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Covid. Con piste da sci chiuse, danni per per almeno 20 miliardi di euro. Fugatti (PA Trento): “Dovrebbe decidere l’Europa”

A stimare la perdita le Regioni della zona alpina. Per il presidente trentino la priorità è la sicurezza sanitaria, “ma una eventuale chiusura deve avvenire a livello europeo. Altrimenti si creerebbe uno squilibrio inaccettabile” tra Paesi. Chieste garanzie sui ristori per gli impiantisti e “tutto il mondo che ruota attorno allo sci”. Fugatti ha chiesto al Governo ristori analoghi a quelli per le zone rosse per i comuni del Trentino che, pur appartenenendo a una "Regione gialla", hanno alzato le restrizioni: “Boccia ha parlato uno stanziamento di 250 milioni”.

27 NOV - Una perdita di indotto pari a 20 miliardi – una cifra vicina all’1% del PIL nazionale. Questa la stima che le Regioni alpine hanno fatto del danno che l’industria dello sci sarà costretta a subire senza l’avvio della stagione invernale. “In questi ultimi giorni si sono ripetuti i messaggi di esponenti del Governo e virologi che affermano come si possa tranquillamente fare a meno della settimana bianca e dello sci, uno svago che non è indispensabile” ma “non è corretto parlare di ‘solo sci’. Attorno alla stagione invernale abbiamo intere economie di montagna e alcune centinaia di migliaia di posti di lavoro, perlopiù stagionali”, osservano in una nota congiunta gli assessori della Pa di Bozano, di Valle D’Aosta, FVG, Lombardia, Veneto, Pa di Trento e Piemonte. E un discorso analogo potrebbe essere fatta per le località sciistiche degli Appennini.

“Senza l’apporto della stagione invernale per la montagna è il disastro totale”, spiegano gli esponenti delle Regioni alpine nel comunicato congiunto. “Chiudere durante le festività natalizie significherebbe pregiudicare irrimediabilmente l’intera stagione, molti non aprirebbero nemmeno più”. Le Regioni in questione si dicono “pronte al confronto con il Governo per evitare rischi collegati alle festività, e siamo sicuri che é possibile gestire la questione”.

“Il Trentino – è il commento del presidente della Pa di Trento Maurizio Fugatti – ritiene che prima di aprire sia necessario avere la necessaria sicurezza sanitaria. Detto questo, una eventuale chiusura deve avvenire a livello europeo. Altrimenti, ad esempio se l’Austria decidesse di aprire, si creerebbe uno squilibrio inaccettabile fra territori. Abbiamo anche chiesto una garanzia per gli eventuali ristori, che devono riguardare non solo gli impiantisti ma tutto il mondo che ruota attorno allo sci”. "L’Europa, dal canto suo -riferisce la nota della Pa di Trento -, finora ha affermato che non può adottare decisioni valide per tutti gli stati membri ma solo prendere misure di moral suasion, ovvero di “persuasione”.
 
Fugatti ha poi parlato di quelle aree del Trentino che ha assunto misure più restrittive, come Baselga di Piné e Bedollo pur rientrando in una “Regione gialla". “Abbiamo chiesto al Governo che per quelle realtà vengano previsti ristori analoghi a quelli per le zone rosse”, fa sapere Fugatti. Nella nota provinciale si riferisce quindi che “il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia a questo proposito ha detto di avere previsto uno stanziamento di 250 milioni, che verranno ripartiti fra i territori interessati".

27 novembre 2020
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