, l'assessore ha parlato di un'ipotesi che non cancella il lavoro delle Aree vaste ma di cinque contenitori da intendere come strumenti a garanzia di percorsi omogenei: cinque dita di una stessa mano, coordinate a livello regionale.

03 maggio 2014
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