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QS Edizioni - venerdì 27 settembre 2024

Studi e Analisi

Sempre a proposito di “One Health”: clima, ambiente e salute…

di G. Banchieri, L. Franceschetti, A. Vannucci
immagine 25 settembre - Per adeguare le “policy” sanitarie e sociali ad una strategia “One Health”, sarebbe necessario anche nel nostro Paese integrare considerazioni relative alla salute animale e ambientale nei servizi sanitari per garantire un approccio olistico alla salute umana.

Sulla Rivista “The Lancet/Planetary Health” è stata pubblicato di recente il Report di un Gruppo di Ricerca della Rivista dal titolo “Un mondo giusto su un pianeta sicuro …”, gruppo coordinato dal Prof. Joyeeta Gupta.
Nel Report gli autori affermano che “la salute del pianeta e della sua gente è a rischio. Il deterioramento dei beni comuni globali, ovvero i sistemi naturali che sostengono la vita sulla Terra, sta esacerbando l'insicurezza energetica, alimentare e idrica e aumentando il rischio di malattie, disastri, sfollamenti e conflitti”. [https://www.thelancet.com/journals/lanplh/article/PIIS2542-5196(24)00042-1/fulltext?dgcid=raven_jbs_aip_email]

Il Gruppo di Ricerca parte nel suo ragionamento cercando di quantificare quelli che chiama “i confini sicuri e giusti del sistema Terra” (ESB) e provano a quantificare “l'accesso minimo alle risorse naturali necessarie per la dignità umana e per consentire la fuga dalla povertà”. La definizione che danno di ESB è la seguente:descrizioni quantitative (quando possibile) e qualitative dei confini oltre i quali la stabilità e la resilienza dei processi del sistema Terra sono minacciate e gli esseri umani potrebbero essere sostanzialmente danneggiati”. Gli autori considerano che gli ESB vanno oltre i confini planetari combinando elementi dal livello locale a quello globale con conoscenze provenienti da domini di scienze biofisiche e sociali.

Pertanto si cerca nel Report di descrivere “un corridoio sicuro e giusto” essenziale per garantire una salute umana e planetaria sostenibile e resiliente e prosperare nell'Antropocene.
Definiscono “sicuro” la stabilità biofisica del sistema Terra in base a principi di giustizia che includono la riduzione al minimo dei danni, il soddisfacimento delle esigenze di accesso minime e la ridistribuzione delle risorse e delle responsabilità per migliorare la salute e il benessere umani.

La base del corridoio è definita dagli impatti dell'accesso globale minimo a cibo, acqua, energia e infrastrutture per la popolazione globale, in base alle variabili con cui hanno definito gli ESB. Ne discende che vivere all'interno del corridoio è necessario, perché superare gli ESB e non soddisfare i bisogni di base minaccia la salute umana e la vita sulla Terra.
Tuttavia, il semplice “rimanere all'interno del corridoio” non garantisce giustizia perché all'interno del corridoio le risorse possono anche essere distribuite in modo iniquo, aggravando la salute umana e causando danni ambientali.

Gli autori hanno definito otto ESB sicuri e giusti per cinque domini, la biosfera, il clima, i cicli dei nutrienti (fosforo e azoto), l'acqua dolce e gli aerosol, per ridurre il rischio di degradazione dei sistemi biofisici di supporto vitale ed evitare punti di svolta. Sette degli ESB sono già stati trasgrediti: integrità funzionale, area dell'ecosistema naturale, clima, fosforo, azoto, acque superficiali e sotterranee. L'ottavo ESB, l'inquinamento atmosferico, è stato trasgredito a livello locale in molte parti del mondo.

Gli autori sostengono che i “confini sicuri” garantiscano la stabilità del sistema Terra e devono salvaguardare le condizioni biofisiche complessive che permettono agli esseri umani di prosperare, però non salvaguardano necessariamente tutti dai danni o consentono un accesso minimo alle risorse per tutti.
Utilizzano il concetto di “giustizia del sistema Terra”, inteso come obiettivo di garantire il benessere e ridurre i danni all'interno e tra generazioni, nazioni e comunità e tra esseri umani e altre specie, attraverso la giustizia procedurale e distributiva, per valutare i confini sicuri. Ovviamente la “giustizia del sistema Terra” consente di riconoscere la diseguale responsabilità, l'ineguale esposizione e vulnerabilità ai cambiamenti del sistema Terra, e riconosce anche la diseguale capacità di risposta e l'ineguale accesso alle risorse.
Concludono che senza trasformazione sociale e ridistribuzione dell'uso delle risorse naturali il raggiungimento dei livelli di accesso minimo per le persone che vivono al di sotto del livello minimo aumenterebbe le pressioni sul sistema Terra e i rischi di ulteriori trasgressioni degli ESB.

