“Sebbene, allo stato delle conoscenze scientifiche attuali, il rischio di infezioni umane attraverso l’ingestione di prodotti ittici “parassitati” crudi o poco cotti non sia accertato, la Sezione sicurezza alimentare - CNSA ritiene opportuno che siano condotte ulteriori indagini conoscitive per meglio comprendere l’epidemiologia della parassitosi nelle specie ittiche eduli”. È quanto si legge in un parere.
La Sezione auspica, inoltre, un “rafforzamento della collaborazione tra medici chirurghi e medici veterinari, tesa ad individuare i fattori maggiormente rilevanti per l’instaurarsi dell’infezione nell’uomo, e la definizione di una strategia di controlli specifici per la toxoplasmosi di origine animale o alimentare a livello nazionale ed europeo”.
La Toxoplasmosi è una zoonosi parassitaria di origine alimentare causata dal Toxoplasma gondii, protozoo noto per la sua capacità di infettare, attraverso la via alimentare e transplacentare, molte specie animali sia terrestri, compreso l’uomo, che marine. Nell’uomo l'infezione può decorrere in maniera asintomatica per i soggetti immunocompetenti, mentre può essere un rischio per gli individui immuno-compromessi e nei bambini, soprattutto durante le prime fasi della crescita; nelle donne in gravidanza l’infezione da Toxoplasma può causare aborto oppure causare malformazioni congenite a carico del SNC, degli occhi e di altri organi nel feto.
Numerosi studi testimoniano che la presenza del parassita in ambienti acquatici marini e fluviali può determinare il riscontro di Toxoplasma in alcuni mammiferi marini. In Italia, il Centro nazionale di referenza per la toxoplasmosi (CETOX), ubicato presso l’IZS Sicilia, ha riscontrato la presenza del DNA del protozoo in diversi campioni di pesci. La presenza delle oocisti in organismi marini (pesci, gasteropodi e molluschi eduli), che rientrano nella catena alimentare di ospiti intermedi (mammiferi marini - cetacei - e acquatici, lontre, foche e dell’uomo), consente di dimostrare che i prodotti ittici destinati al consumo alimentare potrebbero, se contaminati, veicolare in maniera attiva il parassita.