La depressione sta diventando sempre più comune tra gli adolescenti, colpendo tra il 6 e l’8 per cento dei più giovani: in questa età i ragazzi sono però piuttosto restii a chiedere un aiuto professionale, cosicché curarli diventa più complicato. Ma da oggi potrebbe esserci un nuovo strumento, disponibile proprio per gli adolescenti con disturbi depressivi: per trattare la condizione in maniera efficace, secondo uno
studio neozelandese pubblicato sul sito del British Medical Journal, sarebbe infatti stato sviluppato un gioco per computer. Secondo i ricercatori dell’Università di Auckland in Nuova Zelanda che l’hanno realizzato e testato, il programma potrebbe essere addirittura più utile della terapia individuale con un medico, per i ragazzi tra i 12 e i 19 anni.
Il programma di auto-intervento,come lo definiscono gli scienziati neozelandesi, si chiama Sparx ed è un gioco fantasy in 3D: i giovani pazienti devono superare una serie di sfide per recuperare l’equilibrio in un mondo fantastico, dominato dagli Gnat (acronimo di Gloomy Negative Automatic Thoughts, ovvero i pensieri pessimisti e negativi incontrollati). In tutto esistono sette livelli di gioco, di durata di mezz’ora ognuno, da completare in un periodo che può variare da quattro a sette settimane: tra il primo modulo dal titolo “trovare la speranza” e l’ultimo, “riappacificarsi”, i giovani devono imparare a gestire le proprie emozioni prima di poter riconoscere e sconfiggere gli Gnat.
Per testarlo, a confronto con la terapia psicologica individuale, il team ha condotto un trial randomizzato in 24 istituti sanitari in Nuova Zelanda su 187 ragazzi di età compresa tra 12 e 19 anni con depressione moderata. Tutti i partecipanti sono stati seguiti per un periodo di tre mesi e i miglioramenti sono stati registrati in entrambi i casi secondo le normali scale usate in ambito psichiatrico, che valutano sia i sintomi depressivi che la qualità della vita.
I risultati sono stati sorprendenti: non solo Sparx era efficace tanto quanto l’approccio standard per ridurre i sintomi di depressione e ansia, ma una porzione significativamente più alta degli utenti trattati con il gioco risultava a fine trattamento essere completamente guarita, rispetto al gruppo di controllo. Tra quelli che avevano superato almeno quattro dei livelli di Sparx erano infatti quasi la metà, il 44%, quelli guariti alla fine del trial, contro il 26% di quelli trattati con l’approccio standard. “Il programma potrebbe essere dunque una risorsa efficace per curare gli adolescenti con disturbi depressivi”, hanno concluso i ricercatori nello studio. “Sparx potrebbe diventare un’alternativa molto economica ed accessibile per i più giovani che hanno questo tipo di problemi”.
Laura Berardi