Figura 1 Attuale violazione dei confini del sistema Terra e potenziale impatto delle azioni future

Stimano anche le esigenze di accesso alle risorse per le popolazioni umane nel 2050 e gli impatti associati al sistema Terra che queste potrebbero avere.


Figura 2 Concettualizzazione e operativizzazione della giustizia del sistema Terra

Le conclusioni a cui pervengono gli autori sono che l'ESB climatico sicuro e giusto verrà superato entro il 2050, anche se tutti nel mondo vivessero solo con l'accesso minimo richiesto alle risorse (né più né meno), a meno che non ci siano trasformazioni, ad esempio, dei sistemi energetici e alimentari. Quindi, un corridoio sicuro e giusto sarà possibile solo con radicali trasformazioni sociali e cambiamenti tecnologici.

In particolare gli autori individuano nelle città e nelle aziende, a causa dell'entità dei loro impatti sul sistema Terra e del loro potenziale di agire rapidamente, come possibili agenti di cambiamento. Cercano di individuare possibili approcci per tradurre ogni ESB in città e aziende tramite le fasi sequenziali da loro denominate “trascrizione, allocazione e adeguamento”.
Le trasformazioni necessarie dovrebbero mirare a ridurre al minimo i danni e garantire l'accesso alle risorse essenziali, affrontando al contempo i driver del cambiamento e della vulnerabilità del sistema Terra e le barriere istituzionali e sociali alle trasformazioni sistemiche, e includono la riduzione e la riallocazione dei consumi, il cambiamento dei sistemi economici, della tecnologia e della governance.

Figura 3 Distribuzione spaziale dell'integrità funzionale della biosfera nei terreni agricoli

Un pianeta giusto, sano e sicuro è essenziale.
Una buona salute, incluso il benessere fisico e mentale, è un diritto umano fondamentale, ed è al centro degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli accordi internazionali mirano già ad affrontare molti aspetti della salute planetaria, ad esempio attraverso gli SDG e il Climate Treaty Regime.

Promuovere un pianeta sano per tutti richiede garantire che le funzioni critiche del sistema Terra siano protette, la salute e il benessere umani siano migliorati e i bisogni minimi di tutti gli esseri umani siano soddisfatti per consentire loro di prosperare.
La Commissione “The Lancet” identifica un corridoio sicuro e giusto delimitato da ESB e un accesso minimo alle risorse richieste. Ha anche esaminato le implicazioni del sistema Terra nel fornire accesso alle risorse necessarie per il benessere a tutte le persone. Inoltre, hanno esaminato come gli ESB possono essere tradotti per città e aziende e suggerito trasformazioni dei sistemi socioeconomici, perché prove crescenti mostrano che sarà impossibile vivere all'interno di ESB sicuri senza affrontare l'ingiustizia. Molte regioni stanno già affrontando temperature estreme.

La figura 5 mostra le temperature massime del bulbo umido della Terra per uno scenario con un riscaldamento di 1,2 °C e 2 °C. La nicchia climatica umana descrive la relazione tra la temperatura media annuale, che è variata poco per migliaia di anni, e la densità relativa della popolazione umana. Per la maggior parte della storia umana, la densità della popolazione umana è stata maggiore in una parte piuttosto ristretta dello spazio climatico disponibile in cui la temperatura media annuale è approssimativamente compresa tra 11 °C e 15 °C.

Figura 4 Esempio di allocazioni e aggiustamenti per la traduzione dei confini globali e sub-globali

Il cambiamento climatico e demografico può esporre sempre di più le persone a temperature esterne a questa nicchia climatica umana.


Figura 5 Distribuzione spaziale del danno da temperatura media annua >29°C in un mondo a 1,5°C (A) e paesi con la popolazione assoluta più alta (B) e popolazione relativa (C) esposta a queste temperature medie annue

Il Gruppo di Ricerca nonostante il progresso che i “suoi” ESB rappresentano, è consapevole che non tengono conto di come la permanenza all'interno dell'ESB in un dominio influenzi gli altri domini. Inoltre, i livelli minimi di accesso che ha definito non tengono conto delle risorse e dei servizi non materiali (ad esempio istruzione, assistenza sanitaria) o di come le risorse e i servizi materiali siano collegati.
Queste associazioni sono particolarmente importanti per i domini che sono strettamente collegati tramite “processi antropogenici”, come la produzione agricola, l'energia, i nutrienti, l'acqua e l'area dell'ecosistema naturale della biosfera. Tenere conto delle interazioni tra ESB potrebbe rimodellare notevolmente il corridoio sicuro e giusto.

