Ex Ilva. Rischio cancerogeno sopra la soglia nel quartiere Tamburi, nonostante si produca solo la metà dell’acciaio autorizzato
Lo studio dei ricercatori di Arpa Puglia ed Emilia Romagna, Aress Puglia, ASL di Taranto e Brindisi e dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio stima gli impatti sulla salute nello scenario pre-AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) e post AIA. I decessi attribuibili ogni anno alle emissioni industriali sono diminuiti sia a Brindisi che a Taranto, ma a Taranto, e in particolare nel quartiere Tamburi, le stime di rischoi di tumore al polmone sono superiori alla soglia di accettabilità (1 su 10.000) sia nel 2010 (2,6x10.000) che nel 2012 (1,1x10.000) e nel 2015 (1x10.000), nonostante la produzione pari a 4,7 milioni di tonnellate di acciaio rispetto agli 8 milioni autorizzati. LO STUDIO e IL MATERIALE SUPPLEMENTARE
24 OTT - La rivista
“Epidemiologia & Prevenzione”, in concomitanza con l’apertura del convegno dell'Associazione italiana di epidemiologia (Catania, 23-25 ottobre), ha reso noti i risultati di un nuovo studio su L’impatto ambientale e sanitario delle emissioni dell’impianto siderurgico di Taranto e della centrale termoelettrica di Brindisi, condotto da ricercatori dell’Arpa Puglia ed Emilia Romagna, dell’Aress Puglia, delle ASL di Taranto e Brindisi e del dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio.
Lo studio stima gli impatti ambientali e sanitari associati all’esposizione a PM2,5 originato dalle emissioni dell’ex ILVA di Taranto e della Centrale ENEL di Brindisi.
In queste due aree fortemente caratterizzate dalla presenza di impianti inquinanti è stata realizzata per la prima volta una Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario (VIIAS) con approccio epidemiologico su tre scenari emissivi.
Tre scenari per Taranto:
2010: situazione reale pre-AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale),
2012: emissioni simulate secondo AIA rilasciata in quell’anno;
2015: situazione emissiva reale, in corso di adeguamento all’AIA attualmente in vigore.
Tre scenari per Brindisi:
2004, 2010: situazioni emissive reali, ricostruite a partire da dati misurati (per le emissioni convogliate) e stimati (per le emissioni diffuse), e 2017: quadro emissivo autorizzato dall’ultimo decreto di riesame dell’AIA di ENEL.
Lo studio stima il numero di decessi per cause naturali, malattie cardiovascolari e respiratorie, e per tumore del polmone attribuibili all’esposizione alle emissioni industriali.
Stima anche l’incremento di rischio per tumore del polmone per le persone esposte a tali emissioni nel corso della vita (ILCR - Incremental lifetime cumulative risks) e applica una metodologia per la formulazione di un giudizio di accettabilità del rischio (valore di riferimento per la accettabilità del rischio: 1 caso su 10.000, oltre questo valore occorre intervenire).
“Questa valutazione integrata di impatto ambiente e sanitario (VIIAS) - spiegano i ricercatori in una nota - ha confermato i risultati delle Valutazioni del Danno Sanitario (VDS) già condotte in precedenza in queste aree e aggiunge nuove importanti conoscenze: si stima una riduzione dell’impatto sanitario dallo scenario pre-AIA rispetto a quello post-AIA sia a Taranto sia a Brindisi: nei 3 scenari indagati a Taranto i decessi attribuibili ogni anno alle emissioni industriali passano da 28, a 18 a 5; a Brindisi passano da 3,8 a 1,5 a 1,6 (vd. tab. 2 articolo allegato). Ma mentre a Brindisi le stime dei rischi di tumore al polmone (ILCR) sono sotto il limite di riferimento (compresi tra 1x1.000.000 e 4x100.000), a Taranto nel quartiere Tamburi si osservano ILCR superiori a 1x10.000 non solo nel 2010 e nel 2012, ma anche nello scenario 2015, nonostante una produzione di acciaio di soli 4,7 milioni di tonnellate (l’AIA ne autorizza 8 milioni).
“Il superamento di questa soglia indica che è necessario adottare ulteriori interventi di protezione della salute - dichiara
Lucia Bisceglia, epidemiologa dell’AReSS Puglia e vicepresidente dell’AIE -. I risultati delle nostre valutazioni indicano la necessità di incrementare i livelli di tutela già da subito e richiedono di accelerare l’attuazione degli interventi di ambientalizzazione previsti entro il 2023, soprattutto per i residenti al quartiere Tamburi”.
“Questo articolo è una pietra miliare anche da un punto di vista metodologico - spiega
Francesco Forastiere, direttore scientifico della rivista “Epidemiologia e Prevenzione” - perché coniuga la grande professionalità sulle emissioni e sui modelli di dispersione propria del Sistema di protezione ambientale regionale della Puglia con le capacità tecniche dell’Epidemiologia italiana, forte di esperienze internazionali (INTARESE) e nazionali (SESPIR, VIIAS); un bell’esempio di integrazione ambiente e salute in grado di mettere nuova conoscenza scientifica al servizio di chi deve prendere decisioni per la tutela della salute dei cittadini”.
24 ottobre 2019
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