Lazio. Sindaci ‘Macroarea 1’ su Piano ospedaliero: “Serve potenziare, non tagliare”
Proseguono le audizioni presso la Commissione Sanità regionale dei sindaci delle macroaree in merito al Piano di riordino ospedaliero. Oggi è stato il turno dei primi cittadini della Macroarea 1 (Provincia di Frosinone) che chiedono di potenziare le strutture già penalizzate rispetto alle altre province.
18 NOV -
I commenti. "Il dialogo con le istituzioni locali è un nostro baluardo - ha dichiarato
il presidente della Commissione Alessandra Mandarelli - e faremo in modo da favorire, anche attraverso lo strumento della conferenza dei sindaci, la preparazione di un documento unico da parte dei Comuni auditi stamane, per sottoporre alla struttura commissariale una soluzione condivisa per il rilancio dei servizi socio-sanitari nella provincia di Frosinone, pur rispettando i dettami del Piano di rientro, che restano il punto fermo da cui partire. Oggi - ha aggiunto la presidente - non abbiamo assistito ad una guerra tra poveri per difendere la singola posizione o l'ospedale sotto casa: è emersa invece una visione globale del problema, in cui si riconosce la necessità di alcuni grandi centri di riferimento, supportati da una rete di assistenza e di emergenza ben articolata su un territorio geograficamente complesso come quello del frusinate. Stiamo facendo chiarezza anche sui dati trasmessi dal territorio ed elaborati dall'ASP: i tempi stretti hanno reso necessario prendere per buoni i numeri forniti in prima istanza alla struttura commissariale, ma era chiaro che tali dati dovessero essere incrociati, validati dai tecnici che sono stati inviati sul territorio, vagliati politicamente e istituzionalmente in sede di Commissione, come stiamo facendo e come continueremo a fare".
A sostegno dei sindaci, anche il
consigliere regionale del Pd, Francesco Scalia, intervenuto in sostituzione del consigliere Foschi: "Da questo ciclo di audizioni si è resa evidente la discrasia tra la divisione del Lazio in macroaree e la reale articolazione in Asl che insistono su territori con proprie specificità. I numeri parlano chiaramente di un forte squilibrio di posti letto tra Roma e le altre province, e Frosinone risulta la provincia maggiormente penalizzata. Secondo quanto apprendiamo, ci sono ancora 837 posti letto da assegnare: chiediamo che vengano equamente ripartiti tra le cinque province laziali in modo da salvare perlomeno l'esistente".
All'incontro hanno partecipato i sindaci Anagni, Arpino Ceccano, Ferentino, Isola del Liri, Pontecorvo. Di seguito, una sintesi degli interventi.
ANAGNI - Il sindaco Carlo Noto
"Il Piano è stato valutato finora solo in chiave ragionieristica. Non si comprende che quando si parla di portare un paziente a rischio in una struttura distante 'solo' 29 chilometri, non si tiene in considerazione che nel nostro territorio non ci si impiega meno di 55 minuti per coprire una tale distanza. Siamo consapevoli che non si debba puntare sull'ospedale sotto casa, ma senza emodinamica i nostri infartuati hanno scarse possibilità di essere salvati, se non ricorrendo alla Cardiologia di Colleferro. Chiediamo inoltre un rinnovato impegno per il nuovo ospedale di Anagni, più volte previsto e sbandierato, ma finora rimasto solo sulla carta".
ARPINO - L'assessore Mauro Iafrate
"Già in passato la sanità locale è stata depotenziata; oggi ospitiamo una Rsa che funziona e che intendiamo tutelare. Puntiamo a conservare il poco che abbiamo, soprattutto la postazione del 118, rafforzata da un'auto medicalizzata, in considerazione delle specificità del nostro territorio. Chiediamo anche un potenziamento dell'ospedale di Sora, il grande centro più vicino alle esigenze della nostra popolazione".
CECCANO - Il sindaco Antonio Ciotoli
"Costituiamo un punto di riferimento per i tanti piccoli centri che ci circondano. Il nostro ospedale ha fruito di recenti investimenti e ospita una moderna Tac, comune solo a Tor Vergata. Siamo stati d'accordo con la passata struttura commissariale ad essere considerati un solo polo con l'ospedale di Frosinone, ma a patto che lì venga attivato un Dea di II livello e che a Ceccano siano ospitati servizi specifici e mirati. Il Piano Polverini sembra invece cancellare totalmente Ceccano dalla cartina geografica della sanità regionale".
FERENTINO - Il sindaco Piergianni Fiorletta
"Il rilancio del nostro ospedale è un progetto esecutivo pronto ma da anni impantanato. Già da tempo abbiamo perso il medico a bordo dei mezzi del 118. E' francamente riduttivo prevedere solo ambulatori in una struttura come la nostra, su tre piani, con una popolazione di riferimento notevole. Anzi, chiediamo da tempo di passare da 12 a 36 posti letto, visto che siamo sommersi da richieste di lungodegenza".
ISOLA DEL LIRI - Il consigliere comunale Andrea Gabriele
"Concordo pienamente con i miei colleghi. La situazione rischia di precipitare se non si affronta in un'ottica complessiva che non penalizzi la provincia di Frosinone nel suo complesso, tenendo presenti le particolarità del territorio".
PONTECORVO - L'assessore alla Sanità Gianluca Narducci
"Ci siamo visti azzerare i nostri 119 posti letto, malgrado eccellenze come la Gastroenterologia. Tutto nasce, secondo noi, da dati di partenza errati: quello di Pontecorvo è l'ospedale più produttivo della provincia, con alti tassi di mobilità attiva, anche dalle regioni confinanti. Si spostano reparti e personali a Cassino, senza quindi nemmeno generare risparmi significativi. Che assistenza potremo garantire ai nostri 152 codici rossi annui se l'ospedale più vicino è a 60 chilometri? Proponiamo un ospedale riunito, complementare a Cassino, secondo un progetto organico che non penalizzi oltremodo il Sud della provincia".
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