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Ragazza con grave cardiopatia salvata senza trapianto

In Serbia, il suo paese di provenienza, era già stata operata due volte per garantirle la sopravvivenza ma le condizioni di salute si aggravavano di giorno in giorno. Ed ecco la decisione di venire in Italia. Al Regina Margherita di Torino è stato effettuato un intervento della durata di otto ore che ha “aggiustato” il cuore.

26 AGO - Tecnicamente è un cuore “aggiustato” in pratica è un cuore che funziona a tutti gli effetti, un cuore che ha ripreso a funzionare senza necessità di trapianto. Questo è quello che batte nel petto di Monica, una diciassettenne serba approdata a Torino con la speranza di una nuova vita. Per fare tutto ciò è stato necessario l’intervento di più specialisti, in primis  dal dott. Carlo Pace Napoleone primario di Cardiochirurgia pediatrica del Regina Margherita, dalla dott.ssa Gabriella Agnoletti, primario della cardiologia pediatrica del Regina e da Fulvio Gabbarini artimologo dello stesso ospedale infantile. Successivamente l’equipe dell’elettrofisiologia interventistica del cardinal Massaia di Asti guidata dal dott. Marco Scaglione, primario della stessa Cardiologia è dovuto intervenire per eliminare l’aritmia incessante che avrebbe reso vano il seppur perfetto intervento chirurgico.

Monica, 17 anni, residente a Belgrado, portatrice dalla nascita di una grave cardiopatica congenita (cuore con un solo ventricolo e atrio) è stata salvata senza dover ricorrere al trapianto. In Serbia era già stata operata due volte per garantirle la sopravvivenza ma le condizioni di salute si aggravavano di giorno in giorno. Ed ecco la decisione di venire in Italia. Al Regina Margherita, è stato effettuato un intervento della durata di otto ore che ha “aggiustato” il cuore.

Tecnicamente è stato ricostruito un collegamento diretto tra le vene e i polmoni, saltando il cuore per evitare il trapianto. Ma durante la degenza è subentrata una complicanza: come sovente accade in questi casi è comparsa anche un’aritmia cardiaca incessante che rappresentava un nuovo pericolo per il funzionamento del cuore, indipendente dalla perfetta riuscita della correzione del difetto anatomico. A questo punto il dr Fulvio Gabbarini è dovuto intervenire farmacologicamente per stabilizzare le sue condizioni critiche per poter effettuare il trasferimento all’Ospedale Cardinal Massaia di Asti per effettuare un intervento di ablazione dall’equipe guidata dal cardiologo, specialista in aritmologia e ablazioni, Marco Scaglione.

“La nostra struttura - afferma il dr Scaglione che con la sua equipe ha effettuato l’intervento – è da tempo riferimento internazionale per la cura delle aritmie cardiache. Si tratta di un intervento complesso – sottolinea il primario – appannaggio di pochi centri in Italia, che ha comportato l’inserimento di cateteri dalle vene delle gambe per raggiungere il cuore. In questo caso la complessità derivava non solo dal tipo di anatomia e di aritmia della paziente ma dalla possibilità i raggiungere le camere cardiache considerando che l’intervento chirurgico consisteva nel “bypassare” il cuore. Unica possibilità era trovare un foro di due millimetri che era stato praticato durante l’intervento che univa il tubo protesico con le camere cardiache. L’equipe dopo essere riuscita a trovare questo passaggio e  a entrare anche se con un solo catetere nel cuore ha potuto ricostruire l’anatomia, svelare la sede del circuito e con l’ablazione eliminare l’aritmia. Il solo cambiamento del rimo ha già permesso immediatamente la risalita della pressione massima da 80 a 100 mm di mercurio. Questo ha permesso di scoprire l’origine dell’aritmia ed eliminarla”. Dopo pochi giorni di degenza astigiana, la giovane è stata ritrasferita al Regina e dimessa dopo circa una settimana”.

Per Monica, diventata maggiorenne proprio in questi giorni, una nuova speranza, anche se non si esclude che i futuro possa essere comunque necessario un trapianto. Questo è un bell’esempio di cooperazione sanitaria che in questo tipo di pazienti è fondamentale avendo bisogno di figure con competenze super specialistiche in ambito pediatrico, chirurgico, di cardiopatie cardiologiche congenite e ritmologia avanzate. In questo caso è stato l’aspetto sinergico di tutte le figure ad aver permesso il raggiungimento dell’obiettivo confermando che il Piemonte presenta eccellenze sanitarie multidisciplinari.
 
Claudio Risso

26 agosto 2019
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