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Hospice. Cresce il numero delle strutture, ma c’è ancora molto da fare


Entro la fine del 2010 saranno 299 le strutture dedicate all'assistenza dei malati terminali. Un numero consistente, ma inferiore rispetto a quanto programmato dalle Regioni che marciano a differenti velocità. Lombardia, Emilia Romagna e Basilicata le più virtuose.

15 NOV - Trend in crescita per gli hospice italiani. Saranno ben 229 entro il 31 dicembre 2010, per un totale di 2.615 posti letto, con una previsioni in crescita  entro il 2014. Un aumento costante e progressivo, ma inferiore rispetto alle previsioni formulate dalle Regioni in base alla programmazione del 2006 che puntava a realizzare 256 strutture.
A scattare la fotografia sugli hospice in Italia è la seconda Rilevazione ufficiale realizzata in partnership con la Società italiana di cure palliative (Sicp), Fondazione Isabella Seràgnoli e Fondazione Floriani nell’ambito del progetto Rete degli Hospice Italiani (Italiana Hospice Network). Una fotografia con luci ed ombre: nonostante a 11 anni dall’approvazione della legge 39/99 siano stati computi passi in avanti, molte Regioni segnano il passo. Solo poco più della metà degli hospice (il 54%) opera all’interno di una rete formale di cure palliative, come richiesto dalla recente legge 38/2010 sul dolore. Molti sono alla presa con la carenza di personale. Pochi offrono tutte le prestazioni essenziali delle cure palliative: dalla degenza al day hospital, dalle prestazioni ambulatoriali all’assistenza domiciliare. “Seppur lentamente, ma con costanza, sta mutando la percezione della popolazione italiana nei riguardi delle cure palliative e degli hospice - spiega Furio Zucco, past president della Sicp e curatore dell’indagine ‐, grazie allo sforzo di molti, stiamo raggiungendo anche in Italia l’obiettivo delineatosi alla fine degli anni 80: la risposta del Ssn e regionale ai bisogni delle oltre 250mila persone malate che, ogni anno, giungono alla fase finale della vita”.

Strutture in crescita.Il numero delle strutture presenti sul territorio italiano dal 2006 ad oggi è aumentano. Siamo passati dai 114 hospice del 2006 ai 165 realizzati nel giugno 2009(pari al 64,6% delle 256 programmate), fino alle 175 strutture rilevate a aprile 2010. E, secondo le stime regionali, si arriverà a 229 strutture entro il 31 dicembre 2010(pari al 90,2% di quelle programmate);. Un numero quindi inferiore rispetto alla programmazione regionale, denuncia l’indagine: per raggiungere il numero previsto (256) bisognerà attendere il 2014.
Soprattutto resta lontano per molte Regioni l’obiettivo di 0,6 posti letto ogni 10mila abitanti, un tetto necessario per venire incontro ai bisogni almeno dei pazienti oncologici. In base ai dati del censimento al 30 giugno 2009 l’indice di posti letto negli hospice operativi era di 0,31, superiore allo 0,21 rilevato nel 2006. Se confermato il dato previsionale al 31 dicembre 2010, l’indice crescerebbe globalmente allo 0,43 e allo 0,48 entro il 2012. Tradotto in cifre a giungo del 2009 erano 1.888 posti letto di degenza realizzati su 2.873 programmati (pari al 67,0%). E secondo le proiezioni regionali si arriverà alla fine del 2010 a 2.592 posti letto di degenza (pari al 92%).
A livello regionale solo 3 Regioni potranno contare sul maggior numero di hospice operativi entro il 2010 e superare quindi l’indice dello 0,6, sono: Lombardia con 57 strutture e 0,70 posti letto attivati (678) ogni 10mila abitanti; Emilia Romagna, con 24 strutture e 0,66 posti letto attivati (288). Terza regione la Basilicata che per quanto riguarda la disponibilità di posti in rapporto al numero di residenti con le sue 5 strutture sarà in grado entro il 2010 di garantire 0,86 posti letto ogni diecimila abitanti (51 posti letto).
Altre 5 Regioni hanno previsto di raggiungere entro il 2010 indici di programmazione compresi fra lo 0,40 e lo 0,49: si tratta di Friuli (0,42), Lazio (0,52), Liguria (0,51), Marche (0,48) e Molise (0,50). Altre 7 Regioni hanno comunicato che a fine 2010 raggiungeranno indici compresi fra 0,30 e 0,39. E cioè: Piemonte (0,37), Puglia (0,32), Sardegna (0,35), Sicilia (0,31), Toscana (0,37), Umbria (0,38) e Veneto (0,34).
Le restanti 4 Regioni hanno, infine, una disponibilità di posti letto nettamente inferiore alla media nazionale: l’Abruzzo riuscirà a garantire un tasso di posti letto pari allo 0,15 (con un calo rispetto allo 0,23 programmato nel 2006 per il 2008), la Calabria (0,20 dallo 0,24 del 2006) la Campania (0,19 con un aumento notevole dallo 0,08 del 2006) e il Trentino Alto Adige (0,18 dallo 0,12 del 2006). 

Dentro gli hospice. Da un punto di vista logistico, solo il 27,4% degli hospice è collocata all’interno di una struttura dedicata, autonoma e logisticamente indipendente, mentre il restante 62,6% è situata all’interno di una struttura assistenziale che eroga anche servizi non esclusivamente rivolti ai malati in fase avanzata e terminale di malattia. La maggior parte di questi sono collocati all’interno di ospedali (46,9%), l’11% in “centri polifunzionali non ospedalieri” e il 14,6% in “strutture socio sanitarie e socio‐assistenziali”.
Permangono poi le differenze interregionali nel rapporto fra hospice e posti letto gestiti rispettivamente dal pubblico, dal privato, dal Terzo settore o a gestione mista. Tutte le Regioni, ad eccezione di Lazio e Lombardia, hanno sviluppato gli hospice e i relativi posti letto prevalentemente all’interno della rete a gestione diretta pubblica. Il numero medio di posti letto negli hospice italiani è di 11,3 p.l. per struttura, con notevoli differenze fra quelli a gestione pubblica (media di 9,5 p.l.), del Terzo Settore (14 p.l.), a Gestione Mista (11,4 p.l.) e a gestione privata (17,3 p.l.). Per quanto riguarda  le caratteristiche dell’inserimento e dell’integrazione nella “rete delle cure palliative”, al 30 giugno 2009, il 44,9% degli hospice non faceva formalmente parte della rete, mentre il 55,1% delle strutture dichiarava di operare all’interno di un sistema a rete. Inoltre solamente nel 18% dei casi la struttura nella quale l’hospice è inserito eroga tutti i livelli assistenziali previsti dall’assistenza in cure palliative: degenza ordinaria; degenza in day‐hospice o day‐hospital; prestazioni in regime ambulatoriale; consulenza intra ospedaliera; assistenza domiciliare.

Pazienti assistiti e personale sanitario. Il numero medio di pazienti assistiti annualmente/hospice è di 153 degenti, con evidente variabilità tra le strutture. La durata media della degenza è stata di 20,7 giorni per paziente. Le tre categorie di professionisti sempre presenti in hospice, sono il medico, l’infermiere e l’operatore assistenziale (operatore socio sanitario, operatore tecnico ausiliario, ecc.). Le figure professionali che però possono operare in hospice sono più numerose, con una notevole differenziazione dell’équipe fra i diversi hospice: oltre ai 3 sopra citati i professionisti più frequentemente presenti sono psicologi (94%), fisioterapisti (72%) e assistenti sociali (53%).
E.M.

15 novembre 2010
© Riproduzione riservata

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