Faverin (Cisl Fp): “Subito un piano di riordino dell’intero sistema regionale per garantire cure e posti di lavoro”
03 GEN - La Cisl Fp è “preoccupata” per la situazione della sanità laziale e chiede un piano di riordino dell’intero sistema regionale. “Un piano che riorganizzi il sistema di prevenzione, cura e assistenza e che metta fine alla mala gestione degli ultimi decenni, garantendo appropriatezza dei servizi e valorizzazione delle professionalità”, ha sottolineato il segretario generale della Cisl Fp Giovanni Faverin. A partire dalle strutture del gruppo Idi-San Carlo dove i lavoratori sono ancora in attesa di ricevere il pagamento degli stipendi arretrati da mesi. Ma, spiega Faverini, “lo stato di crisi in cui versa il gruppo Idi-San Carlo-Villa Paola è solo la punta di un iceberg che interessa l’intero settore della sanità laziale, in particolare la sanità privata e le grandi strutture accreditate e classificate, comprese quelle religiose. Ben 2.700 operatori sanitari sono oggi in cassa integrazione. Bisogna intervenire subito. Mettendo insieme le forze e trovando le soluzioni giuste”.
Per il sindacalista, “le giunte regionali di vario colore non hanno fatto che aggravare la situazione. E oggi la crisi di liquidità delle strutture sta mettendo a rischio il pagamento delle retribuzioni e migliaia di posti di lavoro. La Regione non ha saputo organizzare la sanità territoriale ed ospedaliera laziale, che ha visto proliferare in modo sproporzionato una rete ospedaliera rivolta principalmente agli acuti, mentre è mancato lo sviluppo della medicina di prossimità, della rete delle Rsa e della riabilitazione”.
“L’Idi-San Carlo – aggiunge Faverin - da parte sua paga una gestione manageriale del tutto discutibile e oggi sotto inchiesta da parte della magistratura. Il gruppo occupa al momento circa 1500 lavoratori e l’obiettivo della Cisl è chiaro: occorre una seria riorganizzazione aziendale che permetta il ripiano dei debiti, primi fra tutti quelli con i lavoratori in attesa di stipendio, il mantenimento dei posti di lavoro e il livello di qualità dei servizi. Vale a dire un piano industriale che stabilisca una nuova mission e nuovi modelli assistenziali e organizzativi in linea con i migliori standard europei. Per questo – conclude il sindacalista - abbiamo chiesto e ottenuto un tavolo di confronto con il gruppo. E per questo a partire da qui vogliamo che si apra il confronto con il commissario straordinario Bondi e con la giunta regionale sull’intera sanità del Lazio”.
03 gennaio 2013
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