Sarebbe interessante espandere il lavoro scientifico ad altri domini, come gli oceani e nuove entità, per sviluppare ulteriormente metodi per definire confini e trasformazioni giusti, sviluppare processi di traduzione, esplorare i dettagli dei compromessi e delle trasformazioni e quantificare i percorsi verso il “corridoio sicuro e giusto”.
La Ricerca di “The Lancet” è comunque un contributo di analisi di grande rilievo che integra e mette a sistema molte altre ricerche e basi dati.

Il concomitante lavoro di ricerca pubblicato da “Science”
La Rivista “Science” ha pubblicato, quasi in contemporaneo con “The Lancet”, una Ricerca dal titolo “Una storia di 485 milioni di anni della temperatura superficiale della Terra”, coordinata dai colleghi Emily J. Judd , Jessica E. Tierney, in cui gli autori cercano di “comprendere come la temperatura media superficiale globale (GMST) sia variata nell’ultimo mezzo miliardo di anni, un periodo in cui i modelli evolutivi di flora e fauna hanno avuto un'influenza così importante sull'evoluzione del clima, è essenziale per comprendere i processi che guidano il clima”. [https://www.science.org/doi/10.1126/science.adk3705]

Obiettivo della Ricerca compiere una registrazione geologica a lungo termine della Temperatura Media Superficiale Globale (GMST) per comprendere la storia del nostro pianeta e per contestualizzare il cambiamento climatico attuale.
Tale registrazione è necessaria per limitare la relazione tra clima e altri aspetti del sistema Terra, tra cui l'evoluzione e l'estinzione della vita e la chimica dell'atmosfera e degli oceani. Inoltre, quantificare la relazione tra GMST e concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica (CO 2 ) può affinare la nostra comprensione della sensibilità climatica della Terra e migliorare le previsioni future sotto il riscaldamento antropogenico.

I ricercatori presentano il loro modello PhanDA:

  • È stato creato utilizzando l'assimilazione dei dati, un metodo che integra statisticamente i dati geologici con le simulazioni dei modelli climatici.
  • Indica che la temperatura della Terra è variata tra 11° e 36°C negli ultimi 485 milioni di anni.

Questo intervallo è più ampio rispetto alle precedenti ricostruzioni. PhanDA rivela caratteristiche chiave nella relazione tra GMST e gradiente di temperatura polo-equatore, tra cui amplificazione polare (vale a dire, maggiori cambiamenti di temperatura ad alte latitudini) e un abbassamento del gradiente con l'aumento di GMST.

Le temperature tropicali variano tra 22° e 42°C, confutando l'idea di un limite superiore fisso per il calore tropicale e suggerendo che la vita antica deve essersi evoluta per sopportare il calore estremo.
I ricercatori analizzano PhanDA in cinque stati climatici e scoprono che, nel complesso, la Terra ha trascorso più tempo in stati climatici più caldi rispetto a quelli freddi durante il Fanerozoico.
I ricercatori hanno scoperto che la temperatura della Terra è variata in modo più dinamico di quanto si pensasse in precedenza e che i climi serra erano molto caldi.

Figura 6 Temperatura media della superficie globale secondo PhanDA negli ultimi 485 milioni di anni.

La sfumatura grigia corrisponde a diversi livelli di confidenza e la linea nera mostra la soluzione media.
Le bande colorate lungo la parte superiore riflettono lo stato climatico, con colori più freddi che indicano climi di tipo icehouse (coolhouse e coldhouse), colori più caldi che indicano climi di tipo greenhouse (warmhouse e hothouse) e il grigio che rappresenta uno stato di transizione.
La CO2 è il motore dominante del clima del Fanerozoico, sottolineando l'importanza di questo gas serra nel plasmare la storia della Terra. La coerenza della sensibilità apparente del sistema Terra (∼8°C) è sorprendente e meriterebbe ulteriori indagini. PhanDA fornisce un contesto critico per l'evoluzione della vita sulla Terra, nonché per i cambiamenti climatici presenti e futuri.

