La settimana appena trascorsa evidenzia un aumento dell’incidenza settimanale dei contagi da Covid-19, registrando un valore nazionale pari a 26 ogni 100.000 residenti (raddoppiata rispetto ai dati del 12 luglio, pari a 13 ogni 100.000 residenti), tuttavia il tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva e il tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica risultano sotto le soglie di allarme per il passaggio alla zona gialla. Sarà necessario monitorare la pressione sui servizi assistenziali territoriali e sui servizi di tracciamento, che al momento dovrebbero essere quelli maggiormente in allerta. È quanto emerge dal report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica, Facoltà di Economia, campus di Roma.
“In merito al decreto che rivede le soglie di ingresso in zona gialla, ben venga l’abbassamento delle soglie dell’occupazione delle terapie intensive e dei posti letto in area non critica. Fondamentale, però, è considerare in modo adeguato anche l’evoluzione dell’incidenza ogni 100.000 abitanti (ora per tutte le Regioni a 50 per 100.000 ab) - afferma il professor
Americo Cicchetti, Direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari (ALTEMS) dell’Università Cattolica. Se non si controlla la circolazione del virus si rischia di avere molti casi a domicilio, anche lievi, ma che andranno a mettere sotto pressione i servizi territoriali. A questo scopo Altems ha sviluppato un nuovo indicatore che fissa nuove soglie differenziate tra Regione e Regione ed “equivalenti” al valore standard di 50 ogni 100.000 per tenere conto anche di questo fattore. Le soglie devono essere differenti perché è diverso il progresso della campagna vaccinale. Considerare solo l’occupazione negli ospedali,– spiega Cicchetti – rischia di ritardare provvedimenti utili a ridurre la circolazione del virus con effetti sia sugli ospedali che sul territorio”.
L’assegnazione dei «colori» alle Regioni è regolata da tre soglie principali: dall’incidenza dei casi sulla popolazione, dai tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e dai tassi di occupazione dei posti letto nelle terapie sub-intensive. L’indicatore di rischio soglia in zona gialla (15-21 luglio), elaborato da ALTEMS, mostra un valore medio nazionale pari a 0,35 (con un’incidenza media settimanale pari a 32 nuovi casi ogni 100.000 ab. e il 48% di vaccinati rispetto alla popolazione residente), con valori differenti tra le Regioni: la Regione con il rischio di soglia in zona gialla più elevato è la Sardegna (0,75, con un’incidenza media settimanale pari a 67 nuovi casi ogni 100.000 ab. e il 47% di vaccinati rispetto alla popolazione residente), seguita da Sicilia (0,62, con un’incidenza media settimanale pari a 54 nuovi casi ogni 100.000 ab. e il 45% di vaccinati rispetto alla popolazione residente), al contrario la Regione con il rischio di soglia in zona gialla più basso è la Valle d’Aosta (0,12, con un’incidenza media settimanale pari a 10 nuovi casi ogni 100.000 ab. e il 45% di vaccinati rispetto alla popolazione residente). A oggi nessuna regione è a rischio di sovraccarico in nessuna delle due aree oggetto di valutazione, tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva e tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica.
Quadro epidemiologico
In merito agli aspetti epidemiologici si confermano le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. I dati (al 19 Luglio) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 47.525) sulla popolazione nazionale è pari a 0,08% (in aumento rispetto ai dati del 12/07 in cui si registrava lo 0,07%). La percentuale di casi (n= 4.289.528) sulla popolazione italiana è in aumento, passando dal 7,16% al 7,19%.
L’incidenza settimanale corrisponde al numero di nuovi casi emersi nell’ambito della popolazione regionale nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 16 ed il 22 novembre 2020 i nuovi casi, a livello nazionale, sono stati 366 ogni 100.000 residenti. La settimana appena trascorsa evidenzia un aumento dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 26 ogni 100.000 residenti (raddoppiata rispetto ai dati del 12/07, pari a 13 ogni 100.000 residenti).
Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra in PA Bolzano (13,77%), Friuli-Venezia Giulia (8,95%), in Val d’Aosta (9,45%) ma è in Veneto (0,14%) e Campania (0,13%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 0,08% (in aumento rispetto ai dati del 12/07, pari a 0,07%).
Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo). È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: la settimana tra il 22 ed il 28 novembre è ad oggi il periodo in cui si è registrata la massima prevalenza periodale in Italia (1.623 casi ogni 100.000 residenti), mentre nell’ultima settimana la prevalenza periodale in Italia è pari a 94 casi ogni 100.000 residenti, in aumento rispetto alla settimana precedente (84 casi ogni 100.000 residenti).
