Simpef: “Bene mozione, ma evitare incompatibilità con la convenzione e garantire incentivi”
15 GIU - I pediatri di famiglia della Lombardia rappresentati dal Sindacato medici pediatri di famiglia (Simpef), esprimono “apprezzamento” per la mozione approvata dal Consiglio regionale lombardo sulla proposta di coinvolgimento dei pediatri di famiglia nella somministrazione delle vaccinazioni obbligatorie, attraverso una rimodulazione dell'accordo già raggiunto per il vaccino contro il meningococco.
“Come pediatri di famiglia che sostengono il ricorso alle più adeguate e opportune coperture vaccinali per la prevenzione di malattie tutt'oggi di particolare impatto sociosanitario - per la loro gravità e diffusività, per le complicazioni invalidanti, i costi sociali, sanitari, indiretti per le famiglie e il sistema produttivo, senza dimenticare il rischio di morte legato a queste malattie – non possiamo che approvare ogni atto legislativo che persegua tale scopo. La mozione riconosce ai pediatri di famiglia un ruolo che anche le mamme e le famiglie lombarde apprezzano. Lo dimostrano i risultati dell’indagine che Simpef ha condotto e presentato poche settimane fa, in cui il pediatra è riconosciuto la fonte più affidabile e sicura di informazione e consiglio sul tema delle vaccinazioni e non solo, ed è considerato da 2 mamme su 3 la figura professionale più appropriata a vaccinare i propri figli. Proprio per questo crediamo, e ne siamo consapevoli, che in caso di necessità i pediatri di famiglia possano mettersi in gioco per sostenere le strutture pubbliche”, afferma in una nota
Rinaldo Missaglia, segretario nazionale Simpef.
Per Missaglia “andrebbero tuttavia attentamente valutate due questioni. La prima è il potenziale rischio di incompatibilità professionale rispetto agli attuali compiti del pediatra di famiglia, derivanti da un accordo collettivo nazionale che per gli aspetti sostanziali risale ormai al 2005, e da molti anni, nonostante ripetute rassicurazioni da parte di diverse istituzioni, ancora non si riesce ad aggiornare adeguandolo alle mutate esigenze assistenziali. Ad ovviare a tale insostenibile ritardo potrebbe intervenire la contrattazione regionale con il Governo lombardo, che vedrebbe la nostra organizzazione più che ben disposta”.
Il secondo aspetto da considerare “è quello della valorizzazione sia dell'aspetto incentivante economico sia di quello organizzativo/strutturale, che possono favorire un’adesione più omogenea e strutturata, meno a macchia di leopardo di quella che si sta verificando proprio in queste settimane, con il progetto della vaccinazione antimeningococcica B in copagamento”.
15 giugno 2017
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