Considerazioni finali
Per adeguare le “policy” sanitarie e sociali ad una strategia “One Health”, sarebbe necessario anche nel nostro Paese integrare considerazioni relative alla salute animale e ambientale nei servizi sanitari per garantire un approccio olistico alla salute umana.
Ne discendono alcune azioni e indicatori che potrebbero essere considerati per misurare l'efficacia degli interventi nella promozione della salute complessiva e con ciò il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità:

  • Revisione dei LEA: rivedere i LEA per includere servizi e interventi che supportano la salute umana, animale e ambientale.
  • Formazione del personale sanitario e sociale: Integrare la formazione del personale sanitario e sociale per comprendere e gestire le interazioni tra salute umana, animale e ambientale.
  • Collaborazione interdisciplinare: promuovere la collaborazione tra professionisti della salute umana, animale e ambientale nei processi decisionali e nella pianificazione dei servizi sanitari.
  • Sorveglianza integrata: sviluppare sistemi di sorveglianza integrata che monitorano la salute umana, animale e ambientale per rilevare precocemente le minacce alla salute pubblica e implementare misure preventive.
  • Prevenzione delle malattie zoonotiche: implementare interventi per prevenire la trasmissione di malattie zoonotiche attraverso la promozione di pratiche agricole sostenibili, la gestione responsabile degli animali domestici e il controllo delle malattie negli animali da allevamento.
  • Valutazione dell'impatto ambientale: valutare l'impatto ambientale delle attività sanitarie e promuovere pratiche sostenibili per ridurre l'inquinamento ambientale e preservare la biodiversità.

In sintesi, adeguare anche i LEA a una strategia “One Health” richiede una revisione che prevede l’approccio integrato e ben equilibrato alla salute umana, animale e ambientale.

Occorre ritornare, anche se in un contesto diverso e con una visione allargata, alla costruzione di “Piani Regionali di Salute” come strumenti di integrazione di policy agricole e ambientali, sanitarie, sociali, abitative, politiche del lavoro e della formazione, nonché dei trasporti, che anche in Italia iniziarono a essere sperimentate ad inizio secolo con evidenze ancora tutte da considerare.

Al momento, le politiche e il dibattito politico tendono a non tenere conto degli impatti dell'adattamento climatico e delle trasformazioni guidate dalla mitigazione sugli esiti delle malattie infettive.
Come è noto le previsioni macroeconomiche internazionali non sono espansive a causa delle molte incertezze. Eurostat e Banca d’Italia prevedono un risultato 2024 per il PIL italiano sotto l’1%. Il debito pubblico è in una crescita che dovrà in qualche modo essere contenuta e quindi possiamo prevedere un futuro nel quale i margini per rifinanziare welfare e sanità si restringeranno.

Le azioni del Governo italiano in riferimento alla Sanità sono fino adesso contradditorie e mostrano tutte le difficoltà che permangono nel conciliare l’offerta di prestazioni adeguate con la sostenibilità dei relativi costi.

Ci sono i tagli per oltre 15 Miliardi di Euro sulle progettualità previste con il PNRR in particolare quelle legate a temi ambientali e di riqualificazione urbana e di servizi sociali, definiti “rimodulazioni”. I tagli andranno inevitabilmente ad impattare sulla tenuta dei territori e delle comunità, sapendo che la mancanza di servizi sociali e di ambienti vivibili vanificherà in buona parte quello che è proprio l’intento del Piano e cioè l’affermazione di una solida cura ed assistenza di prossimità.

Le recenti inondazioni in Emila Romagna e nelle Marche confermano una insipienza a fare le cose giuste.

Integrare le policy di salute, e far sì che siano coerenti con la strategia One Health, vuol dire anche contribuire a costruire una visione di quale Paese e di quale sanità vogliamo oggi e domani, ma non vediamo in questa fase una visione strategica che abbia consapevolezza che ci sono le difficoltà, ma anche gli strumenti ed i mezzi per affrontare e vincere le sfide. Cerchiamo di fare qualcosa presto perché il futuro ci deve vedere protagonisti e non succubi.

Giorgio Banchieri
Segretario Nazionale ASIQUAS, Docente DiSSE, Università “Sapienza”, Roma;
Laura Franceschetti,
Professoressa, Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche della Università “Sapienza” di Roma,
Andrea Vannucci,
Membro CTS ASIQUAS, Docente DiSM, Università Siena, Membro CD Accademia di Medicina, Genova.

Riferimenti:

  • Giorgio Banchieri, Laura Franceschetti – “L’approccio “One Health” e le policy per la sua gestione”, Quotidiano sanità –

https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=111021

  • Giorgio Banchieri, Laura Franceschetti e Andrea Vannucci - “One Health in Italia”, Quotidiano sanità

https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=111243

  • Giorgio Banchieri, Laura Franceschetti e Andrea Vannucci – “Nuovi approcci per sviluppare politiche integrate di “One Health”, Quotidiano sanità

https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=116466

  • Giorgio Banchieri e Andrea Vannucci – “Cop28, le motivazioni della “salute” e il diritto alla “sanità

https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=118965

  • Giorgio Banchieri, Laura Franceschetti e Andrea Vannucci – “One Health”in Italia. Siamo ancora molto lontani”, Quotidiano sanità –

https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=118965

25 settembre 2024
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