Vaccini Covid. Calo adesioni in Alto Adige. Ma il problema non sarebbero i no vax
Solo la metà della popolazione altoatesina risulta vaccinata. Per la Giunta il calo delle vaccinazioni sarebbe legato in maniera “esigua” a posizioni no vax. Il vero problema sarebbe “un gruppo abbastanza consistente di persone che a fronte delle notizie positive riguardo alle infezioni, all’assenza di decessi ed allo svuotarsi dei reparti tendono a pensare che non vi sia più urgenza di vaccinarsi”. Ma “in questo modo rischiamo di trovarci in autunno, con la variante Delta o un’altra variante, in una situazione di grave difficoltà”.
30 GIU - Scende l’afflusso di cittadini altoatesini che si sottopongono a vaccinazione anti Covid e il presidente della Provincia,
Arno Kompatscher, lancia un appello a invertire la rotta. “Purtroppo – ha affermato il presidente Kompatscher nel corso della conferenza stampa di ieri – in merito al rapporto tra il numero dei vaccini somministrati e la popolazione residente, che ha effettuato almeno la prima dose, dobbiamo registrare dei dati piuttosto bassi. Dopo i risultati lusinghieri registrati nelle prime settimane, ora siamo in ritardo. D’altro canto – ha proseguito - tutto è stato organizzato molto bene sotto il profilo della logistica, ora si possono scegliere anche la data ed il tipo di vaccino. Ciononostante gli afflussi sono diminuiti e nel corso della Giunta abbiamo cercato di capire i motivi”.
A questo proposito il presidente ha sottolineato che “una parte della cittadinanza è decisamente contraria all’uso dei vaccini (i cosiddetti no vax) per motivi ideologici o per altre ragioni vi è un diniego assoluto all’uso di questo strumento di tutela”. La Giunta ritiene comunque che si tratti di “un gruppo abbastanza esiguo”. Vi sarebbe invece, secondo l’Esecutivo, "un gruppo abbastanza consistente di persone che in questo momento, a fronte delle notizie positive riguardo al calo delle infezioni, all’assenza di decessi ed allo svuotarsi dei reparti di cure intensive tendono a pensare che non vi sia più urgenza di vaccinarsi e preferiscono farlo in autunno”.
“Dobbiamo sottolineare – ha affermato con decisione Kompatscher - che si tratta di idee sbagliate perché in questo modo rischiamo di trovarci in autunno, con la variante Delta o un’altra variante, in una situazione di grave difficoltà. Al momento solo la metà della popolazione risulta vaccinata e rischiamo di trovarci in autunno nella stessa situazione dell’anno scorso. Proseguiremo comunque i nostri sforzi per informare la popolazione, anche con l’aiuto di associazioni, di esperti e di testimonial in grado di spiegare appieno l’importanza del vaccino, unico strumento per contrastare il virus a livello mondiale. Noi possiamo fornire il servizio, ma in fin dei conti la responsabilità è individuale e collettiva, ciascuno deve fare tutto il necessario per evitare che insorgano altri problemi”.
Nel corso della seduta odierna la Giunta ha inoltre definito le regole per l’adozione del Green Pass. “Siamo passati dal modello provinciale del certificato a quello europeo, usando tra l’altro sempre la stessa banca dati. Quindi non ci sono stati sprechi perché tutto ciò che è stato realizzato per il
Corona Pass ora serve anche per l’utilizzo del Green Pass Europeo” ha rilevato Kompatscher.
Con questo strumento adesso sono regolate numerose situazioni a livello nazionale che sono state già recepite anche a livello provinciale, per quanto riguarda, ad esempio, i viaggi, gli spostamenti ed i matrimoni. “Noi abbiamo aggiunto altre situazioni specifiche della realtà altoatesina dove sarà richiesto il Green Pass Europeo come, ad esempio, le feste campestri, le sagre organizzate dalle associazioni, o anche l’accesso alle piscine coperte pubbliche, ai bagni termali coperti, alle palestre in gruppo ed anche l’uso di spogliatori per gruppi, ovvero l’accesso a sale teatrali, cinema e sale per concerti al coperto qualora lo spettacolo preveda una capienza che superi il 50% dei posti disponibili. Vi sono inoltre le situazioni che riguardano le prove dei cori, delle bande musicali e dei vigili del fuoco, ovvero i dormitori di gruppo nei rifugi”.
Per queste situazioni viene richiesto il Green Pass Europeo che si riceve se una persona è vaccinata, ha effettuato un PCR, ovvero ha la certificazione di essere guarito dal Covid-19. Lo si richiede per le persone oltre i 12 anni. Tra i 12 ed i 18 è prevista l’alternativa tra il Green Pass ed il test nasale da fare in loco prima di accedere alla sala per l’attività. “Metteremo a disposizione degli organizzatori e dei gestori questi test nasali, anche autosomministrabili, e questa sarà un’alternativa al Green Pass solo per la fascia tra i 12 ed i 18 anni”, ha spiegato l’esecutivo altoatesino. Al di sotto dei 12 anni non viene richiesto nulla. “Lo scopo è di garantire una maggiore sicurezza da parte dei gestori e degli organizzatori delle manifestazioni, ma soprattutto è anche una garanzia per chi partecipa".
“Auspichiamo che aumenti il numero dei vaccinati per poter quindi accedere al Green Pass, la via più agevole e che tutela sia l’individuo che la collettività” ha concluso il presidente Kompatscher.
30 giugno 2021
© Riproduzione riservata
Altri articoli in QS P.A. Bolzano