Appalti truccati. Arresti all’ospedale di Potenza. Le indagini si allargano a Foggia. M5S chiede le dimissioni del Dg Pedota
Negli atti di conclusione delle indagini della procura di Potenza figurerebbe anche il DG degli Ospedali Riuniti di Foggia, riferisce la consigliera Rosa Barone (M5S). "Non possiamo accettare che ancora una volta una classe dirigente del mondo sanitario sia coinvolta in indagini così serie".
15 DIC - Appalti affidati senza gara e personaggi ritenuti vicini agli ambienti della criminalità organizzata. E’ su questo che sta indagando la Procura di Potenza in merito all'ospedale San Carlo. Il terremoto giudiziario ha portato già ad alcuni arresti, e, secondo la consigliera regionale pugliese del Movimento 5 Stelle
Rosa Barone, starebbe coinvolgendo anche l’ospedale di Foggia.
Negli atti di conclusione delle indagini della procura di Potenza (direzione distrettuale antimafia), sempre secondo la consigliera 5 Stelle, figurerebbe infatti il DG degli Ospedali Riuniti del capoluogo pugliese per turbativa d'asta nella scelta del contraente.
“La questione- spiega in una nota Rosa Barone - è allo studio in queste ore da parte del gruppo consigliare del Movimento Cinque Stelle Puglia”, che tramite una interrogazione regionale della consigliera chiede al presidente della Regione Puglia
Michele Emiliano, le dimissioni immediate del Direttore Generale del Riuniti di Foggia
Antonio Pedota. “Ho presentato una interrogazione regionale urgente rivolta al presidente Emiliano, che in questo momento detiene anche la delega alla Sanità - dichiara Barone - e che sta dimostrando ancora una volta la sua incapacità nel gestire un Assessorato che meriterebbe più attenzione, zelo ed etica. Vogliamo avere risposte certe ed immediate circa la conoscenza o meno di Emiliano sui fatti esposti dalla DDA di Potenza con conseguente richiesta di dimissioni del direttore Pedota”.
“Non possiamo accettare che ancora una volta una classe dirigente del mondo sanitario sia coinvolta in indagini così serie - conclude Barone - Emiliano ha una grossa responsabilità nel caso in cui dovesse acconsentire ad accettare una dirigenza collusa con un sistema opaco, poco trasparente e dalle probabili connessioni con il mondo della malavita, così come dimostrato dalle intercettazioni al vaglio degli inquirenti”.
15 dicembre 2015
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