Le lingue della malattia, le voci della cura. Confronto a Torino tra medici e pazienti
L’iniziativa è del gruppo di ricerca Remedia dell’Università degli Studi di Torino, che da quest’anno ha avviato il primo percorso di formazione sulla linguistica medica e clinica. Il confronto si propone di mettere a fuoco l’importanza del linguaggio all’interno della pratica medica, della terapia e nella logica della programmazione sanitaria.
30 MAG - Appuntamento il 14 giugno 2017, presso la sede dell’OMCeO di Torino (Villa Raby, Corso Francia 8) alle ore 18.00, per l’evento “Le lingue della malattia, le voci della cura. Un dialogo polifonico tra medici e pazienti”. Un incontro tra professioni, istituzioni e familiari per mettere a fuoco l’importanza del linguaggio all’interno della pratica medica, della terapia e nella logica della programmazione sanitaria.
Questo tavolo di lavoro interprofessionale e interdisciplinare è organizzato e promosso dal gruppo di ricerca
Remedia – lingua medicina malattia dell’Università degli Studi di Torino che da quest’anno ha avviato il primo percorso di formazione sulla linguistica medica e clinica.
“La riflessione sul linguaggio è oggi uno degli obiettivi della medicina – afferma
Guido Giustetto, Presidente dell’Omceo di Torino – Non solo intesa come informazione medico-paziente ma anche come comunicazione paziente-medico, cioè come intervento attivo del paziente nella dinamica del discorso, attraverso domande, affermazioni, giudizi e dubbi. Credo che ripartire dall’importanza della parola all’interno della relazione di cura non significhi solo far luce sulle possibili disfunzioni e mancanze dell’intervento del professionista sanitario ma anche soprattutto sui cambiamenti in atto dello stile di comunicazione dei nostri pazienti”.
“Il paziente – osserva ancora Giustetto - oggi sarà probabilmente più informato, o con una maggior facilità di accesso alle notizie, ma è ancora poco abituato a dare peso alle sue parole, al suo discorso, pensato sempre in funzione della risposta del medico. Potrebbe essere utile lavorare verso un progetto di educazione linguistica anche per i pazienti, affinché diventino più disposti e pronti a fare domande al loro medico, anche dirette, nette ed esplicite».
“Nasce con l’umanità stessa la narrazione del personale e del collettivo. E non solo come strumento di trasmissione e conservazione della memoria, perché è innegabile l'impatto della comunicazione fra individui e insiemi nella spinta evolutiva della specie. Molto si è scritto, anche autorevolmente, sulla relazione paziente-medico, sulla parola che cura, ma credo sia mancato sinora un approccio sistematico e sistemico all'architettura stessa della narrazione”, afferma
Cosimo Nume, coordinatore dell’area comunicazione della Fnomceo e Presidente dell’Omceo di Taranto.
L’evento proposto sarà quindi l’occasione per ridiscutere il tema della comunicazione in ambito sanitario come strumento concreto di cambiamento di prospettiva clinica e relazionale.
L’iniziativa, in collaborazione con Angsa Piemonte – sez. di Torino Onlus ed Erreics Onlus, ha avuto il patrocinio dell’Ordine dei Medici di Torino, dell’Ordine dei Medici di Taranto, e del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino.
30 maggio 2017
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