Liste d’attesa. Boeti (Pd): “Bene il piano della Regione, ma non spersonalizzare il rapporto medico-paziente”
Per il vicepresidente del Consiglio regionale andrebbero favoriti “accordi tra aziende sanitarie, in modo tale che i chirurghi possano operare i loro pazienti in strutture con maggiore disponibilità”. E per le prenotazioni “tenere conto dei sintomi e della loro gravità, e non solo della data della prescrizione”.
14 FEB - Il
programma regionale per ridurre le liste d’attesa, presentato dall’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta e dal direttore generale Renato Botti, rappresenta “un primo significativo passo in avanti”. “Eliminare le liste d’attesa è utopia, ridurle sensibilmente è possibile, ma è un obiettivo realizzabile solo attraverso una seria programmazione e concreti strumenti di intervento”. Lo afferma
Nino Boeti (Pd), vice presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, in una nota di osservazioni al provvedimento illustrato dalla Giunta.
Per Boeti è “molto positivo il fatto che, prima di varare la delibera, si vogliano coinvolgere tutti gli attori del settore. Senza l’apporto dei medici di medicina generale e dei professionisti non si può andare da nessuna parte”.
Per il vice presidente del Consiglio Regional. poi, “un Cup unico regionale che unisce le varie agende, compresa la libera professione, e prevede un meccanismo di re-call, la separazione del primo accesso dai controlli successivi, nuove assunzioni di personale ed estensione dell’orario alla sera e al sabato per visite ed esami, queste sono certamente tutte strade giuste da intraprendere. Il sogno di questa legislatura deve essere quello di poter avere negli ospedali piemontesi sale operatorie che funzionano dalle 8 del mattino alle 18 di sera tutti i giorni, e sono convinto che si stiano mettendo le premesse per concretizzare questo sogno”.
Da Boeti, però, due osservazioni. “Innanzitutto, le prenotazioni dovrebbero tenere conto dei sintomi e della loro gravità, e non solo della data della prescrizione. Inoltre, bene prevedere aree di garanzia territoriale all’interno delle quali il paziente deve poter ottenere una risposta in tempi accettabili, tuttavia, occorre evitare una eccessiva spersonalizzazione del rapporto medico-paziente. Per questo bisognerebbe favorire accordi tra aziende sanitarie, in modo tale che i chirurghi possano operare i loro pazienti in strutture con maggiore disponibilità”.
Per Boeti “qualunque azione volta ad aggredire i tempi di attesa presuppone una conoscenza precisa della situazione attuale azienda per azienda, e, una volta varata la delibera regionale e adottati i piani per ridurre le liste di attesa da parte di tutte le aziende sanitarie, occorrerà un attento monitoraggio e periodiche verifiche dei risultati raggiunti”.
14 febbraio 2017
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