Stabilizzazione medici di emergenza territoriale 118. Saitta (Piemonte): “Su impugnativa del Governo daremo battaglia”
L'assessore dopo la decisione del CdM di impugnare la legge regionale per la stabilizzazione di circa 80 medici. “La strada individuata dalla Giunta regionale è una soluzione di buonsenso”, afferma l'assessore, che chiede all’Ordine dei medici di “far sentire la sua voce al nostro fianco”. Contro l'impugnativa anche lo Smi: “Il Governo receda dalla sua decisione e assicuri al 118 la piena funzionalità”.
18 FEB - La legge della Regione Piemonte n. 19 del 17/12/2018 che prevedeva, tra le altre cose, la stabilizzazione di circa 80 medici che prestano servizio sulle ambulanze del 118 con contratti a tempo determinato, è, per l'assessore alla Sanità del Piemonte, Antonio Saitta, “un provvedimento necessario per evitare l’interruzione del servizio 118”. Per questo Saitta commenta con disapprovazione la decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare la legge e annuncia che “continueremo dunque a difendere le nostre ragioni con il Governo e presso la Corte Costituzionale
”.
Per Saitta “la strada individuata dalla Giunta regionale è una soluzione di buonsenso, per altro condivisa in modo trasversale dal Consiglio regionale, a un problema che si ripropone da molto tempo. Il nostro obiettivo è infatti quello di garantire sia la continuità del servizio che la tutela dei medici impegnati”
.
La norma approvata dalla Regione dispone che i medici in servizio presso le strutture del sistema di emergenza-urgenza territoriale 118 con contratti a tempo determinato o comunque con rapporti di lavoro flessibile, e con un’anzianità lavorativa di almeno tre anni, possano accedere alle procedure di assegnazione degli incarichi convenzionali a tempo indeterminato anche senza aver superato il corso di Medicina generale ma solo quello di Emergenza territoriale. Questa possibilità resta comunque circoscritta agli incarichi del sistema di emergenza-urgenza e non prevede l’inserimento dei medici nelle graduatorie per la Medicina generale.
“La partecipazione degli oltre 80 medici interessati al corso di Medicina generale provocherebbe gravi problemi alla copertura del servizio 118, in quanto l’attività lavorativa sarebbe incompatibile con la frequenza del corso – aggiunge l’assessore Saitta -. La stabilizzazione consente invece l’inserimento in via definitiva nel sistema sanitario regionale di personale che ha dimostrato capacità e professionalità”.
“Il Governo gialloverde – conclude l’assessore - ci impedisce dunque di stabilizzare i nostri medici e mette a rischio un servizio indispensabile: non conosce la realtà piemontese e ha preferito impugnare la nostra legge invece di informarsi. Invito l’Ordine dei medici a far sentire la sua voce al nostro fianco”.
Contro la decisione del Governo si è intanto pronunciato lo Smi, che per voce del responsabile Nazionale SMI - Settore convenzionati Est (emergenza servizio territoriale) 118,
Maurizio Borgese, esprime “stupore” in merito alla decisione del Cdm e afferma: “La stabilizzazione dei medici prevista dall’articolo 135 della legge regionale 19/2018 ‘Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale’ ( ‘Legge Omnibus’) approvata lo scorso 17 dicembre dal Consiglio regionale Piemonte riguarda quel personale che lavora già da anni ( 5-9 anni) all’interno del servizio del 118 ma che fino ad oggi non è stato possibile assumere a tempo indeterminato. E’ una decisione che sana una condizione di precarietà ormai diventata insopportabile per chi opera nel settore della medicina di emergenza”, continua Borgese.
Il sindacalista evidenzia come “la disposizione regionale non comporta oneri aggiuntivi per il bilancio regionale e neanche per la tesoreria dello Stato, ma si tratta di un provvedimento necessario per evitare l’interruzione del servizio di emergenza urgenza territoriale 118, garantito in questi anni dall’attuale personale medico che con sacrifici e senza prospettive di futuro ha deciso di portare avanti la passione di lavorare in questo sistema”.
“Il Sindacato Medici Italiani – prosegue Borgese - da anni sostiene che il sistema di emergenza urgenza territoriale 118, vista la sua complessità, non si possa reggere su personale medico precario con contratti a tempo determinato ma debba far leva su medici dipendenti che possano contare su una continua formazione professionale aziendale. La cronaca di queste ore testimonia la necessità stringente di un intervento legislativo immediato per sollevare i medici da turni massacranti e scongiurare gli eventuali disservizi nei confronti del cittadino”.
Borgese lancia quindi un appello affinché “il Governo receda dalla sua decisione di impugnare la legge regionale che stabilizza gli ottanta i medici del servizio di emergenza territoriale e assicuri al 118 la piena funzionalità in Piemonte per tutelare la salute dei cittadini; se così non fosse prenderemo in serio esame di dichiarare lo stato di agitazione della categoria”.
18 febbraio 2019
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