Letalità (rapporto decessi su positivi)
Nell’ultima settimana il dato più elevato si registra in Liguria pari a 8,85 x 1.000 e in Puglia pari a 3,10 x 1.000, nonostante siano ben lontani dal valore massimo registrato a marzo; la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 1,42 per 1.000 (in calo rispetto alla scorsa settimana analizzata 1,68 x 1.000).
Mortalità (rapporto decessi su popolazione)
Nell’ultima settimana, la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 0,13% (in calo rispetto alla scorsa settimana analizzata 0,14%). Il dato più elevato si registra in Campania al 0,30% seguito da Sicilia allo 0,29% e Liguria 0,26%.
Indice di positività settimanale
L’indice di positività al test misura, su base settimanale, il rapporto tra i nuovi casi positivi ed i nuovi soggetti sottoposti al test. L’indicatore differisce dall’indice di positività calcolato su base giornaliera, che valuta invece, il rapporto tra i nuovi casi positivi ed i nuovi tamponi effettuati, e comprende anche i tamponi effettuati per il monitoraggio del decorso clinico e l’eventuale attestazione della risoluzione dell’infezione. In particolare, l’indice registra un valore massimo del 11,02% in Emilia-Romagna e del 10,20% nella P.A. di Bolzano. In Italia l’indice di positività al test è pari al 5,36%: risulta positivo, dunque, circa 1 paziente su 19 nuovi soggetti testati, in aumento rispetto alla settimana precedente.
Tamponi molecolari e tamponi antigenici
La Regione associata ad un numero maggiore di tamponi antigenici realizzati risulti essere la P.A di Bolzano (25,89 per 1.000 abitanti), mentre la Regione associata ad un numero maggiore di tamponi molecolari realizzati risulti essere il Friuli-Venezia Giulia (17,61 per 1.000 abitanti). A livello nazionale, il numero di nuovi tamponi molecolari settimanali è pari a 9,03 per 1.000 abitanti mentre il numero di nuovi tamponi antigenici è pari a 11,39 per 1.000 abitanti.
Soluzioni digitali
Dall’inizio di marzo 2020 si è assistito ad un rapido incremento di progetti, implementati autonomamente dalle singole aziende su tutto il territorio nazionale. Dopo le prime settimane, in cui la focalizzazione è stata principalmente rivolta a seguire i pazienti COVID, è proseguita la crescita delle iniziative dedicate a pazienti affetti da altre patologie, in particolare fragili, cronici e soggetti a trattamenti di lungo periodo (oncologia, neurologia, cardiologia, diabetologia, …). Questa crescita è continuata anche nel primo semestre 2021: al 30 giugno sono state censite 247 iniziative, di cui oltre il 70% destinato a pazienti non COVID.
Terapia intensiva
Nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva
Dal report #33 è stato avviato il monitoraggio dei nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva (x 100.000 ab.). Il valore medio registrato nel contesto italiano è pari a 0,09 x 100.000 ab. (stabile rispetto alla settimana precedente pari a 0,09). Le regioni che hanno evidenziato più ingressi nel setting assistenziale della terapia intensiva durante l’ultima settimana sono la Sardegna (0,25 x 100.000 ab.), la Toscana (0,19 x 100.000 ab.) e la P.A di Trento (0,18 x 100.000 ab.).
Tassi di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva e di Area Non Critica al 19 luglio 2021
L’indicatore mette in relazione il tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva con il tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica.
Le soglie del 10% e del 15% sono individuate dal Decreto-legge covid (bozza presentata in data 20 luglio 2021) come quelle oltre le quali vi è un sovraccarico rispettivamente per la Terapia Intensiva e per l’Area Non Critica. Al 19 luglio nessuna regione è a rischio di sovraccarico in nessuna delle due aree oggetto di valutazione.
Nuove soglie dell’incidenza ogni 100.000 abitanti per le fasce di rischio
L’assegnazione dei «colori» alle Regioni è regolata da tre soglie principali: dall’incidenza dei casi sulla popolazione, dai tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e dai tassi di occupazione dei posti letto nelle terapie sub-intensive. Se nei tassi di occupazione ospedaliera l’impatto delle vaccinazioni è immediatamente visibile e le soglie «di attenzione» (rispettivamente 40% e 30%) non devono essere variate, nel caso delle soglie basate sull’incidenza, bisogna tener conto della riduzione della popolazione suscettibile dovuta alle somministrazioni dei vaccini.
