Presentata la rete di assistenza per le malattie reumatologiche
Avrà il suo fulcro nell’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone (IS). Frattura: “Avevamo detto che non avremmo chiuso l’ospedale e così è stato. L’ospedale di area disagiata per noi ha un senso quando l’area disagiata non ha più un recinto territoriale regionale, ma diventa punto di riferimento interregionale. Per questo andiamo a consolidare un percorso avviato con la Regione Abruzzo che ci porta a definire un accordo di confine”.
16 FEB - Sono stati presentati ieri all’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone (IS) la Rete assistenziale e il Percorso diagnostico terapeutico delle malattie reumatologiche della Regione Molise.
Il luogo non è casuale: l’ospedale di Agnone è infatti è riconosciuto come centro di riferimento: “ma non c’è nessun progetto verticistico. Il progetto vuole l’assistenza reumatologica uguale in tutta la regione, da Termoli a Campobasso e Isernia. Quindi nessuno domina e l’obiettivo è una solo: dare subito risposte concrete ai cittadini”, si è affrettato a precisare il reumatologo
Franco Paoletti che ha coordinato il gruppo di lavoro che ha stilato il piano.
“Oggi vediamo i risultati di un lavoro partito da lontano: facemmo un primo tentativo nel 2010 che però fallì. Negli ultimi anni invece la Regione ha dato vita ad un gruppo di lavoro e mi ha incaricato come coordinatore di questo gruppo al quale hanno partecipato tutti i reumatologi della regione. Dopo un lungo lavoro questo percorso è arrivato al traguardo e dunque oggi non possiamo non ringraziare il governo regionale che con determinazione lo ha portato fino in fondo, fino alla firma del decreto”, ha aggiunto Paoletti.
Alla presentazione era presente anche il presidente della Regione e commissario alla Sanità
Paolo di Laura Frattura: “Dopo cinque anni - ha detto - e considerando il primo incontro che avemmo qui in ospedale a Agnone, devo dire che, adesso, a fine legislatura, c’è una atmosfera sicuramente diversa. Avevamo detto che non avremmo chiuso l’ospedale e così è stato. Grazie allo sblocco del turnover abbiamo ora la possibilità di tornare ad investire soprattutto sul personale, perché senza personale diventa difficile garantire l’assistenza. L’ospedale di area disagiata per noi ha un senso quando l’area disagiata non ha più un recinto territoriale regionale, ma diventa punto di riferimento interregionale. Per questo andiamo a consolidare un percorso avviato con la Regione Abruzzo che ci porta a definire un accordo di confine, una intesa tra le nostre regioni che è in attesa di approvazione da parte del Tavolo Tecnico a Roma. La Regione Molise partecipa con la struttura e le eccellenze presenti, mentre l’arricchimento, in termini professionale e sanitario, arriva dalla Regione Abruzzo che viene ad investire nella struttura di area disagiata”.
16 febbraio 2018
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