L’obiettivo dell’indicatore è elaborare delle nuove soglie regionali in merito al livello di incidenza di infetti Covid-19 ogni 100.000 abitanti per dichiarare il passaggio delle Regioni nelle diverse fasce di rischio che tengano conto della popolazione vaccinata e dell’efficacia del vaccino (assumiamo il 95%).
Con l’avanzamento della campagna vaccinale, le soglie di 50/150/250 casi ogni 100.000 abitanti devono essere innalzate poiché, a parità di sistema ospedaliero regionale, il numero di persone che oggi rischiano di contrarre la malattia è inferiore rispetto al periodo nel quale queste soglie sono state stabilite.
L’indicatore di rischio soglia in zona gialla (15-21 luglio) mostra un valore medio nazionale pari a 0,35 (con un’incidenza media settimanale pari a 32 nuovi casi ogni 100.000 ab. e il 48% di vaccinati rispetto alla popolazione residente), con valori differenti tra le Regioni: la regione con il rischio di soglia in zona gialla più elevato è la Sardegna (0,75, con un’incidenza media settimanale pari a 67 nuovi casi ogni 100.000 ab. e il 47% di vaccinati rispetto alla popolazione residente), seguita da Sicilia (0,62, con un’incidenza media settimanale pari a 54 nuovi casi ogni 100.000 ab. e il 45% di vaccinati rispetto alla popolazione residente), al contrario la regione con il rischio di soglia in zona gialla più basso è la Valle d’Aosta (0,12, con un’incidenza media settimanale pari a 10 nuovi casi ogni 100.000 ab. e il 45% di vaccinati rispetto alla popolazione residente).
Andamento vaccinazioni Covid-19 in Italia
Dal report #34 è stato analizzato l’andamento delle vaccinazioni Covid-19 in Italia.
Prime dosi/Popolazione residente per fascia di età (x 100 ab.)*
A livello nazionale si registrano le seguenti percentuali per le fasce di età considerate: 12-19 anni (26,76%), 20-49 anni (56,70%), 50-69 (75,63%), 70-79 (86,11%), over 80 anni (91,25%). La media nazionale (che considera la fascia di età maggiore di 12 anni) è pari al 66,36%.
Percentuale di copertura delle fasce di popolazione (1° dose)
È stato avviato il monitoraggio della percentuale di copertura delle fasce di popolazione stratificate per età riguardo la prima dose vaccinale. Dal grafico si evince come la Puglia, il Lazio e l’Emilia-Romagna abbiano vaccinato la quota maggiore di over 70 nel contesto nazionale. La Sicilia rappresenta la regione con la percentuale minore in termini di copertura vaccinale della popolazione over 70 (77,00%).
Dosi Somministrate/Dosi Consegnate/Popolazione residente (x 100 ab.)
È stata avviato il monitoraggio relativo alla correlazione tra dosi somministrate, dosi consegnate rispetto alla popolazione residente. Il grafico mostra la correlazione tra dosi somministrate, dosi consegnate rispetto alla popolazione residente. Dal grafico si evince come le Regioni Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Piemonte, Valle d’Aosta, Marche, Molise, Puglia, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Puglia e Lombardia rappresentino le regioni il cui rapporto tra dosi somministrate rispetto a quelle consegnate è superiore al valore medio nazionale.
Somministrazioni totali (1°/2° dose)/Popolazione residente (x 100 ab.)
Sono state analizzate le somministrazioni totali (1°e 2°dose) in rapporto alla popolazione residente stratificata per il vaccino somministrato. In tutte le regioni italiane il vaccino Pfizer è stato somministrato in percentuali maggiori rispetto a quelli di AstraZeneca o di Moderna o di Janssen.
Stato dell’arte vaccinazioni in riferimento all’obiettivo del 30 settembre 2021 del Piano Vaccinale Anticovid
Dal report #45 si avvia il monitoraggio dello stato dell’arte delle persone vaccinate (a cui sono state somministrate la prima e la seconda dose di vaccino) alla data del 30 Settembre 2021, data in cui il Piano Vaccinale Anticovid pone di raggiungere l’obiettivo del 80% della popolazione vaccinata. Ad oggi sono state vaccinate il 67,64% dell’obiettivo dei circa 43 milioni da raggiungere al 30 Settembre 2021, pari a 28.896.000 persone vaccinate.